L’ordine delle stelle di Monika Zeiner

L’ordine delle stelle di Monika Zeiner (Keller 2015, titolo originale Die ordnung der Sterne uber Como, tradotto da Roberta Gado) è il sorprendente esordio letterario finalista al Deutscher Buchpreis della cantante e autrice tedesca, nata nel 1971, che ha pubblicato diversi radiodrammi e canta nel complesso di swing italiano “marinafon”, per il quale compone anche i testi.

“A tarda sera di un giorno che a giudicare dal tempo doveva essere tra novembre e febbraio, Holler ricevette la visita inaspettata di sua moglie, venuta, così disse lei, a prendere un paio di cosette”.

Erano stati sette gli anni di matrimonio tra Tom Holler, pianista jazz e la sua ex consorte Hedda. Ora era finito tutto, amore compreso.

“Prendi pure tutto quello che vuoi”.

Hedda con cinica freddezza aveva preso tutti gli oggetti che gli interessavano, eccetto il lettore Mp3 che era risultato introvabile. Quando Hedda se n’era andata e a Tom il silenzio da boccia di vetro che era seguito era risultato perfetto, il musicista aveva compreso che la sua ex moglie, a differenza di lui, doveva aver sempre saputo esattamente cosa apparteneva a chi. Hedda doveva aver percepito con assoluta chiarezza, dopo sette anni di convivenza, i contorni, i confini dei propri oggetti e della propria persona, mentre per lui i margini di ogni cosa erano sfumati da un pezzo, confusi

“l’uno nell’altro come nell’acquerello di un dilettante, una chiazza sbavata di colori sporchi”.

Provvidenziale quindi si era rivelato il tour che avrebbe portato il Quartetto Mare con Tom Heller al pianoforte, in giro per l’Italia: Genova, Roma, Napoli, Palermo. Nella città partenopea viveva da tanti anni una vecchia conoscenza di Tom, il medico anestesista Betty Morgenthal, sposata con Alfredo, un giornalista italiano. La coppia proveniente dal rione caotico, rumoroso e socialmente svantaggiato di Montesanto, si era da poco trasferita ad abitare nella collina borghese del quartiere del Vomero. Quando ogni giorno Betty si recava al policlinico per iniziare il proprio turno di lavoro doveva attraversare piazza Vincenzo Bellini, dove si trovava l’enorme edificio rinascimentale del conservatorio. Quel mattino dal palazzo provenivano degli accordi di pianoforte, preludio di un Lied di Schumann,

“seguito dalla linea del canto che si librò dalla finestra aperta come un raggio di sole al rovescio”.

Ciò aveva fatto ripensare a Betty al suo desiderio di diventare una cantante, a quando un tempo orami lontano aveva meditato di abbandonare gli studi di Medicina nella città natale di Tubinga per frequentare il Conservatorio Hanns Eisler di Berlino. Ora, complice un messaggio lasciato nella segreteria telefonica del solista di pianoforte, stava per diffondersi nell’aria una nuova melodia.

“Ciao... Ciao Tom. Sono Betty Morgenthal. Ho letto sul giornale che suonate a Napoli. Mi farebbe piacere venire al concerto. Magari dopo potremmo andare a bere qualcosa insieme. Puoi... chiamarmi se ti va...”.

Amore, amicizia e musica s’inseguono nel romanzo, nel quale l’autrice, che ha studiato Filologia romanza e Storia del teatro a Berlino e Napoli, racconta il seguito di una storia iniziata vent’anni prima, ambientata tra l’Italia e la Germania, protagonisti tre giovani, Tom, Marc e Betty dal diverso destino.

“Amore e morte esistono, non c’è altro da dire”. Roland Barthes.