L’autrice Lucrezia Scali, con Te lo dico sottovoce, il suo primo romanzo d’amore, autopubblicato, ha conquistato nel 2015 il cuore dei lettori ed è riuscita ad approdare alla casa editrice Newton Compton, con cui ha pubblicato: L’amore mi chiede di te (2017), Non chiedermi perché (2018) e, infine, Ci vediamo presto (2019), il seguito de La distanza tra me e te.
- Ciao Lucrezia, sono contenta che tu abbia accettato di essere intervistata. Allora, partiamo da come è nato il tuo amore per la scrittura.
Ciao e grazie a te per questa opportunità. Scrivo e leggo fin da quando ne ho memoria. Da bambina riempivo pagine di diari segreti, per poi passare a scrivere racconti di fantasia e alla fine dei lunghi romanzi. Ho sempre avuto la testa piena di pensieri e di storie da voler raccontare. È il mio modo per evadere dalla realtà e ritagliarmi un momento tutto mio.
- Da poco è uscito nelle librerie il tuo nuovo romanzo, Ci vediamo presto, che è il seguito de La distanza tra me e te. Come mai hai deciso di continuare la storia?
Quando ho scritto La distanza tra me e te era chiaro fin dall’inizio il finale che volevo dare. Era un rischio, lo sapevo fin dall’inizio, ma era una scelta consapevole quella di lasciare l’ultima parola al lettore. Leggere le ultime pagine e scuoterlo, nel bene o nel male.
Con il passare del tempo ho iniziato a ricevere tanti messaggi e richieste di un seguito. Ai lettori non bastava l’immaginazione, volevano una vera fine e la volevano da me. Così ho ripreso in mano questa storia e il resto è venuto da sé. È stato bellissimo incontrare di nuovo Isabel e Andreas, mi erano mancati tantissimo.
- È stato difficile scrivere questi due libri?
Sì e no. È stato difficile sotto il punto di vista alternato uomo e donna, perché è davvero complicato entrare nella testa di un uomo e rendere credibile il suo personaggio e la sua parte. I dialoghi e i pensieri devono reggere e non rischiare di lasciar prevalere la parte femminile dell’autrice. Per il resto è stato il romanzo che ho scritto con meno difficoltà e in pochissimo tempo. È una storia attuale, nata per caso in seguito a delle chiacchierate con amici. Mi sono resa conto di come i social possono avvicinare e allontanare le persone, e questo è stato il punto di partenza del mio romanzo.
- Te lo dico sottovoce è stato il tuo primo romanzo. Come sei arrivata alla pubblicazione con la Newton?
Nel 2011 ho aperto il mio blog Il libro che pulsa, lì sopra condividevo i miei acquisti e le mie letture con altri utenti. Questo mi ha permesso di avvicinarmi al mondo dell’editoria e a quello di molti autori che avevano intrapreso la strada dell’autopubblicazione. Così, dopo aver terminato il mio romanzo, ho valutato tutti i pro e i contro e ho scelto la strada del self-publishing. Purtroppo la pazienza non è un mio pregio e non me la sentivo di aspettare i tempi lunghissimi di valutazione del manoscritto. Sono stata molto fortunata, il romanzo è balzato subito in cima alle classifiche e lì è rimasto finché non mi ha contattato la Newton Compton ed è stato tolto dalla vendita.
- Pensi di proseguire con questo genere?
Pensa che scrivo storie d’amore e poi ne leggo pochissime. Lo so, è strano, ma nella realtà sono una donna poco romantica. Forse è questo il motivo, quando scrivo riesco a far uscire una parte di me che normalmente fatico a mostrare ed è una sensazione davvero piacevole. Credo che continuerò a parlare d’amore, però al tempo stesso mi piace mettermi alla prova e chissà... Magari un giorno scriverò un thriller psicologico.
- Cosa sogni?
Ho un difetto: sogno troppo. Non mi pongo limiti e fantastico anche su cose che difficilmente potranno avverarsi. Quello che desidero è essere felice per quello che ho e non sprecare tempo a rimpiangere quello che non ho.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista alla scrittrice Lucrezia Scali, in libreria con Ci vediamo presto
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