Arianna Franceschi, nata a Iglesias (CI) nel 1980 è sarda d’origine, per scelta e per passione, vive e lavora nella sua città natale. Nel 2012 ha pubblicato Profumo di terra e fragole (Edizioni della sera) e ha preso parte al libro 99 Rimostranze a Dio (Ottolibri Edizioni). Nel 2014 ha pubblicato Cuor di Sardegna (Edizioni della Sera) “una lunga dichiarazione d’amore” per la sua terra.
È da poco disponibile l’e-book Quante cose so di te (Lettere Animate in accordo con Agenzia Letteraria Studio Garamond), dedicato “A Sergio e Martina”, storia di un uomo il quale osservando attraverso una grata “diventa spettatore di qualcosa che ogni giorno pare non trovare limiti nel complicarsi”.
Alex lavora per una piccola ditta di manutenzione del verde, all’improvviso viene buttato fuori di casa dalla sua ex compagna che ha trovato un nuovo amore che ora occupa lo spazio che pochi giorni fa apparteneva a lui. “Io non sono più per Lei”. Quando tutto sembra perduto, il trentaquattrenne incontra Claudia, una giovane ragazza in pericolo, da proteggere. Davanti agli occhi interessati di Alex scorre una pellicola che rivela scene e verità che “mi piacerebbero se non ci fossero, se solo non andassero a travolgere la pelle di Claudia”. Raccontando un periodo cruciale nella vita di Alex, la sensibile autrice dimostra come l’esistenza di ciascuno di noi sia un moto, un’evoluzione costante, giacché “toglie, restituisce, inganna, dona...”.
- Arianna, per la stesura del testo hai tratto ispirazione da un fatto realmente accaduto?
Domanda molto interessante dalla risposta un pochino complessa. La mia vita lavorativa è cominciata vendendo biciclette e sono rimasta immersa in quel particolarissimo mondo per ben sette anni. Tre di questi anni li ho passati nella zona nord oltre la città di Milano. Le vicende del libro viaggiano proprio in sella al mondo delle due ruote a pedali. Si può immaginare, durante questa esperienza di lavoro, quante cose abbia visto e sentito. Sicuramente sono stata ispirata da alcuni personaggi e fatti di cui sono venuta a conoscenza, anche solo per sentito dire, poi la fantasia ha lavorato ed elaborato, costruito e concepito sia le vicende di Claudia e di Alex sia le loro anime e personalità. Avevo bisogno di creare quel gioco del “sapere e non far sapere” e così mi sono ricordata dei condotti d’areazione che spesso sono nei capannoni e nelle officine e ho posizionato quella grata, facendone il fulcro attorno a cui ho voluto far muovere tutto.
- Il protagonista del romanzo sembra muoversi su un doppio binario: sente il bisogno di reagire all’abbandono della sua ex ma al tempo stesso sembra stagnare in un dolore terapeutico. Che cosa ne pensi?
Per scrivere questo romanzo ho rischiato un bel po’, rendendomi portavoce di pensieri e reazioni maschili. Ho provato a immaginare un uomo che fosse sufficientemente forte da non arrendersi ai dolori della vita, cercando comunque l’amor proprio e nutrendolo col coraggio. Ma ho voluto fare di Alex anche un uomo con una sensibilità tale da avere la tentazione e la voglia di cedere e non rialzarsi, almeno per il tempo in cui il suo coraggio torni a caricarsi. Un uomo che non teme di soffrire e di mostrarlo ma che non ha alcuna intenzione di buttare la sua vita, mettendo la propria felicità nelle mani di chi non la merita.
- Quanto è importante per Alex l’amicizia e il sostegno dell’amico e compagno di lavoro Carlo?
Credo che l’amicizia tra Alex e Carlo sia semplicemente la proiezione di quanto ci si aspetta e si desidera da un amico vero e sincero in un momento di debolezza e sconforto. Carlo è la stampella dell’animo di Alex, fino a che il suo stesso animo non ritrovi vigore e ricominci a zoppicare prima e camminare poi, con nuova forza.
- Che cosa rappresenta Claudia per Alex?
Forse l’inaspettato, la fune che può farlo risalire dal baratro. Lei diventa, in modo completamente inconsapevole, una nuova ragione di vita per Alex, la fiammella che riaccende speranze e che, riportando luce alle giornate, crea in lui stupore e nuova voglia di meravigliarsi.
- Dopo un originale libro dedicato alle piante e alle ricette, una pubblicazione dedicata alla tua passione per tutte le cose visibili e invisibili e un testo incentrato sulla tua terra d’origine, questa volta hai rivolto l’attenzione al romanzo. Da dove è nata questa esigenza?
Quante cose so di te a dire il vero è nato ben due anni fa. In realtà è il mio libro di mezzo, anche se esce solamente adesso. Sono sempre stata affascinata dal romanzo, dalla complessità degli eventi e dall’emotività che vi si può sprigionare. Così, da una semplice idea, ho steso un canovaccio che poteva avere la possibilità di diventare romanzo e ci ho voluto provare. Una cosa è certa… emotivamente è stato sfiancante, almeno per me. Nello scrivere ho vissuto ogni singola emozione di ognuno di quei personaggi. Ho sofferto e gioito, temuto e provato delusione. Sono stata dentro ogni singola persona che compone il romanzo. Non mi sarei mai aspettata una tale pressione emotiva. Ma la soddisfazione finale è stata enorme.
- Secondo una recente indagine Nielsen commissionata dall’AIE (Associazione Italiana Editori) c’è una ripresa delle vendite nelle librerie indipendenti a scapito di quelle di catena e della grande distribuzione, in pesante flessione. Tradizionalmente le librerie piccole sono frequentate dai “lettori forti”, tutto questo rappresenta la vittoria del “libro di qualità”?
Le piccole librerie indipendenti hanno la qualità unica di scegliere i libri uno per uno, di conoscerli e poterli poi consigliare ai clienti. Ci sono tantissime case editrici che pubblicano autori emergenti e con grande talento, che non trovano quasi mai spazio nella grande distribuzione. È la vittoria della possibilità e della qualità. Un emergente scrive con passione e dedizione totale, con bellissime sorprese per il lettore.
- Sei un’abituale frequentatrice di una libreria indipendente in particolare, dove c’è la figura del librario che consiglia i clienti/lettori sui libri da acquistare?
La Libreria Duomo di Giancarlo Loi, a Iglesias, è una piccola grande oasi della letteratura di qualità. Capeggia la figura del libraio appassionato ai libri e al suo lavoro. Realtà che vanno salvaguardate come patrimonio culturale vivente!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista ad Arianna Franceschi, autrice di “Quante cose so di te”
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