L’uomo che vendeva l’aria in Terrasanta
- Autore: Omer Friedlander
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: NNEditore
- Anno di pubblicazione: 2023
L’uomo che vendeva l’aria in Terrasanta (NN Editore, 2023) è un raccolta di racconti curiosi, interessanti tra presente e passato capaci di portare i lettori alla scoperta e conoscenza del mondo di Israele.
A raccontarci questa umanità sfaccettata, complicata, tormentata, ma anche piena di speranze, ci pensa Omer Friedlander arrivato a noi grazie alla pubblicazione di NN Editore e alla traduzione di Irene Abigail Piccinini.
Nel testo si alternano diversi racconti, veri e propri episodi di vita e di esistenze che possono essere letti in sequenza o in modo del tutto causale.
Protagonista che ritorna è la “Terra santa” con l’umanità che la popola.
C’è un po’ di tutto tra le pagine della raccolta, a dimostrazione del fatto che il tempo passa, ma le azioni storiche e il comportamento degli uomini resta quasi sempre invariato e uguale a sé stesso e il genere umano in certi casi non solo vive, ma cerca di sopravvivere.
Per esempio, il protagonista del racconto che dà il titolo al libro di Friedlander è un po’ un furbacchione sempre pronto a intortare i turisti vendendo loro bottiglie contenenti l’aria della Terrasanta. Un’azione di persuasione del prossimo che gli permette di avere una fonte di guadagno per lui e per la figlia Lali. Già, la piccola di solito vive con la madre e si trova solo sporadicamente con il padre, ma quando i due sono insieme tra loro c’è affetto e pure un pizzico di complicità:
“Mister sir” disse Lali in inglese, come si erano esercitati “che cosa c’è qui dentro?”
“Oh, queste? Vendo solo aria”.
“Aria? Perché qualcuno dovrebbe comprare l’aria?”
“Questa non è aria qualunque. È molto speciale. Ti rivelerò un segreto”.
La vita di Simcha, perché è così che si chiama il protagonista, è però al margine; nel senso che l’uomo è povero, non ha i soldi per badare a sé stesso e alla figlia, quindi il suo più che un vivere è un desolante tentativo di sopravvivere alla giornata, dove incombe sempre il rischio di perdere tutto quel poco che ha.
Accanto a lui ci sono madri che hanno perso i figli nel perenne conflitto tra israeliani e palestinesi, impegnate a trascorrere i giorni della loro vita lì, nei pressi di quel check-point dove tutto è per sempre cambiato e dove è nato quel dolore costante e perenne che lacera, consuma, e che scatena anche quella forza per gridare “Basta”.
Non mancano poi i due studenti pronti a tutto pur di fare bella figura a scuola, tanto da accogliere in casa uno sconosciuto chiedendo lui di impersonare il loro nonno sopravvissuto ai campi di sterminio per raccontare di fronte alla classe quello che ha passato. Un ruolo accettato dall’anziano che nel corso del tempo rivelerà però poi quale essere la sua vera natura, ben diversa da quella creduta e architettata dai ragazzi.
Non mancano neppure giovani contrabbandieri innamorati, speaker radiofonici alla prese con l’esercito e la guerra a Beirut nel 1982, coltivatori di arance a Jaffa o venditori di scarpe con i tacchi a spillo che hanno tante storie da raccontare sui clienti entrati in negozio, ma anche sul passato vissuto sulla propria pelle.
L’uomo che vendeva l’aria in Terrasanta è il libro di esordio per Friedlander, (classe 1994) dove l’autore non fa altro che tratteggiare in modo accurato la geografia del mondo di Israele – elemento che mi ha riportato alla memoria i romanzi di Eshkol Nevo- e, allo stesso tempo, delineare i sentimenti, i comportamenti e le gestualità di un popolo fatto da persone che si tramandano nel tempo e nello spazio, dal passato fino ai giorni nostri per raccontarsi nel loro vivere quotidiano.
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