

La Belva di via San Gregorio. La nuova indagine della magliaia Delia
- Autore: Mauro Biagini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fratelli Frilli editori
- Anno di pubblicazione: 2025
È un appuntamento fisso per chi ama i gialli e i noir. Lo scrittore Mauro Biagini ha adottato nella sua immaginazione creativa il quartiere di Porta Venezia, a Milano, zona che negli anni è diventata un’attrazione per turisti, ma soprattutto perché rappresenta il cuore del centro di Milano che, anno dopo anno, si riqualifica con gli appartamenti sempre più cari e gli artisti di successo che ci risiedono. Per Biagini, dopo sei libri che gravitano in Porta Venezia, a volte si ha l’impressione che la qualifica di giallista stia stretta, perché in altri ambiti creativi avrebbe parlato di questo pezzo di Milano. Come cronista, come pubblicitario. Questo nuovo giallo noir ha come titolo La Belva di San Gregorio. La nuova indagine della magliaia Delia (Fratelli Frilli editori, 2025) e nel titolo c’è un fatto di cronaca nera realmente avvenuto il 30 novembre del 1946.
Milano, nel secondo anno dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Una città che si rialzò piuttosto presto, perché conosciamo la natura pratica dei milanesi, che attirava lavoratori dal sud Italia e che ora è una megalopoli. Successe un fatto cruento, terribile: fu una notte di inferno, con tre bambini ammazzati insieme a una donna, la madre, e fu accusata Rina Fort, che aveva avuto una relazione con il signor Ricciardi, il marito della donna uccisa e padre dei tre bambini. Ma Rina aveva un alibi. Di questo fatto vero scrisse anche il giornalista e scrittore Dino Buzzati.
Biagini riesce con perizia letteraria a tenere separati i due fatti di cronaca, uno vero e uno inventato. Ai giorni nostri dove il morto è il signor Mattia Crisafulli, un quarantenne di bell’aspetto, ricco e donnaiolo, che per sostenere uno stile di vita tra cene e discoteche prendeva forti dosi di cocaina. E chi scrive vorrebbe finire qui, perché mai Biagini, per rispetto alla notizia vera e all’ammirazione per Dino Buzzati, poteva fare diversamente, ovvero essere pure lui accurato dove ogni dettaglio è importante, nei suoi "delitti" inventati. Per la prima volta, alcuni gialli di Agatha Christie vengono citati nel libro. Ma ormai i lettori guardano più alla lunghezza del giallo noir che ai fatti. Questo permette di sapere la fine, chi è stato, chi sono stati gli assassini, perché all’inizio sembra un arresto cardiaco per overdose di cocaina... Ma dal momento che si è presa la decisione di fermarsi, ci sono un paio di appunti da sottolineare: il debito che Biagini ha per le letture continue di Buzzati, i pezzi sul giornale e meno i libri, come una sorte di appartenenza tra i due che hanno amato e amano Porta Venezia. Lo stile di Biagini è sempre più rarefatto, nonostante il sangue vero di allora che il sangue "finto" dei nostri giorni.
C’è anche una certa dose di malinconia che l’autore scarica sul commissario Masini, che ha sempre il vizio di interpretare i delitti su quello che sa la magliaia Delia, sempre più stanca, come se volesse congedarsi dai lettori. È pur vero che cominciano a essere tanti i libri ambientati a Porta Venezia e lo scrittore ha la capacità e il mestiere di scrivere anche di altro con una curiosità rinnovata. Sembrano quelle decisioni che riguardano i compagni di scuola, negli anni a venire, per vedersi una volta l’anno a mangiare una pizza. I primi tempi va bene, ma dopo dieci anni, dieci volte, anche basta! A Mauro Biagini non manca la forza di troncare, ma è forte anche la voglia di restare. Vedremo.

La belva di Via San Gregorio: La nuova indagine della magliaia Delia
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