La fiamma nel buio di Michael Connelly

La fiamma nel buio (Piemme, 2020, traduzione di Alfredo Colitto) è un avvincente thriller di Michael Connelly, rimasto a lungo in classifica tra i libri più venduti nel 2020.
Nell’incipit Harry Bosch si ritrova al funerale di John Thompson, suo vecchio partner e mentore quando ancora era agli inizi della carriera. Lo stimava molto, perché Thompson era più anziano di lui ed era una leggenda nel dipartimento. Tant’è che la moglie, durante il buffet del funerale, chiama Bosch nell’ufficio del marito e gli consegna dei documenti di un omicidio, dicendogli che la volontà di suo marito era di farli avere proprio a Bosch. Un giovane ucciso con un colpo di pistola alla testa, avvenuto tanti anni prima e di cui non è mai stato trovato l’assassino.

Harry Bosch per questo caso chiede aiuto alla sua amica Ballard, detective del turno di notte a Hollywood. Dopo un acceso dibattito tra i due, Bosch ricorda una regola che gli suggerì proprio il defunto Thompson:

Se prendi ogni caso sul personale, ti arrabbi. La rabbia è un fuoco che ti dà la forza di andare fino in fondo ogni volta.

Per Ballard fu solo il via, dato che lei i casi li viveva a 360 gradi con tutte le emozioni possibili, quindi prese sul serio l’indagine e scoprì molte più cose in pochi giorni che nei venti anni trascorsi, da quando Thompson prese il fascicolo. I detective iniziali del caso l’avevano archiviato come un omicidio tra bande per spaccio di droga. Bosch e Ballard si rendono conto che Thompson teneva in casa quel fascicolo per il semplice motivo di non farlo trovare da qualcuno che volesse scoprire la verità.
Parallelamente Bosch aiuta il fratello, Haller, a risolvere un caso giudiziario che riguarda l’uccisione di un giudice, Ballard non crede all’incidente che ha portato un “senza tetto” a morire bruciato mentre dormiva nella sua tenda.

Il caso del giudice e quello del “senza tetto” convoglieranno in un’unica indagine, dove solo grazie alle abilità di Bosch e Ballard verrà a galla una verità nascosta da molto tempo.

Michael Connelly realizza un romanzo che parte lento per poi accelerare in modo esponenziale nella parte finale. Ci troviamo nella solita Los Angeles, ormai contraddistinta nella serie di Bosch e il personaggio di Ballard prende una definizione sempre più accurata. Si troverà continuamente a fare i conti con il suo passato, segnato dalla denuncia di molestie manifestata contro il suo capitano Olivas.

Ritroviamo Bosch ancora più invecchiato (cammina con il bastone a causa dell’operazione al ginocchio) e consapevole della forma di leucemia che purtroppo si trova a combattere per colpa di un caso che aveva seguito anni prima e lo aveva costretto a un’esposizione di materiale radioattivo. Per questo chiede aiuto a suo fratello, l’indimenticabile avvocato Haller. I due, insieme, cercheranno di ottenere un risarcimento per affrontare le cure senza trovarsi dei problemi economici che potrebbero andare a discapito al futuro di sua figlia.

Le vite di Bosch e Ballard si incontrano di nuovo in seguito al successo del romanzo precedente. Nonostante la differenza di età, entrambi sono ossessionati dall’investigazione per motivi diversi. Questa volta si trovano ad affrontare un gran numero di casi, alcuni dei quali si rivelano connessi.
Per gli amanti del genere e della serie un nuovo tassello che non deve mancare nelle nostre librerie.