La memorabile vacanza del barone Otto
- Autore: Elizabeth von Arnim
"La memorabile vacanza del barone Otto" è un romanzo straordinario per stile ed esuberanza, scritto nel 1909 da Mary Annette Beauchamp, figlia di un ricco commerciante trasferitosi con la famiglia in Australia; utilizzerà in seguito lo pseudonimo di "Elizabeth" per firmare quasi tutti i suoi numerosi libri, accompagnandolo poi con il cognome del marito, il conte August von Arnim.
E’ la storia raccontata in prima persona dal borioso e saccente conte Otto, di una vacanza insolita organizzata su "carrozzoni" alla scoperta dell’incantevole campagna inglese: il titolo inglese recita testualmente "The caravaners", che si presta chiaramente ad una traduzione quasi letterale.
Borioso, abbiamo detto, cosciente solamente del suo alto valore come persona perchè appartenente in primis alla grande nazione tedesca, in secondo luogo perchè uomo e appartenente all’aristocrazia, quindi, a suo giudizio, dotato di tutte le virtù e del sacrosanto compito di guidare, comandare, istruire e se necessario, riprendere e reprimere e vietare e punire, ogni manifestazione, fosse pure solamente un pensiero, contrario alla vieta moralità ipocrita della sua natura.
In aggiunta - o potremmo dire, a peggiorare tutto questo - il nostro barone, tronfio come un tacchino e come un tacchino completamente sprovvisto di sensiblità umana e di apertura mentale, è anche un militare, un graduato, con tutte le pecche e gli errori derivanti spesso da tale condizione.
Tutte queste virtù e capacità sono abitualmente indirizzate verso la giovane moglie, totalmente succube ed incapace del benchè minimo gesto di autodeterminazione.
Sarà tuttavia proprio lui che deciderà di seguire una giovane splendida creatura che fa parte delle loro conoscenze e del loro ambiente, verso la quale si sente inesorabilmente attratto, in questo progetto estivo.
Immaginiamo dunque come può il nostro povero barone tedesco rilassarsi e ritemprarsi in una vacanza su di un carrozzone scomodo, arrancando dietro altri due carrozzoni che trasportano un gruppo insolito ed incomprensibile di persone di dubbia natura con le quali lui non può assolutamente fraternizzare, dovendo camminare per miglia e miglia maledicendo la nazione inglese e i suoi abitanti che reputa effeminati e smidollati, macinando pensieri truculenti in cui la gloriosa aquila tedesca ingoierà l’intera genìa inutile: fatte salve, naturalmente, alcune rappresentanti del gentil sesso.
E su questo punto è divertente sottolineare lo spirito femminista ed antiautoritario dell’autrice, riconoscere la violenta polemica che sempre esprimerà contro l’esistenza provinciale, senza alcuna apertura alle novità del mondo, ritrovare i precisi appunti della coscienza della mancanza di potere delle donne in un mondo totalmente dominato dagli uomini, che solo per il fatto di essere nati uomini, anche i più imbecilli, si ritengono esseri superiori.
La vacanza, purtroppo, si concluderà improvvisamente dopo solo una settimana, data la totale impossibilità da parte degli altri componenti del gruppo di sopportare oltre la stupidità del barone Otto, completamente impervio a qualunque suggerimento o velata critica.
Tornato a casa, il barone si accinge a mettere per iscritto il suo resoconto della vacanza, commentando che anche la moglie, che aveva cominciato a sfuggirgli di mano, aveva già ripreso il suo ruolo sottomesso: e quindi, con sua evidente soddisfazione, tutto era ormai rientrato nei ranghi abituali della sua incosciente vita dorata.
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