La disobbedienza è civile
- Autore: Giulia Crivellini
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
La disobbedienza è civile di Giulia Crivellini (Reality Book, 2023) reca come sottotitolo “Come risvegliare la passione, aprire il dibattito, conquistare un diritto, nell’epoca della crisi politica”. L’opera consta di sei brevi capitoli e spazia dal gesto di disobbedienza non violento teorizzato dal filosofo americano Henry David Thoreau al percorso di emancipazione indiano che si esprime nella personalità di Gandhi, all’America della discriminazione razziale, all’Italia dei disoccupati siciliani del Secondo dopoguerra per arrivare ai nostri anni.
L’autrice parla di “capacità di resistenza” e di “incarnazione” come motivi del successo storico e di attualità della disobbedienza e ne riporta l’aborto come esempio.
Sono trascorsi sei anni tra le prime azioni di disobbedienza civile che il partito radicale (che per primo intuì le ampie potenzialità del tema) conduce e l’approvazione in Parlamento della legge 194 in materia d’interruzione della gravidanza.
I Radicali incontrano movimenti e personalità femministe che sarebbero stati di grande ispirazione. Una di queste è stata la scrittrice Simone De Beauvoir che rese al noto settimanale francese Le Nouvel Observateur una dichiarazione firmata da 343 donne che come lei ammettevano di aver avuto un aborto contro le leggi vigenti.
Il testo redatto da De Beauvoir nel 1971 comincia così:
Ogni anno in Francia abortiscono un milione di donne. Condannate alla segretezza, sono costrette a farlo in condizioni pericolose quando questa procedura, eseguita sotto supervisione medica, è una delle più semplici. Queste donne sono velate, in silenzio. Io dichiaro di essere una di loro. Ho avuto un aborto. Come chiediamo il libero accesso al controllo delle nascite, chiediamo la libertà di abortire.
I Radicali decidono di portare il metodo dell’autodenuncia in Italia per poter mettere sotto accusa una legge ingiusta: il divieto di poter scegliere sul proprio corpo, contrario alla salute della donna, al principio di autodeterminazione individuale… ai dettami costituzionali.
Giulia Crivellini ci tiene a precisare che
“una legge non diviene ingiusta semplicemente perché un individuo la considera tale”.
La disobbedienza significa “la cosa giusta da fare” allorché:
Obbedire a un ordine arriva a scontrarsi in misura inconciliabile con il sentire e il vissuto delle persone, ledendolo.
Il paragrafo Lo scandalo del processo e il ruolo dei contenziosi strategici è importante per comprendere la strategia adottata: il processo svolge un ruolo da protagonista nelle azioni di disobbedienza civile. Lo “scandalo” creato dal processo penale costringe infatti ad aprire un dibattito pubblico sulla legge violata.
È quindi attraverso la disobbedienza civile, e il processo che ne consegue che viene affermata o riconosciuta l’esistenza di diritti o di obblighi avente rango superiore rispetto alle norme apparentemente o effettivamente violate.
E ancora, il 30 settembre 2020 centinaia di donne che abortirono a Roma scoprono i loro nomi e cognomi affissi su una croce al cimitero Flaminio di Prima Porta.
Francesca Tolino, una delle donne coinvolte, decide di non restare in silenzio, di volere agire: si rivolge ai Radicali Italiani.
L’obiettivo è quello di sostituirsi all’inerzia di Roma Capitale e di accettare l’illegittimità delle prassi portate avanti dalle Autorità Sanitarie Romane rispetto alla sepoltura del materiale biologico degli aborti contro la volontà delle persone interessate. Un’azione, insomma, a nome di tutte.
Lo “scandalo” viene diffuso non solo dalla stampa italiana ma arriva in sede internazionale. Il 3 novembre 2022, finalmente, apprendiamo della modifica apportata dal comune di Roma al proprio regolamento in materia. Il cambiamento normativo che si voleva conseguire è arrivato, ed è arrivato per tutta la collettività.
Dato che lo stesso diritto all’aborto oggi è al centro di una nuova crociata mondiale combattuta sul corpo delle donne, è lecito chiedersi a questo punto se lo strumento della disobbedienza civile rappresenti ancora qualcosa di utile e necessario.
Dopo aver detto che il testo La disobbedienza è civile si avvale della valida introduzione di Lorenzo Strick Lievers, ci piace concludere con le parole della stessa autrice:
Questo deve essere, in sostanza, il tentativo non minoritario, bensì collettivo e diffuso di creare: una politica del diritto che sia in grado di stimolare la formazione di leggi non repressive… ma giuste e forti nel rispondere alle domande di libertà, convivenza, umanità e auto determinazione della nostra epoca.
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