L’Orlando di Barbaro. L’Ultima Chanson de Geste tramandata oralmente in Europa di Carmine Lupia, Raffaella Lupia

L’Orlando di Barbaro. L’Ultima Chanson de Geste tramandata oralmente in Europa (Città Calabria Edizioni) di Carmine Lupia e Raffaella Lupia percorre la storia, la toponomastica e la memoria del Medioevo nel territorio della città di Barbaro, della quale sono rimasti soltanto i ruderi. Si tratta di un luogo misterioso, situato su una suggestiva rupe nella vallata del Campanaro, tra Sersale e Zagarise, il cui ricordo si ammanta di leggende. Gli anziani del posto hanno tramandato per via orale racconti che richiamano l’epopea dimenticata di valorosi paladini i cui nomi coincidono con quelli della “Chanson de geste”. Secondo questi racconti Barbaro sarebbe caduta sotto il dominio dei Saraceni e Carlo Magno sarebbe intervenuto mandando il mitico Orlando e altri valorosi paladini a liberare la città.

L’opera è arricchita dalle bellissime illustrazioni di Emiliano Cistaro, dalla prefazione della professoressa Chiara Fera e dalla presentazione dell’archeologo Francesco Cuteri. Questo libro rappresenta un vero e proprio viaggio nel tempo che fa scoprire le meraviglie di un paesaggio incantevole e dei resti materiali di popolazioni che hanno lasciato tracce indelebili nella memoria dei luoghi. Un punto focale del libro è la toponomastica, considerata fondamentale per comprendere i luoghi e colmare le lacune della storia. La metodologia della ricerca portata avanti dai due autori si basa sulla memoria orale e sul riscontro con i toponimi.

Tra miti e leggende, realtà dei resti materiali, toponimi e racconti orali, si possono riannodare i fili di una storia che, se anche non coinvolge direttamente i paladini più noti, ci ricorda che la Calabria è stata luogo di scontri tra popolazioni nordiche che, mirando al Mediterraneo, contrastavano l’avanzata dei Saraceni. La storia della Calabria è un puzzle fatto di pochi pezzi e tanti vuoti; questo libro accende una luce e consente di aggiungere tasselli importanti mentre ci affascina con le immaginifiche visioni delle rupi ferruginose su cui si abbarbica l’antica città di Barbaro e che ci fanno apparire il mitico squarcio della spada nella roccia.