In libreria dal 27 agosto 2020 il romanzo Il principe delle Arene Candide di Massimo Granchi, pubblicato dalla casa editrice Arkadia nella collana Eclypse.
Angela Meloni ha intervistato l’autore:
- Ciao Massimo benvenuto su Sololibri. Parlaci di te e della passione per la scrittura.
Buongiorno, sololibri! Grazie per l’invito. Sono nato a Cagliari nel 1974 e vivo a Siena. Lavoro nel settore pubblico della formazione professionale. La mia passione per la scrittura è nata ai tempi della scuola media durante i quali tenevo un diario in cui annotavo sensazioni ed esperienze quotidiane. Erano brevi appunti su ciò che caratterizzava la giornata e mi permettevano di riviverla e soffermarmi su ciò che mi era accaduto. Durante gli anni delle scuole superiori, ho scritto vari racconti brevi e ho partecipato a molti concorsi letterari. La mia professoressa di italiano di allora ha saputo indirizzarmi e motivarmi. Le devo molto. All’università, ho pubblicato soprattutto articoli scientifici. Erano gli anni in cui ho tentato la carriera accademica, naufragata nei tentativi falliti di superare il concorso da ricercatore dopo il dottorato. A quel punto, ho ripiegato sulla mia precedente passione, la scrittura creativa, con maggiore soddisfazione ed è nato il mio primo romanzo.
- Con la casa editrice Arkadia hai pubblicato Il principe delle Arene Candide. Raccontaci un po’ la storia. Chi sono i personaggi? Descrivili.
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Il principe delle Arene Candide è un romanzo di formazione ambientato a Cagliari negli anni novanta. Il protagonista è Edoardo, un ragazzo che vive con la sua famiglia composta da un padre ambizioso e allegro, una madre fragile e infantile, dal fratello Luca, solido e affettuoso, dalla tata Ninnina, solerte e silenziosa, e dalla nonna Carmela, saggia e ironica, giunta da Muravera per occuparsi di lui perché i genitori sono spesso assenti per lavoro. La figura della nonna è emblematica nel racconto perché contribuirà alla formazione del giovane più di ogni altro familiare. Edoardo svolge una vita normale, priva di scossoni fino alla morte di Carmela che cambierà gli equilibri e aprirà scenari inaspettati. Il mondo conosciuto dal giovane sarà messo alla prova. La realtà si rivelerà una finzione ed Edoardo sperimenterà l’abbandono, l’assenza, la tragedia e la menzogna nel suo percorso verso l’età adulta.
- Come nasce una tua storia?
Le mie storie nascono da un’idea intesa come progetto di ricerca personale. Per molto tempo rifletto sul tema che desidero affrontare e immagino come svilupparlo. Decido quale personaggio possa incarnare meglio l’argomento, scelgo l’epoca e l’ambientazione. Tutte le mie opere sono romanzi di formazione. Descrivo la vita dei protagonisti dall’adolescenza all’età adulta e cerco di indagare a fondo le emozioni, i pensieri, gli equilibri familiari e sociali, l’emancipazione personale per renderli credibili. Credo che ognuno di noi sia combattuto tra ciò che gli viene chiesto di essere e ciò che è. Crescere significa elaborare questa differenza verso la consapevolezza che ci rende unici e autonomi.
- Quando scrivi una storia segui un canovaccio dove ti ritrovi tutta la trama dall’inizio alla fine oppure scrivi di getto?
I primi mesi successivi alla riflessione su un possibile progetto di scrittura da realizzare è un periodo di elaborazione perciò scrivo di getto fino a quando la storia non si è esaurita, senza prestare attenzione alla forma o al contenuto. Non mi capita mai di sapere il finale quando comincio, ma so esattamente come intendo sviluppare il tema scelto. Una volta terminata questa fase, lascio decantare il lavoro e lo riprendo quando mi sento pronto ad affinare la scrittura e i contenuti. Successivamente, affido l’opera a un numero limitato di lettori (scrittori, editor) e attendo un loro riscontro per riflettere sulle osservazioni ricevute ed, eventualmente, riversarle su un’ulteriore revisione.
- Da dove prendi l’ispirazione?
Mi sento ispirato dalla vita di ogni giorno, dai fatti di cronaca, dagli argomenti di attualità, ma anche da un incontro o da uno sguardo. Osservo molto il mondo circostante, sono incuriosito dalle persone e mi piace camminare in città, in aperta campagna o al mare, per raccogliere suggestioni. Credo che la vita di ognuno, per quanto ordinaria possa sembrare, sia un romanzo straordinario. Quando le suggestioni incontrano la mia necessità di ricerca, nasce la storia, prima nella mia mente poi su carta.
- Perché i lettori dovrebbero leggere questo nuovo romanzo?
Il libro potrebbe descrivere la vita di ognuno di noi, fatta di prove da superare, scoperte, difficoltà e gioie. Tento di rendere ogni mia opera un bel viaggio nelle emozioni perciò Il principe delle Arene Candide è consigliato a chi ama viaggiare, anche sul divano di casa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Massimo Granchi, autore del romanzo Il principe delle Arene Candide
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