Il risveglio dell’anima di Mariella Siviglia

“Mia madre mi picchiava e spesso mi insultava: sicuramente non meritava il mio amore. Ho semplicemente preferito andarmene via terrorizzata dall’idea di diventare come lei, avevo appena 17 anni...”

Parole dure, taglienti, quelle di Mariella, la protagonista di questo racconto vero, ma parole che ci fanno subito immergere nel mondo che vive attraverso i suoi occhi. Mariella è una bambina quando si ammala di poliomielite e dà lì passano anni di calvario. Mariella è segnata da una vita che è più vicino alla morte che altro, basata sulla sofferenza, isolata dal resto della società, divisa tra una famiglia inesistente e un istituto per handicappati. In lei però è scattata la molla della ribellione per la realtà che la circonda, la voglia di cambiare le cose e di credere nell’amore, quello che dona senza pretendere nulla in cambio.

Per guarire dall’Aids però non bastano le medicine, ci vuole l’amore e una base su cui poggiare o anche solo un abbraccio sincero. Mariella ha avuto uno spiraglio di luce: il suo compagno e la figlia. E ha voglia di esserci a questo mondo, con le sbucciature al cuore e le sue cicatrici, ma esserci per lasciare una traccia al mondo, un messaggio di speranza: non importa quanti ostacoli ci troviamo di fronte, bisogna avere il coraggio di andare avanti e di non fermarsi...

“Una vita è un diritto imprenscindibile per tutti, anche per coloro che nascono ammalati e che vengono trattati come difettati”.

"Il risveglio dell’anima" (Curiosando Editore, 2011) è una testimonianza sentita di una donna che si riscopre fragile ma forte, una donna coraggiosa che affronta le difficoltà senza tirarsi indietro, che ha già fatto i conti con la vita e con i tagli che essa procura, ma che ha voglia di curare cuore e corpo e ricominciare. Per sé, per gli amici, per una figlia speciale. Per qualcuno che la veda al di là della malattia che l’ha colpita... che la veda veramente per quello che è. Una persona. Come tante. Ma speciale.

Mariella Siviglia, nata a Torino nel 1957, vive a Prato. A 26 anni scopre di essere risultata sieropositiva al test dell’Hiv. A 28 anni nasce la figlia Maristella, nata da una relazione difficoltosa. Dopo la gravidanza le condizioni di salute si aggravano e contrae l’Aids. Incomincia il calvario delle cure e degli ospedali. A 30 anni entra in una comunità di recupero per tossicodipendenti, il Centro di Solidarietà di Prato. Collabora con il centro ascolto della Caritas di Mezzana e il Centro di Solidarietà di Prato.