La novella di Verga La Lupa, pubblicata per la prima volta su rivista e successivamente oggetto di una riduzione teatrale, appartiene alla raccolta Vita dei campi e la sua protagonista (la Lupa, appunto) è una tra le protagoniste più incisive dell’intera produzione verghiana, grazie alla sua sensualità feroce e distruttiva.
Le vicende ruotano intorno alla sua sconcertante passione per il giovane Nanni: la donna, pur di averlo vicino e riuscire a sedurlo, sarà disposta a dargli in moglie la figlia.
Di cosa parla esattamente la novella? Eccone il riassunto e un’analisi.
La Lupa riassunto
Ambientata in un piccolo paese siciliano, La Lupa racconta di una donna, gnà Pina, soprannominata la Lupa dalla gente del posto per il suo comportamento e il suo aspetto: è una donna non più giovane, "randagia", conturbante e sensuale, che "per fortuna" non va mai in chiesa e seduce ("spolpa") gli uomini del villaggio. Ha una figlia, Maricchia, "buona e brava", che non può che piangere di nascosto per il suo destino infelice: con una madre del genere nessuno la prenderà in moglie.
Un giorno la Lupa si innamora di Nanni, un giovane appena rientrato dal servizio militare con cui lavora nei campi, ma il ragazzo, che ridendo rifiuta la donna, dichiara di desiderarne invece la figlia. Così, dopo qualche mese, la Lupa costringe Maricchia a sposarlo e accetta il matrimonio a una condizione: che i due vadano a vivere in casa di lei, lasciandole un angolo per dormire.
Con questo stratagemma la donna, ancora follemente innamorata, può restare a contatto con il genero e portare avanti con successo la sua bramosa opera di seduzione.
Maricchia arriva disperata a denunciare la madre in commissariato. Nanni confessa l’adulterio (è "la tentazione dell’inferno!"), ma la denuncia non ha alcun risultato: le forze dell’ordine chiedono alla donna di lasciare la casa, ma la Lupa rifiuta di farlo.
Le cose non cambiano nemmeno quando Nanni, poco dopo, viene colpito al petto dal calcio di un mulo e, ritenuto in punto di morte, confessa ancora i suoi peccati e si pente. Ma una volta guarito, "il diavolo torna a tentarlo" e non ha intenzione di smettere: "ammazzami", risponde la Lupa, "ma senza di te non voglio starci".
Al colmo della follia, Nanni capisce che l’unica soluzione per liberarsi della donna è prenderla alla lettera e ucciderla.
Analisi
La Lupa è una tra le novelle più note della raccolta Vita dei campi, anche e soprattutto grazie alla sua conturbante protagonista. La sua sensualità aggressiva la rende per l’intero paese un diavolo o una strega, dagli "occhi da satanasso". Per veicolare queste caratteristiche Verga fa un interessante uso di colori ricorrenti. Rosso e nero si ripetono nella novella a partire dal colore delle labbra e dei capelli della donna, fino ad arrivare alla chiusa iconica:
"Seguitò ad andargli incontro, con le mani piene di manipoli di papaveri rossi, e, mangiandoselo con gli occhi neri".
La descrizione che Verga fa della donna è un classico esempio di straniamento tramite regressione del punto di vista (ne abbiamo parlato qui): il narratore si identifica con il punto di vista del paese, senza prenderne le distanze, presentando i giudizi sulla donna e la visione che il resto del villaggio ha di lei.
Non a caso, a confermarne le caratteristiche è proprio un proverbio: la Lupa seduce Nanni durante le ore pomeridiane,
"In quell’ora fra vespero e nona, in cui non ne va in volta femmina buona".
La Lupa non solo è totalmente estranea alla concezione di donna della mentalità popolare, non è mansueta e domestica, ma è anche contraria alle leggi che dominano la vita di paese: la religione e la roba (uno dei temi cardine della raccolta Novelle rusticane e del racconto La roba). Non si reca alle funzioni, né ha scrupoli a sacrificare la dote della figlia pur di avere il genero vicino.
A indicare la sua estraneità al resto del paese è anche il sistema di nominazione. La Lupa è compagna (gnà) Pina, ma il suo nome reale compare solo una volta nel testo e in un discorso diretto. Come Rosso Malpelo, è sempre identificata con il soprannome con cui è nota in paese (ancora a esempio dell’abbassamento del punto di vista).
La natura disumana della follia che guida la protagonista rende irrisolvibile il problema erotico-sentimentale attorno a cui è costruita la novella. L’unico esito possibile è, come accade in Cavalleria rusticana, un esito tragico.
Che uno dei due amanti debba morire è la sola soluzione possibile. Il calcio del mulo ricevuto da Nanni in pieno petto si rivela un tentativo fallito e insufficiente, non abbastanza potente perché la vicenda abbia un suo compimento catartico. Disfarsi di un’ossessione così totalizzante e morbosa non può essere tanto semplice: l’assassinio diventa la sola alternativa possibile.
Il finale del racconto è tuttavia ambiguo:
"Ei come la scorse da lontano, in mezzo a’ seminati verdi, lasciò di zappare la vigna, e andò a staccare la scure dall’olmo. La Lupa lo vide venire, pallido e stralunato, colla scure che luccicava al sole, e non si arretrò di un sol passo, non chinò gli occhi, seguitò ad andargli incontro, con le mani piene di manipoli di papaveri rossi, e, mangiandoselo con gli occhi neri. — Ah! malanno all’anima vostra! balbettò Nanni".
Uccidere la Lupa è la sola azione (decisione?) effettivamente compiuta dal ragazzo, che anche così non riesce però ad acquistare un ruolo attivo. Anche nel liberarsi da una passione opprimente e diabolica, Nanni sembra ancora una volta succube della donna. "Pallido e stralunato", non può fare altro che compiere balbettando quanto da lei suggerito ("Ammazzami, rispose la Lupa, chè non me ne importa; ma senza di te non voglio starci").
Al contrario, la Lupa si riafferma nella sua statuaria e indifferente consapevolezza e continua a marciare con passo ferino verso l’oggetto del suo desiderio.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La Lupa: riassunto e analisi della novella di Verga
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