

Il tempio dell’anima
- Autore: Antonio Veneziani
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2025
Antonio Veneziani ama la poesia che diventa un grido di desiderio. Lo dimostra anche in questo libro dal titolo Il tempio dell’anima (Il Simbolo edizioni, 2025, prefazione di Maurizio Gregorini), un omaggio ai giovani corpi maschili, sulla scia di Sandro Penna, Pier Paolo Pasolini, Dario Bellezza e Jean Genet.
In questo libro ci sono sezioni con titoli che rimandano a solitudini atroci, a umiliazioni, a corpi comprati. Votati a un’infelicità perenne, perché il poeta nemmeno prende in considerazione delle coppie stabili, che hanno adottato un figlio o più. È la vecchia storia di chi trova conforto nell’odore dei vespasiani, nei bagni delle stazioni ferroviarie, nel pagamento a un ragazzo giovane. Il mentore al contrario, quello che ti insegna come venderti senza fare troppo scandalo. I modi di fare, di camminare, lo sguardo da buttare su un uomo segnato, niente effemminatezze, né voci stridule.
Siamo ambedue, / implacabilmente, distratti, / così seguiamo la risacca / del respiro fino a bruciarci. / In questa stanza nuda / siamo troppo, troppo vicini, / finirà che ci baciamo, mentre i passeri, si accasano, / per la notte, sull’abete.
Sembra che i passeri abbiano trovato una calma che nei desideri degli uomini non può esserci. Alla base dell’amore omosessuale deve esserci il disprezzo, le menzogne, le finte gelosie per chi non ha seguito il suo orientamento sessuale e si ritrova sposato con una donna e figli. Come suona male "l’orientamento sessuale", che è un termine da nuovo millennio, politicamente corretto. Mentre nei sogni di desideri estemporanei, persino le meravigliose poesie di Sandro Penna sembrano già troppo immacolate, ben scritte, dove, a volte, si segue la metrica poetica, le figure retoriche, gli ossimori. Se il corpo è marcio, la poesia lo eleva. Mentre Bellezza scrisse un romanzo col titolo Lettere da Sodoma, da passare mano per mano nel carnaio che fu Piazza Esedra a Roma, con due cinema a luci rosse e un passeggio di maschietti che si abbracciano.
Il poeta Antonio Veneziani, anche se sembra nostalgico di un periodo di omertà, riconosce che l’amore di un uomo per un altro uomo ora è possibile, pulito, fin troppo ordinato. Come le donne che amano altre donne, che ci sono arrivate prima alla stabilità sentimentale. Nondimeno la poesia di Veneziani non può essere omologata a nuovi stili di vita: c’è la nostalgia di una malata e bastarda solitudine.

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