Secondo una convinzione diffusa la vita è troppo breve per leggere due volte lo stesso libro o ripetere un viaggio. Per fortuna, come in tutte le cose, esiste il rovescio della medaglia.
Volendo osservare la questione da un altro punto di vista, c’è il conforto di sperimentare un’esperienza che si sa già piacevole. Un bel libro, insomma, resta tale con il tempo. E la rilettura può riportare alla mente memorie piacevoli o garantire la sicurezza di ore ben spese. Senza contare che le stesse frasi, a distanza di anni, rivelano nuove prospettive o particolari sfuggiti al primo approccio.
Riletture: le classifiche di internet
Su internet l’argomento è piuttosto dibattuto, tanto da generare sondaggi e vere e proprie liste. C’è chi ogni anno rilegge Harry Potter per l’effetto nostalgia, mentre Jane Austen e il suo Orgoglio e Pregiudizio sembra essere un classico dei ritorni come Jane Eyre di Charlotte Bronte.
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Ma nelle classifiche on line primeggiano anche Good Omens di Neil Gaiman e Terry Pratchett e Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald.
Insomma una visita nella biblioteca di casa rivela spesso piaceri inaspettati. Chi dice che il brivido della novità sia sempre quello che ci serve?
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Virginia Woolf e la gioia di rileggere
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E i famosi? In molti sembrano sostenitori della rilettura. Virginia Woolf sul tema ha scritto addirittura una serie di saggi, raccolti da Garzanti in un’agile pubblicazione dal titolo La gioia di rileggere (2024, traduzione di Alba Bariffi). L’argomento è trattato con rigore quasi scientifico:
Sia nella scrittura sia nella lettura è l’emozione che deve venire per prima.
È difficile dimenticare il piacere che ci hanno dato alcuni libri, una gioia tale da spingerci a correre il rischio di rileggerli. In quel caso:
dobbiamo tempestare di domande l’emozione. Se non sopravvive nulla, gettatela nella carta straccia. Se sopravvive qualcosa, mettetela per sempre tra i tesori dell’universo.
Ma poi, tralasciata la teoria, deve confermare:
Ci tocca ammettere che a Tolstoj, Flaubert e Hardy dobbiamo più di quanto si possa calcolare; che se volessimo rievocare le nostre ore più felici, sarebbero quelle che ci hanno regalato Conrad e Henry James.
Da Faulkner a Stephen King: anche gli scrittori rileggono
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E non è la sola. Che a guidarli sia la ricerca di conforto, ispirazione o il semplice piacere, a volte a tutti piace andare sul sicuro. William Faulkner ogni anno tornava al Don Chisciotte (Mondadori, 2017, traduzione di Ferdinando Carlesi) di Miguel de Cervantes. Come Stephen King che ha dichiarato al “New York Times” di aver letto Il Signore delle Mosche (Mondadori, 2017, traduzione di Laura De Palma) di William Golding otto o nove volte.
L’Università di Harvard tempo fa ha addirittura promosso un sondaggio tra il personale docente: è emerso che il critico letterario e professore James Wood, tra gli altri, ogni anno rilegge Al Faro (Feltrinelli, 2014, traduzione di Nadia Fusini) di Virginia Woolf.
Il book club che rilegge Joyce da 28 anni
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Come non inserire nell’elenco il book club che ogni anno rilegge La Veglia di Finnegan? Il circolo di Venice, in California, ha impiegato 28 anni nell’analisi del capolavoro di James Joyce, battendo ogni record. L’impresa ha preso avvio nel 1995 per terminare nell’ottobre del 2023. Se non si tratta di una rilettura in senso stretto, quanto meno è un segno di grande costanza.
E allora per il nuovo anno, accanto alle novità da scoprire in libreria, perché non preparare una lista delle riletture?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il piacere di rileggere: quando un libro è per sempre
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