La casa bianca
- Autore: Herman Bang
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2012
I luoghi della nostra infanzia sono spesso luoghi dell’anima, dove il ricordo commosso e affettuoso diventa indelebile per il significato speciale che attribuiamo ai posti dove abbiamo trascorso momenti importanti della nostra vita, che diventano così una parte fondamentale di noi stessi.
"La casa bianca" dello scrittore danese Herman Bang è un romanzo della memoria, una di quelle opere in cui l’autore dà la sensazione di volersi confrontare con il proprio passato, utilizzandolo come strumento insostituibile per raccontare se stesso.
Il libro racconta la vita della famiglia del pastore protestante Fritz Hvide, di sua moglie Stella, dei suoi sei figli e di tutti coloro che lavorano come personale di servizio, che frequentano come amici di famiglia o semplici vicini la canonica di Asserballe nell’isola di Als, nella Danimarca meridionale. Il romanzo è ambientato nella seconda metà dell’Ottocento e narra la vita di questa famiglia aristocratica, la cui vita scorre lentamente e in maniera pigra, senza problemi economici e con tanto tempo libero.
La protagonista assoluta è Stella, il personaggio che incarna perfettamente la vera madre di Herman Bang, Thora Blach, donna amante della musica e della letteratura, malata di tubercolosi, colei che ravviva l’atmosfera della casa con mille iniziative come semplici giochi con i bambini, l’organizzazione dei preparativi in cucina in occasione di feste e ricorrenze importanti, la lettura di libri ai figli o l’esecuzione cantata o suonata al pianoforte di canzoni o poesie riportate in musica dal carattere malinconico, ma di struggente bellezza. Il carattere fortemente autobiografico del romanzo è nascosto dall’uso di un narratore esterno: l’autore, infatti, non racconta la vicenda in prima persona, ma il coinvolgimento emotivo che mette nel racconto e le notizie biografiche a disposizione permettono di capire che si tratta dell’esperienza della sua infanzia.
Il romanzo (titolo originale "Det hvide Hus" pubblicato in Danimarca nel 1898 ed Italia da Iperborea nel 2012 con la traduzione di Hanne Jensen e Claudio Torchiacon, con il contributo del Danish Arts Council nell’ambito del progetto Caffè Copenaghen) è caratterizzato da un’atmosfera nostalgica, in cui il tema dominante è la fugacità della vita, con la convinzione che la felicità nella vita non possa essere duratura e l’inesorabile scorrere del tempo rende inutile ogni tentativi di dare un senso all’esistenza.
Il personaggio che prova a mutare questo ordine delle cose in cui crede l’autore è Stella che prova a liberarsi dalla rigidità e inflessibilità del marito, il quale ha abituato tutta la sua famiglia a vivere in un clima austero, ha dato un’educazione rigida ai suoi figli e che non sembra interessato a portare novità e divertimenti che possano portare un po’ di serenità nella casa.
"La casa bianca" costituisce insieme a "La casa grigia", altra opera di grande importanza nella produzione di Herman Bang, una sorta di primo capitolo di una stessa saga in cui l’autore racconta la sua infanzia trascorsa in parte nella casa natale, quella raccontata in questo romanzo, e in parte nella casa dei nonni paterni ad Amaliegade, la cosiddetta appunto "casa grigia".
Cresciuto in un clima basato su di una severa educazione, come in tutte le famiglie luterane (il padre infatti Frederik Ludvig era un pastore protestante), Herman Bang, nato nel 1857 e scomparso prematuramente negli Stati Uniti d’America nel 1912, ha voluto vivere la sua vita controcorrente e per questo è stato aspramente criticato dai suoi contemporanei. Nelle sue opere affronta tematiche importanti, ma secondo la mentalità del suo tempo, con una libertà di linguaggio e di comportamento moralmente inaccettabili e per questo furono osteggiate. E’ considerato un Oscar Wilde del Nord anche per la sua inclinazione sessuale e per le sue grandi doti narrative.
Tra i personaggi da ricordare c’è sicuramente Tine, la figlia del sacrestano inseparabile aiutante, confidente ed amica di Stella, personaggio dal carattere generoso e romantico, al quale l’autore ha dedicato precedentemente un romanzo, che come titolo porta il suo nome, nel 1889. Il ritornello della canzone in inglese "Tell me the tales that to me were so dear, long long ago, long long ago" riassume perfettamente l’atmosfera triste e malinconica che pervade questo libro, dove anche la protagonista Stella in realtà nasconde dietro un’apparente gioia e un entusiasmo paragonabile a quello di una bambina, un malessere interiore che nessuno, nemmeno l’amore per l’arte, se non momentaneamente, può sanare. Il libro rappresenta tuttavia un esempio di grande letteratura, di passione per la musica e la poesia che compaiono costantemente e una raffinatezza stilistica e concettuale che testimoniano il valore di un autore straordinario.
La casa bianca
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