Il profumo del tè e dell’amore di Fiona Neill

L’ultima tendenza in fatto di titoli di romanzi è quella dei profumi, preferibilmente appartenenti a spezie, frutti o piante aromatiche. Cannella, limone e ogni sorta di aromi invitanti si mescolano e occhieggiano dalle copertine dei libri, inebriando il potenziale lettore e risvegliando i suoi sensi con l’odore voluttuoso dei ricordi e dei sogni. Non sempre, però, quello che stimola la nostra fantasia si traduce poi in una promessa mantenuta: non basta menzionare un profumo gradevole e seducente per fare un buon racconto, anzi, a volte la storia contenuta nel libro non è neppure strettamente legata al suo titolo, ma non ne contiene, al contrario, che un brevissimo e vago accenno.

E’ il caso di questo “Il profumo del tè e dell’amore”, nel quale il tè è protagonista solamente di un breve paragrafo in cui uno dei personaggi femminili ne elenca alcuni tipi diversi con le loro caratteristiche, e non impregna assolutamente tutta la storia, come sarebbe lecito pensare. In quanto all’amore, nei rapporti fra le tre coppie e con gli altri personaggi che gravitano intorno a esse non se ne percepisce poi tanto, o comunque non viene abbastanza approfondito né sottolineato, presi come sono i protagonisti da distrazioni varie e problemi sessuali o genitoriali che ben poco hanno a che vedere con il sentimento che dovrebbe unirli, e che sembra, invece, quasi volerli allontanare.

Tre coppie di amici di vecchia data, ex adolescenti ribelli consumatori di droghe e di amore libero, invecchiati dalla stabilità e dalla routine, diventati più seri, ma di quanto? Laura, talmente ossessionata dalla voglia di avere un terzo figlio da augurarsi che il marito abbia una relazione extraconiugale in modo da poterlo ricattare e portare ai propri voleri, e Sam, che, per il terrore di mettere nuovamente incinta Laura, non riesce più ad avere rapporti con lei e medita di farsi operare di vasectomia senza dirle niente. Jonathan, cuoco di fama, che in realtà deve tutto il suo successo alla moglie alla quale non disdegna di mettere le corna, e Hannah, donna di polso ormai stanca della sua vita rispettabile. Janey, presa dalla sua nuova maternità tanto da diventare ossessiva e compulsiva, e Steve, manager di successo che non riesce a integrarsi con gli amici di lei. Durante una vacanza di una settimana al mare, in una bellissima villa, vecchie storie che sembravano ormai acqua passata tornano a galla, le carte si rimescolano, e, come se non bastasse, appaiono anche Eve, la giovane amante di Jonathan che però è affascinata anche da Sam, e Patrick, l’ex di Janey, che nasconde un segreto che riguarda molto da vicino Laura. I castelli di carte stanno per crollare...

Malgrado si tratti di un semplice libro di evasione, uno di quelli che si dovrebbero leggere per passare un pomeriggio piacevole, questo romanzo risulta abbastanza pesante e poco scorrevole. La storia non riesce a coinvolgere più di tanto, mancando sia l’azione sia una vera e propria analisi dei personaggi. Si ha l’impressione che il tutto non sia che una lunga riflessione sulla vita dei protagonisti, un flashback continuo, e che tutto quello che succede si svolga nella loro mente piuttosto che nelle loro azioni. Una sorpresa finale non riesce più di tanto a riscattare tutta la storia, che non si può certo annoverare fra quelle memorabili e non lascia grosse tracce nel lettore: un intreccio di ordinari problemi, ordinari tradimenti e ordinaria insoddisfazione di mezza età.