Italo Balbo. Il gerarca che oscurò Mussolini di Giordano Bruno Guerri

Giordano Bruno Guerri, storico e presidente della Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani”, è un autore fondamentale per comprendere il Ventennio fascista. Tra le sue pubblicazioni ci sono testi chiave che hanno permesso a moltissime persone di conoscere, nel dettaglio, i protagonisti della scena politica della prima metà del Novecento. Uno di questi è Italo Balbo. Il gerarca che oscurò Mussolini (La nave di Teseo, 2024), libro che, anche con l’aiuto di documenti inediti, cerca di raccontare la vita di uno dei quadrumviri della marcia su Roma.

Se il fascismo nacque a Milano, fu a Ferrara, con Balbo, che trovò la formula del successo nell’accordo con gli agrari e nell’organizzazione militare dello squadrismo.

Il testo, che si apre con il racconto dell’infanzia del gerarca, permette di capire come Italo Balbo, già prima della fondazione dei Fasci di combattimento, si sia avvicinato alla figura di Mussolini, il quale, alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia, era a capo dei Fasci d’azione. Guerri, in questo modo, sviscera l’indole del quadrumviro, che già in tenera età dimostrava interesse per la politica, per l’aeronautica e per lo scontro fisico. Infatti, quello che allora era un ragazzo, dopo essere stato mandato a casa nel 1915, verrà richiamato al fronte ben volentieri nel 1917.
Balbo, che era sempre stato un mazziniano repubblicano, non partecipò sin da subito al movimento fascista ma si avvicinò, fino a entrare a farne parte, solo dopo essersi laureato, cioè verso la fine del 1920. Il padre dello squadrismo ferrarese iniziò a spargere sangue nella sua città natale due anni dopo la fondazione dei Fasci a Milano.

Il libro dà un quadro completo della persona che, anche con le sue azioni criminali, diventerà protagonista della storia italiana. Infatti, è colpa sua l’utilizzo dell’olio di ricino e l’introduzione della camicia nera come uniforme ufficiale della milizia fascista. Il testo accompagna il lettore in tutti i punti chiave; per esempio, in un solo lungo capitolo, viene spiegata la sua importanza nell’organizzazione della marcia su Roma. Balbo, insieme ad altri, fu tra coloro che spinsero Mussolini a una presa del potere illegale, tant’è che è anche a causa sua se, nel 1922, non si fondò il governo Facta con la collaborazione in parlamento dei fascisti, i quali, da quasi un anno, erano diventati un partito e non più un semplice movimento.
Il libro riesce splendidamente a raccontare il rapporto singolare tra Balbo e Mussolini, il quale nel 1933, dopo la famosa crociera del Decennale che rese conosciuto il quadrumviro in tutto il mondo, arrivò a un punto di non ritorno. La fama del gerarca oscurava il duce e lui, anche spaventato del potere che stava assumendo il ministro dell’Aeronautica che da molto tempo dimostrava insofferenza rispetto ai cambiamenti del regime, decise di mandarlo in Libia.
L’autore, anche con l’utilizzo di documenti inediti, permette al lettore di scoprire molti retroscena fondamentali del periodo, come la strana morte a Tobruk nel 28 giugno 1940 del governatore e la sua lunga corrispondenza con il capo dello Stato, con De Bono, con lo scrittore Curzio Malaparte e con il giornalista Nello Quilici.

Fu un errore che gli costò la vita e che aveva, ancora, le radici nella personalità di Balbo: la presunzione di chi ce l’aveva sempre fatta, la certezza irragionevole, propria della celebrità, di venir riconosciuto, e il disprezzo dell’aviatore – del sostenitore della superiorità dell’aviazione contro le forze di terra – verso la contraerea.

Italo Balbo. Il gerarca che oscurò Mussolini di Giordano Bruno Guerri è un testo fondamentale, che, con molta semplicità e chiarezza, racconta la storia di uno dei controversi protagonisti del Ventennio. E lo fa mettendo in mostra i crimini di un uomo che spinse Mussolini alla dittatura e che, nonostante i suoi indubbi successi aerei e il suo odio profondo nei confronti dei nazisti, fu tra i colpevoli di un governo il quale portò allo sfascio l’Italia, gli italiani e i paesi colonizzati.