Sandra Petrignani, nata a Piacenza il 9 luglio del 1952, vive a Roma e nella campagna umbra.
E’ autrice negli anni Ottanta e Novanta di Navigazioni di Circe (Premio Morante Opera Prima), di Vecchi e delle interviste a grandi scrittrici italiane Le signore della scrittura.
Photo credit: Pasquale Comegna
Le sue opere più recenti sono
- Dolorose considerazioni del cuore (Nottetempo 2009),
- E in mezzo il fiume. A piedi nei due centri di Roma (Laterza 2010).
e nel catalogo Neri Pozza figurano:
- il fortunato La scrittrice abita qui, pellegrinaggio nelle case di grandi scrittrici del ‘900;
- i racconti di fantasmi Care presenze;
- il libro di viaggio Ultima India
- il recente bestseller Addio a Roma.
Il catalogo dei giocattoli
La raccolta di racconti Il catalogo dei giocattoli, pubblicata da Theoria (1988), ristampata da Baldini & Castoldi nel 2000, viene nuovamente editata da Beat (in libreria dal 20 novembre 2013). Storia di un’infanzia è il sottotitolo evocativo di questo libro dedicato al figlio Guido,
“malinconico quanto basta, soprattutto minuzioso, redatto con il distacco dello storico, dell’archeologo, del paleobiologo”,
come scrive Giorgio Manganelli nella Prefazione Dove esiste ciò che non esiste. Un amarcord che ha “il sapore di fotografia di un tempo lontano nel tempo”, la cui struttura “voleva essere un omaggio a un amatissimo narratore italiano, Italo Calvino”, che comprende oggetti che hanno accompagnato i nostri primi anni di vita:
- l’altalena (“una tavoletta di legno liscio che accarezzava tiepida le cosce”),
- le pentoline di rame (“perfettamente identiche a quelle grandi appese in cucina”),
- gli orsacchiotti (“sono tra i giocattoli, i più affettuosi. Mai invadenti, né possessivi”)
- la girandola (“nessuno è mai andato pazzo per questo giocattolo. Eppure tutte le volte che in piazza appariva il venditore di girandole ogni bambino ne voleva una”).
Sessantacinque giocattoli (biglie, aquiloni, birilli, Lego, Matrioska, pattini, Pongo, fionda, ecc...), descritti con amore e pazienza, testimoni muti del cambiamento della società, come la Barbie (“non era una bambola, era un’aspirazione”), che rievocano un mondo meraviglioso, dove tutto sembrava possibile e che ciascuno di noi conserva nel proprio animo.
“Caleidoscopio: Il tubo è di cartone decorato e tenerlo in mano dà una sensazione di calore. Al minimo movimento, proviene dall’interno uno scalpiccio di piccole zampe in fuga, un rotolare di granelli. Impegnativo e faticoso guardarci dentro”.
Intervista a Sandra Petrignani
- “I padri erano presenze domenicali e affettuosi, le madri sempre trafelate... ”. Signora Petrignani, com’è stata la Sua infanzia e com’era da bambina negli anni Cinquanta?
Ero malinconica e solitaria, ma per fortuna condividevo un grande spazio condominiale, che era più di un cortile, era un giardino molto grande con tanti altri bambini di età differenti. Così costituivamo una banda e quando il tempo lo permetteva passavamo le giornate all’aperto in piena libertà. È stata un’importante scuola di vita, al riparo da intromissioni adulte, una scuola d’indipendenza.
- “...gli occhi degli orsi sono affascinanti. Tristi e rotondi, suggeriscono fedeltà, arrendevolezza”. Qual era il Suo giocattolo preferito?
Senz’altro l’orsacchiotto. Lo amavo morbosamente.
- “Chi protesta per la scomparsa degli aquiloni? Qualcuno li rimpiange?”. Possiamo paragonare gli oggetti che hanno rallegrato i nostri primi anni di vita alle madeleine di proustiana memoria?
Ah, sì. Tutto il libro è un esercizio proustiano: ritrovare magicamente attraverso un oggetto, un odore, un sapore un tempo perduto, rivivendone l’esperienza concretamente.
- Nella Prefazione del volume Manganelli scrive che “un catalogo di giocattoli non è inevitabilmente un libro di struggenti rievocazioni infantili”. Scrivendo il libro quale tipo di emozione desiderava trasmettere al lettore?
Non mi preoccupo mai di suscitare emozioni precise. Mi basta suscitare emozioni in generale, che saranno anche molto diverse -magari- da quelle che ho provato io scrivendo. L’esperienza mi ha insegnato che esistono tante letture di un libro riuscito, quanti sono i lettori. Ognuno ha la sua.
- Il successo di Addio a Roma, splendido viaggio nella vita culturale della Capitale tra il 1950 e il 1970 ha riportato alla luce un periodo straordinario, unico. In fondo aveva forse ragione Ennio Flaiano quando pronunciò la frase “Coraggio, il meglio è passato”?
È una frase a effetto che lui riferiva a un periodo ancora più antico. Io preferisco l’immagine dell’Angelus Novus di Walter Benjamin che guarda indietro, ma procede in avanti. È la mia idea della storia, del tempo: portarsi dietro il passato, ma senza rimanerne prigionieri. Lasciarsi trascinare dalla tempesta del presente, esserci dentro interi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Sandra Petrignani, in libreria con “Il catalogo dei giocattoli”
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