Architetto degli interni e dei giardini, scenografa, ceramista e giocatrice di bridge, il suo nome è Carla Irace, lo pseudonimo: Quintin Contreras. Quintino è il nome di un “gatto scrittore” argentino, Contreras un amico di famiglia che vive a Buenos Aires. E’ autrice di "L’amore costa caro" (Newton Compton, 2010) e "La talpa. La verità rivelata" (Atmosphere Libri, 2013).
- Benvenuta Carla, grazie per la disponibilità, ci parleresti del tuo libro? Come e quando è nata la tua passione per la scrittura?
E’ passato tanto tempo, non ricordo con precisione. Presto, comunque. Alle medie leggevano i miei temi in classe. Molto più tardi mi sono limitata a scambiare qualche sms con un’amica, e a spedire gli auguri per le Feste. Ho anche scritto delle poesie, qualcuna piacevole.
- Cosa ti ha stimolato a scrivere?
E’ iniziato quasi per gioco quando mi è stato proposto un romanzo a più mani. Desideravo dividere questa esperienza con mio figlio, e inoltre volevo provare un’emozione nuova. Lo scrivere, quindi, ha rappresentato per gradi una curiosità, una sorpresa e alla fine una passione che è esplosa al punto da catturarmi totalmente. Questo nuovo mondo, per un lungo intervallo, ha rappresentato la mia unica realtà.
- Come hai vissuto la tua prima esperienza di scrittrice?
Ho iniziato L’Amore Costa Caro con Marco e Sabrina Baldi, collega torinese di mio figlio. Una storia per giovani pubblicata da Newton Compton. Scrivere a tre mani non è stato facile. In realtà la scrittura di gruppo può creare una serie di tensioni e incomprensioni dovute alle diverse personalità. Non è semplice fondere fra loro differenti modi di sentire e di vedere la realtà. Comunque è stata un’esperienza interessante. Una volta conclusa questa collaborazione, ho deciso di imbarcarmi in una nuova avventura e iniziare la stesura del secondo romanzo. In questa storia mi sono limitata a trasferire due dei personaggi del vecchio racconto nel nuovo e a farli partire per il Madagascar, conservando solo i loro nomi: Guya e Guillaume.
- Come sei arrivata alla pubblicazione di questo libro?
Ho avuto la fortuna d’imbattermi nel dottor Mauro Di Leo, l’editore di Atmosphere libri. Avevo già spedito a più di un editore non a pagamento e dopo solo quindici giorni ho incrociato la persona giusta e ho firmato il contratto.
- Da cosa è stata ispirata la storia raccontata nel libro?
Posso dire che è nata da sola, un po’ per volta. Sapevo ancora prima d’iniziare che sarebbe stato un thriller e rifacendomi al vecchio romanzo, sentivo che il tipo umano di Guillaume, scrittore rubacuori, avrebbe finito per creare una serie di problemi a sua moglie Guya, perfino durante il viaggio… Comunque è stata di nuovo la curiosità a farmi partire per l’avventura che mi ha spinto verso territori, esperienze e ambienti ignoti. Un esperimento affascinante ma difficile. Ho dovuto pensarci a lungo e programmarmi per non perdermi. Per esempio, non conoscendo il Madagascar, è stato necessario imparare a far muovere i miei personaggi su un territorio sconosciuto dopo aver studiato a fondo le rotte aeree, le strade, le popolazioni, le religioni. Ho sentito fino in fondo, mentre me ne stavo innamorando il fascino straordinario di questo paese. Tutti i luoghi di cui parlo nel romanzo esistono realmente, per me è stato come averli vissuti. Ho imparato a conoscerli fin nei minimi particolari, non c’è niente o quasi d’inventato.
- Come hai strutturato il tuo romanzo?
Ho cercato di raccontare l’esperienza di due donne che si trovano, durante due viaggi, ad affrontare delle situazioni estreme. Ho parlato del loro coraggio, della capacità di reagire, di difendersi e rinascere di entrambe.
- Qual è il personaggio che senti più vicino?
Sicuramente Guya. Di me ha la spontaneità e l’ottimismo, e come me vive di passioni ed è sincera.
- Con questo racconto intendi lanciare un messaggio ai lettori? Quale?
Generalmente non lancio messaggi. Parlo di quello che sento vero, che lo è almeno per me. Lascio a chi legge il compito di trovarsi una risposta. Quando è possibile, mi piace anche che il finale sia vagamente irrisolto, perché il lettore possa sentirsi libero di trovare una sua personale conclusione.
- A chi consigli la lettura e perché?
A tutti quelli che sono interessati a questo genere.
- Puoi definire il tuo libro con tre aggettivi che ne rispecchino l’essenza?
E’ un libro di facile lettura, anche se tratta un argomento inquietante. E’ sincero, intenso, carico di umanità e di vita: parla di amore, di assenza di amore, di violenza e di volontà di rinascita. Chiedo scusa, ho usato più di tre aggettivi…
- Cosa ti aspetti dal tuo futuro di scrittrice? Hai sogni nel cassetto?
Per il momento aspetto l’ispirazione… poi si vedrà. Grazie e per ora, ciao!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Quintin Contreras ovvero Carla Irace
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