Fabio Canino è nato a Firenze nel 1963, suo padre però era originario di Ischia e la madre toscana.
Eclettico e multiforme, Fabio Canino è scrittore, ma anche attore di cinema e teatro, conduttore televisivo e radiofonico. Intelligente e sensibile, ha fatto anche programmi dissacratori.
In primo piano nella comunità LGBT, non ha mai fatto mistero delle sue scelte di vita, ma non ha mai accettato di essere ingabbiato in cliché di comodo, tanto che il grande pubblico lo conosce come giurato nello show Ballando con le stelle, condotto da Milly Carlucci.
Ha all’attivo già diversi libri. Un libro di successo è stato quello pubblicato nel 2006, per i tipi di Sperling & Kupfer, Raffa Book, più che un libro uno show del sabato sera con Roberto Mancinelli. Un omaggio scanzonato e ironico alla donna televisiva più famosa in Italia e all’estero, ovvero Raffaella Carrà.
Poi nel 2016 per Mondadori ha pubblicato Rainbow Republic. Romanzo distopico gay.
Ora è uscito il suo libro più personale e sentito, Le parole che mancano al cuore, edito da Sem edizioni, un romanzo che racconta di un amore assoluto e segretissimo tra due calciatori della serie A italiana. Oggi facciamo quattro chiacchiere con Fabio Canino, che ci racconta della sua ultima fatica letteraria e non solo.
- Il titolo del tuo romanzo è molto bello. Come è nato, un’intuizione?
È nato tre anni fa dopo aver sentito Giovanni Trapattoni rispondere ad un giornalista che nel calcio di serie A non esistono gay… La cosa mi fece sorridere, ma mi fece pensare anche che era arrivato il momento di scrivere una storia d’amore tra calciatori di serie A.
Una semplice storia d’amore senza scandali e outing di nessuno. Forse l’intuizione c’era però visto che nel mondo (non in Italia ancora) si comincia a parlare di coming out tra calciatori professionisti...
- Scomodi i calciatori della serie A per un amore assoluto fra due ragazzi. Lo hai fatto per spiazzare o pensi che sia liberatorio parlare di amori segretissimi per renderli più "normali’?
Ho deciso di ambientarlo nella serie A, perché credo che sia l’ambiente con la massima pressione mediatica che si possa immaginare e quindi dove serve molto coraggio per essere se stessi.
- Perché Thiago sembra così "maturo" anche se è solo un ragazzo molto fortunato per il suo talento con il pallone, mentre Matteo è così pauroso di tutto, non avendo la capacità di sviluppare un vero dialogo amoroso?
Thiago, nonostante provenga da un ambiente molto povero, ha sempre avuto l’affetto della madre che ha fatto sì che lui sapesse cosa sia l’amore e come lo si possa condividere. Matteo invece viene da una famiglia borghese dove di amore non c’è traccia. La madre è anaffettiva e questo è tutto quello che conosce Matteo sull’amore...
- Il filosofo Diego Fusaro ha detto in un’intervista che i gay pride sono figli anche del liberismo economico. Ovvero persone che consumano sesso senza alcuna eticità, dove l’amore latita in un dichiarato individualismo?
Non sono un grande ammiratore di Fusaro… Le sue boutades ad effetto televisivo le trovo sempre esagerate e snob. Il gay pride è figlio di una ribellione sacrosanta di cui proprio quest’anno si celebrano i 50 anni.
- Quali libri recenti ti sono piaciuti e ti senti di consigliare?
Allora non voglio consigliare un libro, ma un autore da leggere o rileggere per chi lo avesse già fatto: Italo Calvino, in particolare "Lezioni americane”.
Photo credit: Stefano Casati
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Fabio Canino, ora in libreria con "Le parole che mancano al cuore"
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