L’amore possibile di Guy Corneau

Non c’è niente di più desiderato e temuto dell’amore. Desiderato perché può essere fonte di immensa felicità e temuto perché può causare pene infinite.
La vita a due è complessa e richiede cura e attenzioni, altrimenti rischia di diventare un vero e proprio campo di battaglia.

Guy Corneau, psicanalista di formazione junghiana, nel libro L’amore possibile (Corbaccio, 2000, trad. Isabella Bolech) spiega come i problemi nei rapporti di coppia derivino spesso dalle relazioni familiari difficili vissute nell’infanzia e la giovinezza. Diventa quindi importante riuscire a liberarsi delle relazioni problematiche rimaste in sospeso.
Per riuscire a vivere felicemente l’amore e la vita è necessario comprendere e accettare il passato e utilizzarlo come occasione per prendere coscienza di se stessi.

Diventare se stessi è un bisogno inalienabile che secondo Jung è un processo in quattro tappe: rendersi indipendenti dal passato, acquisire competenza nelle relazioni, diventare ciò che ci si sente di essere, e alla fine diventare “intero”, cioè senza più contrapposizione tra identità e comunità, tra singolo e universale.

L’amore felice è possibile se si è in grado di costruirsi una solida individualità.
La regola fondamentale è riuscire a essere una coppia pur rimanendo due persone distinte e essere due ma riuscire a essere uniti: conciliare li bisogno di unione e quello di separazione, il bisogno di stare insieme e quello di autonomia.
Prima di tutto bisogna essere capaci di amare se stessi, cioè smettere di essere inflessibili e arrivare a perdonarsi e a riconoscere il proprio valore. La stima di sé è indispensabile per evitare di cadere in relazioni di dipendenza.

La creatività è uno strumento potente di aiuto, così come la comunicazione. Creatività e comunicazione permettono di trasformare ferite, debolezze, ossessioni e traumi in una espressione di se stessi. Solo confrontandoci con l’ombra che portiamo dentro è possibile raggiungere la libertà e la gioia.