Il tramonto della realtà
- Autore: Vanni Codeluppi
- Genere: Informatica
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Carocci
- Anno di pubblicazione: 2018
Se la modernità è nata nel Rinascimento con l’invenzione della prospettiva, la quale ha consentito agli esseri umani di assumere, grazie alla propria capacità di visione, una posizione di dominio sul mondo, ora nel postmoderno tende a prevalere un’indistinzione tra l’occhio e la realtà che esso guarda, cioè tra il soggetto e l’oggetto della visione. L’occhio del replicante mostrato all’inizio di Blade Runner rappresenta dunque un’esplicita metafora dell’intensa crisi in atto per la soggettività umana.
Sono dunque tempi dispercettivi. Tempi alla Philip Dick. Tempi di ibridazioni tra realtà e simulacri di realtà. Il saggio di Vanni Codeluppi - da cui è tratta la citazione in esergo (“Il tramonto della realtà. Come i media stanno trasformando le nostre vite”, Carocci, 2018) – lo esprime a chiare lettere, a partire dal titolo. Un titolo enunciativo di un dato di fatto, prima ancora che ammonitorio. Per esempio: siamo a tal punto abituati alla realtà tradotta in pixel da stare noi stessi diventando nuova-carne pixel (“Lo schermo e il tatto: fusione con i media"). Disertiamo il reale attirati dal pedagogismo rassicurante della realtà mediatica. Ci siamo dentro fino al collo: sugli smartphone, sui pc, in foto, in tv, si consuma in progress la transustanzione homo sapiens/homo videns profetizzata da Giovanni Sartori qualche decennio fa. La sua premonizione incentrata sulla televisione, è oggi estendibile a larga parte dei media. Ancora dal "...Tramonto della realtà":
Il linguaggio concettuale (astratto) è sostituito da un linguaggio percettivo (concreto) che è infinitamente più povero: più povero non soltanto di parole (nel numero di parole) ma soprattutto di ricchezza di significato, di capacità connotativa. A causa della lunga esposizione alle immagini televisive, gli spettatori perdono dunque progressivamente la loro capacità di distinguere tra quello che è vero e quello che è falso.
Si diffida degli articoli di giornale e si prende per oro colato la facile realtà veicolata da internet. In un vagone della metropolitana mediamente affollato, otto persone su dieci viaggiano a capo chino, lo sguardo fisso sullo schermo del loro cellulare. E anche il sesso consumato sui siti porno per interposti protagonisti, risulta più stimolante (rassicurante?) di quello vissuto nella realtà. Andando avanti così, non ne avremo per molto: avremo delegato all’artificiale le residue istanze di vissuto attraverso le nostre esperienze. Per questi motivi, “Il tramonto della realtà” è un saggio dal nitore concettuale che mette i brividi. L’analisi è condotta ad ampio raggio - riguarda cioè la pervasività condotta in modo più o meno sottile da tutti gli strumenti mediatici), e sottotraccia, potenzialmente disalienante.
Il tramonto della realtà. Come i media stanno trasformando le nostre vite
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