La relatività dell’amore di Jacquelyn Mitchard

Un legame affettivo vale quanto se non più di uno di sangue?

Il giovane Gordon
McKenna ritiene di sì, essendo stato abbandonato dai genitori naturali e poi
adottato e cresciuto amorevolmente da un’altra coppia, i McKenna, che adottarono oltre lui anche una femminuccia, Georgia. La vita del giovane scorre
tranquilla finché proprio l’amata sorella, già malata di cancro, muore
improvvisamente in un incidente d’auto col marito Ray, lasciando così orfana la
piccola Keefer di solo un anno. La tragedia s’abbatte sui McKenna, già provati
dalla malattia di Georgia, ma decisi ad occuparsi della piccolina come già in
parte stavano facendo per via della malattia di Georgia. Proprio Gordon,
seppur nel dolore, si sentirà pronto ad occuparsi di Keefer come di una figlia,
come avrebbe voluto la sorella, abbandonando la sua spensieratezza giovanile e le comprensibili paure per una responsabilità così inattesa. L’adozione sarà
però ostacolata dai ricchi genitori di Ray che si appelleranno al fatto che il
ragazzo, essendo stato a sua volta adottato, non è consanguineo della bambina e
dunque non potrebbe accampare pretese su di lei. Ne conseguirà una spietata
battaglia legale per l’affidamento, descritta fin troppo minuziosamente dalla
scrittrice.

Pubblicato da Sperling & Kupfer, "La relatività dell’amore" di Jacquelyn Mitchard è una storia non d’amore ma sull’amore, forte e struggente, che svincola i
sentimenti sinceri dai pregiudizi e dai limiti.