Il segreto nello sguardo
- Autore: Valentina Casarotto
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Anno di pubblicazione: 2012
Memorie di Rosalba Carriera prima pittrice d’Europa
“Maritar o monacar non sarebbe stato il motto del mio destino”.
Venezia, novembre 1747. Rosalba Carriera, “eccelsa miniatrice in Venezia” arrivata alle soglie della cecità e privata dal fato crudele di quel senso per lei necessario alla vita “più del respiro, più del sostentamento, più anco dell’amore”, aveva deciso di scrivere le sue memorie, di ripercorrere quel passato che aveva fatto di lei la più grande piastrellista del tempo e la prima pittrice d’Europa.
L’autrice, docente e storica dell’Arte, ci schiude le porte sull’esistenza straordinaria di Rosalba, aiutata dai suoi diari e lettere, che tra la fine del XVII e la metà del Secolo dei Lumi fu capace di trasformare uomini in dei e donne in regine e di rendere umani principi e re con la semplice forza del suo sguardo e delle sue dita. Nell’abitazione borghese dei genitori (la madre austera e il padre introverso e taciturno) situata a San Basilio lungo il rio, Rosalba (nata nella città lagunare il 12 gennaio 1873 e ivi morta il 15 aprile 1757), fin da piccola era stata conquistata dalla nobile arte del disegno. Questo potere che per la giovinetta equivaleva a una magia, a un dono “incanto negli occhi e nelle mani” sarebbe stato “la mia passione e il mio tormento”. Una cartomante aveva predetto a Rosalba che sarebbe divenuta una donna forte, indipendente e libera dal giogo del matrimonio. L’arte era dunque la strada per essere padrona del proprio destino considerato che a quel tempo e non solo a Venezia (allora capitale d’Europa per le arti, la musica e la letteratura), la massima aspirazione delle donne destinate al ruolo di moglie e di madre era di salire nella scala sociale attraverso un’accorta politica matrimoniale. Rosalba avrebbe dunque affidato all’arte il suo riscatto dipingendo squisite e raffinate miniature su osso e avorio, fondelli grandi come il palmo di una mano come soggetti figure mitologiche e favole agresti. Queste delicate miniature sarebbero andate a ricoprire coperchi di tabacchiere, portagioie e cofanetti di cristallo per nei “la civetteria femminile del momento”. Queste commissioni richieste non solo dai ricchi borghesi veneziani ma soprattutto dagli aristocratici di passaggio nella Serenissima per il Grand Tour, testimoniavano che il nascente Settecento riformatore sarebbe presto diventato il secolo della moda che avrebbe decretato l’apprezzamento della rarità. “Il secolo che sta per arrivare porterà grandi cambiamenti nella nostra società” era stato il vaticinio del Cavalier Giuseppe Diamantini Maestro di Rosalba. La sua allieva grazie anche alla tecnica del pastello, facile da usare perché capace di conservare la fluidità e l’eleganza del tratto, avrebbe ritratto molti illustri personaggi tra i quali il futuro sovrano di Francia Luigi XV. Molti onori e futura gloria attendevano Rosalba Carriera ammessa all’Accademia di San Luca a Roma ed entrata a far parte dell’accademia reale durante il suo soggiorno a Parigi che tanto avrebbe influenzato il suo ingegno e il suo cuore. Per molto tempo il mondo sentimentale di Rosalba (legata da una tenera affinità elettiva allo scrittore d’arte, pittore e incisore dilettante Antonio Maria Zanetti “Tonino”) era stato un giardino chiuso. “Ma era destino che il turbamento amoroso bussasse alla porta del mio cuore” nelle vesti di Jean Antoine Watteau il pittore più geniale e rivoluzionario del primo Settecento francese iniziatore della pittura rococò.
La storica dell’arte ha rivelato che per scrivere questo affascinante e raffinato memoir che intreccia dati storici realmente accaduti con l’invenzione poetica ha tratto ispirazione dalla contemplazione dell’ultimo dipinto di Rosalba Carriera un autoritratto conservato presso Le Gallerie dell’Accademia a Venezia dove l’autrice allora lavorava. Il prologo è stato scritto di getto nel 2003 in seguito alla suggestione della visione dell’ultimo sguardo di Rosalba Carriera, che non solo aveva trovato un posto nel mondo dominato dagli uomini, ma soprattutto possedeva il dono di saper scrutare con intuito e realismo il volto di tutte quelle persone che ebbero la fortuna e il privilegio di posare per lei.
“Se tra breve non potrò più godere dell’armonia della natura, se diventerò presto estranea a me stessa e al Creato, voglio almeno che queste carte trattengano i miei pensieri, la mia vita”.
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