L’uccello dalle ali d’oro
- Autore: Yi Munyol
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Giunti
La pittura orientale è fintamente minimalista.
Una pianta di bambù è la concentrazione verosimile di un mondo intero, di una vita completa.
François Cheng, francese e grande esperto di cultura orientale, ha studiato e diffuso un pensiero diverso per avvicinarsi ad un paesaggio cinese o giapponese: l’esaltazione di spazi inesistenti, del vuoto.
Il vuoto e il pieno sono in trasformazione continua, in una alternanza di vita. Non c’è un attimo di inesistenza, di sospensione, il soffio vitale e la via prevalgono sempre.
Il tratto deriva dal pennello, a sua volta deriva dal polso, dal braccio e così via. Il percorso del segno sul foglio bianco è immediato ma il tragitto dell’intelletto è lungo.
Partendo da un insieme fondamentale, si può tracciare un segno se il pittore ed il fruitore finale sono incamminati lungo la via.
Il tratto è la rappresentazione dell’uomo puro e di valore.
Consapevole di una esistenza forte e di tanta volontà, mai deve trasformarsi in vanità.
Soktam è un grande maestro. Gli è affidato per la sua cura il giovane Kojuk, senza più famiglia.
Kojuk è dotato di immenso talento, ma il suo tutore si rifiuta di insegnargli, allora si prodigherà da solo allo studio.
Soktam non è contento di lui. Successivamente sarà costretto a prenderlo come suo discepolo, ma lo giudicherà sempre con rabbia. Perché?
Kojuk ha talento ma la sua persona non è libera, la via gli è ignota, non riesce a distaccarsi. Vanitoso, geloso delle proprie opere abbandonerà irriconoscente il maestro per avere la sua vita.
Solo nel momento della morte del maestro comprenderà il suo insegnamento.
Numerose chiavi di lettura in un racconto ricco di tradizione e di cultura confuciana, sarà lo stesso Maurizio Riotto, traduttore ed autore della postfazione a scrivere:
“non sempre il progresso rende migliore l’umanità” (Pag. 126).
In una società coreana dove essere giovani è un difetto, quest’affermazione di un profondo studioso indica un cambiamento sociale notevole.
Contemporaneamente è in atto una vera guerra generazionale fra maestro e discepolo.
Nonostante la sufficienza e la rabbia, il maestro nasconde tanta considerazione per un ragazzo con potenzialità ma incapace di liberarsi della propria superbia.
Il finale è purificatore e fiammeggiante.
L’uccello dalle ali d’oro, simbolo maestoso di una realizzazione e della consapevolezza umana verrà visto solo alla fine, quando un fuoco impazzito distruggerà ogni segno della propria vanità.
Yi Munyol, autore prolifico e variegato, è fra i pochi scrittori capace di far comprendere una realtà coreana e orientale all’esterno. Riesce ad essere incisivo, anche se gli manca la coralità di altri suoi romanzi, puntando tutto sul ricco confronto fra i due estrosi e capricciosi personaggi.
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