La leggenda del morto contento
- Autore: Andrea Vitali
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2011
Buone notizie per tutti i bellanesi onorari, coloro, cioè, che lo sono diventati per la loro fedeltà e affezione alle opere di Andrea Vitali, e per quelli che vorranno diventarlo adesso: è nuovamente tempo della nostra periodica passeggiata turistica per Bellano in compagnia del Dott.Vitali, nostra guida e depositario di tutti i più succosi fatti di cronaca e segreti del ridente paesino lacustre.
Ma che Bellano insolita si para, stavolta, davanti ai nostri occhi: una Bellano che, ancora più del solito, ha l’aria di un’ingiallita cartolina di altri tempi. Nel vedere circolare carrozze invece di più moderne autovetture, ci rendiamo conto che, questa volta, il Dott. Vitali ha premuto con più decisione il tasto della macchina del tempo, e che, invece di accontentarsi di accompagnarci intorno all’epoca fascista, ci ha addirittura catapultati in un appiccicoso Luglio di metà Ottocento.
Perché siamo qui? Per assistere a un triste caso di malagiustizia, alla sventura di un innocente condannato dall’ambizione di un pretore disonesto, disposto a tutto pur di fare carriera e ottenere un trasferimento. L’unica colpa del Lepido, il timido e pavido sarto schiacciato dalla moglie Diomira, è quella di assistere alla partenza per un giro in barca di due incoscienti, che si fanno beffe delle sue raccomandazioni di meterologo dilettante circa la bufera in arrivo. L’infelice gita costa la vita a uno dei due ragazzotti, guarda caso proprio il figlio del Gorgia, l’uomo più influente di Bellano, mentre l’amico che lo accompagnava nella navigazione risulta disperso. Non è altro che un tragico caso di avventatezza, di mancanza di criterio, che potrebbe essere archiviato in quattro e quattr’otto; ma il pretore Sacaraffia è deciso a sfruttare l’accaduto per mettersi in buona luce presso il Prefetto Dipartimentale e ottenere finalmente il sospirato trasferimento in una città degna di questo nome, forse perfino a Milano. E’ un colpevole ciò che gli occorre, e che è deciso a trovare a ogni costo.
La vicenda è sottolineata dalle chiacchiere, il più delle volte inopportune, delle popolane del paese: prima fra tutte la magnana, che rivaleggia con la Diomira per ottenere attenzione e prestigio, e non fa che reclamare dal Lepido la restituzione di un paio di braghe che il sarto è convinto non gli siano mai state affidate. In questa folla di donne-virago e di uomini rosi dall’ambizione, l’unica anima candida è proprio il Lepido, che si lascia scivolare addosso guai, rimostranze e accuse e anela solo a un poco di pace, lontano dalla moglie arpia e dai problemi del mondo che lo circonda.
La curiosa impressione che si ha leggendo questo suo nuovo romanzo è che il Dott. Vitali si sia dato alla pittura ad acquerello. Il racconto è un paesaggio dai colori tenui e dai contorni sfumati, sbiadito dalla canicola, popolato da svariati personaggi talmente piccoli da apparire come poco più che puntini accennati dal pennello. Non c’è nessuno che spicchi, che catturi l’attenzione e riempia il quadro con i propri colori. D’altronde, Vitali ha sempre privilegiato gli intrecci elaborati e originali rispetto alla caratterizzazione dei singoli personaggi, e lo stile semplice, vera e propria “cronaca di paese”, rispetto all’approfondimento delle varie psicologie. Una passeggiata per Bellano insieme a lui è semplicemente un momento per respirare aria pura e pulita, un attimo di tranquillità intriso di nostalgia dei bei tempi andati. Il giudizio resta quello di una manciata di ore spese bene.
La leggenda del morto contento
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