Una diagnosi inaspettata ha imposto a Luca Berti di fermarsi, riflettere, prendere nuove posizioni nei confronti della vita e delle scelte di tutti i giorni. Cosa significa vivere con il Parkinson a quarantatré anni? Quanto pesa e quanto può scombinare il fattore-P nella vita di tutti i giorni? Vale la pena scriverlo?
Vale la pena: Luca Berti ha da poco ultimato il suo romanzo P-factor. La variabile Parkinson nella mia vita . L’autore ci ha raccontato in un’intervista la storia che l’ha portato alla pubblicazione del suo libro.
P-Factor - la variabile Parkinson nella mia vita
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- Un informatico come te decide di scrivere un libro. Come nasce l’idea di P-factor. La variabile Parkinson nella mia vita? Da dove si comincia? Quali sono i pensieri che hai dovuto riordinare?
Tutto è cominciato un po’ per caso e senza un’intenzione precisa. Dopo la diagnosi di malattia di Parkinson arrivata inaspettatamente a quarantatré anni e dopo aver vissuto una fase di mascheramento dei sintomi e delle loro conseguenze, ho abbracciato la possibilità di iniziare a confrontarmi con me stesso. Questo punto, per me un punto di svolta, mi ha consentito di fare scelte coraggiose che hanno portato a riscoprire possibilità nuove. Scrivere un’autobiografia è appunto tra quelle opportunità che non avrei mai pensato di avere o quantomeno di darmi il permesso per farla. Invece, accanto a quelle che chiamiamo brutte sorprese, la vita riserva anche inaspettato coraggio, e ho iniziato.
- Scrivere non è la tua prima passione: cosa ami fare nella vita, al di là del tuo lavoro e dell’ordinario?
Fin da giovane impegnato nel mestiere di informatico e nella delicata e complessa gestione della famiglia, ho investito sempre le mie energie nel cercare di fare tutto al massimo livello possibile: dalle attività che portavo avanti sul lavoro, allo spendermi nel ruolo di padre e marito, fino alle passioni ludiche come lo sport e il volo.
Lavorare in una grande azienda di informatica ha segnato in modo marcato il modo di intendere la vita: efficienza, produttività, razionalità. Per contro l’amore per il volo, pur essendo espressione di destrezza e competenza, contiene l’attrazione per gli sconfinati paesaggi della natura, per gli imprevedibili colori del cielo e per la bellezza del vivere il mio sogno di sempre. La scrittura delle tappe della vita incarna queste due anime duellanti: quella razionale e quella delle emozioni.
Intanto la malattia, l’imprevisto che la mia intelligenza non poteva immaginare, è entrata nella mia carne e prepotentemente ha invaso anche il mio spirito, costringendomi ad abbandonare tanto di me.
- Del tuo libro mi piace molto la consapevolezza che trapela da certi comportamenti, il rapporto che si instaura tra il personaggio e la malattia. Perché "P-factor"?
Perché oltre a essere il nome di un effetto aerodinamico prodotto dall’elica dell’aereo, è anche la variabile incognita, il fattore Parkinson. Il P-factor è stato capace di scombinare i normali piani di un’esistenza già avviata per la sua strada, eppure mi è parsa chiara l’idea che la vita non termini con una diagnosi. Attraversando i fatti della mia storia ho intrapreso una sorta di viaggio alla ricerca di nuova consapevolezza e di rinnovati significati.
- Direi che P-factor è un canto d’amore per la vita e la speranza. C’è un messaggio che i tuoi lettori devono cercare all’interno della storia?
È questa la scommessa che ho accettato di vivere e quindi di scrivere: nonostante l’esistenza sia letteralmente sconquassata da forze che agitano il corpo e deprimono la mente, sarà possibile alzare gli occhi e ringraziare per quanto amore mi circonda e quanta bellezza osservo intorno a me come in un quadro? Ed è possibile che questa vita sia di aiuto ad altri compagni di avventura come anche a chiunque sia tentato di gettare la spugna, affranto dalla difficoltà dei suoi giorni?
- Stai lavorando a qualche nuova opera?
Scrivere questo libro mi ha aiutato a mettere Luca in relazione con la malattia. Sto pensando ad un nuovo scritto in cui esplorare la relazione tra me stesso e il mondo al di fuori, gli affetti, le amicizie.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Luca Berti, autore di “P-factor. La variabile Parkinson nella mia vita”
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