Il ragazzo di 1000 anni
- Autore: Ross Welford
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: HarperCollins
- Anno di pubblicazione: 2020
A chi non piacerebbe vivere per sempre? Eppure, Alfie non lo consiglierebbe affatto, pur “essendosi abituato” e ammettendo che si tratta di “una cosa speciale”. Alfie Einarsson Monk ha mille anni, anche qualcuno di più, visto che è sulla terra dal X secolo. È il protagonista di un romanzo leggero come un piuma e brillante, anche un po’ spiazzante, se vogliamo, ma in modo attraente. In più, è adatto a tutti, non solo ai giovanissimi ai quali sembra destinato: Il ragazzo di 1000 anni, pubblicato nei primi mesi del 2020 da HarperCollins Italia (428 pagine, traduzione di M. Pace), a firma di Ross Welford, già giornalista e produttore televisivo che abita e scrive a Londra.
Sicché, vivere per sempre non è divertente come potrebbe sembrare. Da un millennio, Alfie è un ragazzino di 11 anni. Ne ha viste passare di epoche, ne ha dovute cambiare di abitudini, di tuniche, casacche, poi camicie, ma il suo aspetto è rimasto sempre quello di un piccoletto biondo, pallido e magro. Che noia, è il primo a dirlo. Sempre meglio, però, che sembrare per sempre un vecchio rugoso.
Era un ragazzetto e si nascondeva dai vichinghi che saccheggiavano la Britannia centrale alla foce del fiume Tyne, quando ha commesso l’errore più grande della sua vita. Perché ha combinato quel pasticcio con le viperle? Non sa dare una risposta. Era così giovane e tanto spaventato. Voleva fare qualcosa che lo rendesse più forte, per aiutare la mamma, per proteggere entrambi.
Viperle, Perle della vita: molti avevano ucciso per averle, il padre ne possedeva cinque ed era morto per custodirle. Delle tre restanti, tolta quella riservata a Ma’, le altre due erano per Alfie, una volta diventato adulto. Ma non ce l’aveva fatta ad aspettare.
Non aveva commesso una marachella, era stato un incidente, che aveva coinvolto Biffa, la gattina. A quel tempo, il piccolo contava undici inverni e li avrebbe avuti per più di mille anni, fin quando ha incontrato due nuovi, fondamentali amici, Aidan Linklater e la straordinaria Roxy Minto, gli unici ai quali chiedere aiuto.
Le viperle sono sfere che contengono un liquido denso. Mescolato al sangue, ferma il processo di invecchiamento. L’effetto si annulla solo ripetendo l’operazione con un’altra viperla, per riprendere a invecchiare. Essere cristallizzati per sempre in un’età non vuol dire però essere immortali. Un Maimorto può cadere in battaglia, soccombere a una malattia, perire in un incidente, come aveva scoperto papà Einar, un ex soldato baltico riconvertitosi in commerciante.
Ma chi attiva i poteri delle viperle e non invecchia più rischia di dare nell’occhio. Per questo, non può mantenere un’attività stabile e, vivendo una vita interminabile, non può farlo restando nello stesso posto, mentre tutti intorno invecchiano regolarmente. Non si può ingannare la gente per sempre e questo obbliga a condurre una vita da nomadi. Un trentennio nello stesso luogo è già oro colato, bisogna sradicarsi continuamente, significa ripartire da zero, dopo aver cancellato del tutto gli amici. Ne ha conosciuti tantissimi e ha dovuto sempre lasciarli senza spiegazioni, perché loro crescevano, la barba spuntava sulle guance, la testa si alzava molte spanne sulla sua, ma lui restava sempre bambino e la mamma sempre la stessa, un tantino scontrosa (a Roxy sembra una strega, sulle prime). Per secoli lui, Ma’ e la gatta hanno dovuto anche guardarsi dalla superstizione della gente e dalle accuse mortali di stregoneria.
Non è stato facile, dopo tutto non c’è molto di facile o di piacevole per un Maimorto, a parte l’aver visto succedere tutto, ricordare tanto (sebbene anche questo possa risultare un’altra condanna) e tante persone importanti. Lui ha conosciuto lo scrittore Charles Dickens, ad esempio.
Quella dell’eterna infanzia, da nascondere, e dell’urgenza di sradicarsi dal luogo in cui stai meglio, è una condizione che non riesce più a sopportare. Per questo chiede aiuto ai due amici (ha esaurito le viperle e non può annullare l’effetto su di sé). Non bastassero altre considerazioni, un Maimorto è costretto a vivere in una condizione di eterna menzogna, lo voglia o meno. Alla lunghissima, diventa inaccettabile.
Certo, quando ha confessato “ho più di mille anni”, Aidan non l’ha presa sul serio. Roxy invece è più scafata.
I tre ragazzini mettono in atto una serie di strategie per risolvere il problema di Alfie, perché la vita ha un valore e un significato solo quando si è consapevoli che dura solo per un certo tempo e quindi ogni giornata va vissuta intensamente, sapendo di non avere a disposizione un numero illimitato di giorni.
Ecco perché la caccia a restituire al bambino la caducità dell’esistenza, che si scatena nel romanzo, non genera negatività e pessimismo nei lettori, nemmeno malinconia. C’è una costante riflessione sul significato dell’esistenza, ma è sempre in positivo.
Il ragazzo di 1000 anni
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