

La ribelle. Vita straordinaria di Nada Parri
- Autore: Giorgio Van Straten
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Laterza
- Anno di pubblicazione: 2025
A pochi giorni dalla giornata che commemora gli 80 anni dalla liberazione dell’Italia tutta dal Nazifascismo, il 25 aprile 2025, il libro di Giorgio van Straten La ribelle. Vita straordinaria di Nada Parri (Laterza 2025) è una novità letteraria di cui fare tesoro. Si tratta della ricostruzione attenta, puntuale, frutto di un’approfondita ricerca delle fonti e dei documenti, lettere, fotografie, testimonianze, oggetti, che lo scrittore van Straten ha fatto della vita definita giustamente straordinaria di una ragazza toscana di Empoli, che quando la incontriamo, nel 1944, aveva circa venti anni.
Cresciuta in una normale famiglia negli anni del fascismo, brava a scuola, con una madre cattolica e un po’ bigotta, la giovane Nada alla fine della scuola vorrebbe studiare da maestra, ma nel frattempo è scoppiata la guerra, lei conosce un pittore, Bruno, più grande di lei, se ne innamora, si sposano, hanno una figlia, Ambretta, ma lui, debole e succube dei genitori e del fratello, fascisti convinti, parte volontario e viene inviato in Africa, dove parteciperà alla sconfitta italiana di El Alamein e sarà a lungo prigioniero. Nada è sola, costretta a vivere con la bambina nella casa dei suoceri, che la maltrattano e non la amano. Conosce per caso, mentre passeggia con la piccola, un sottufficiale della Wehrmacht, Hermann, quarantenne che fa parte dell’esercito invasore, ma è elegante e gentile. Comincia a corteggiare Nada, lei gli risponde, i due capiscono di essere attratti irresistibilmente e decidono di fare una scelta difficile e coraggiosa: lui vuole disertare, odia Hitler e la sua assurda guerra di dominio e violenza, lei non ce la fa più a vivere una solitudine affettiva e un’esistenza priva di scopo. Si uniranno ai partigiani, con grande difficoltà e grande determinazione.
Il momento è difficile per i combattenti che sono andati in montagna e si stanno organizzando a resistere nel gelido inverno del ’44, sulle montagne intorno al passo della Cisa, in mezzo ai rastrellamenti e alle stragi naziste; siamo a poca distanza da Sant’Anna di Stazzema e accettare un tedesco disertore e una ragazza sconosciuta non è cosa facile. Vengono messi alla prova: entrambi si dimostrano coraggiosi e convinti della giustezza della loro scelta e partecipano ad azioni rischiose. Nada accetta la diffidenza nei suoi confronti in quanto donna, e nel quotidiano faticoso e pericoloso non si limita a fare da staffetta, ma partecipa alle decisioni maturando la sua scelta politica: sarà comunista, al contrario di Hermann, che crede nel socialismo ed è meno convinto di lei dell’importanza di una chiara militanza politica che guardi avanti, alla fine della guerra di liberazione.
Il 9 maggio 1945 i partigiani sfileranno a Parma liberata: l’occupazione è finita, nasce una nuova Italia, ma per l’insolita coppia cominciano i veri guai. Nada ritorna dalla figlia, rimasta con i nonni, mentre per Hermann la situazione si fa sempre più complicata: è un disertore per la Germania, uno straniero per l’Italia, non ha documenti, non trova lavoro ed è molto difficile trovare una sistemazione accettabile, ora che Nada è pure incinta. Lei risulta sposata a Bruno, non esiste il divorzio, lui anche è sposato in Germania e, insomma, vanno incontro a un destino crudele. La parte migliore, la felicità per Nada e Hermann è stata vissuta sulle montagne, in mezzo a una guerra civile crudele, piena di speranze e di ideali. Dopo, a guerra finita, vivranno miseria, difficoltà, ostacoli, frustrazioni, inevitabile separazione.
Quando Nada diventa consapevole che la sua non è solo ribellione, ma un progetto politico? Quando Nada può dichiarare agli altri e a se stessa di essere diventata comunista? Negli anni che seguono, quelli della Guerrra Fredda, Nada sarà sola con la seconda figlia, Elisabetta, che ha il cognome di Hermann, ma è figlia di N.N.: la piccola Ambretta invece crescerà con il padre Bruno, tornato a casa nel 1946, a cui la legge di allora concede di tenere la figlia presso di sé, mentre alla madre è concesso di vederla una sola volta al mese. Il grande slancio ideale, la ribellione, la voglia di cambiare la società, si fermano di fronte alla realtà: Hermann farà il minatore in Belgio, perche la Germania non lo vuole, e Nada si impiegherà per mantenere madre e figlia, continuerà il suo impegno nel Partito Comunista, poco capita e meno apprezzata.
Le sue memorie diventeranno un romanzo, La vita amara, in cui la Resistenza viene raccontata attraverso il filtro della sua esperienza, che nel ricordo si addolcisce. Un’operazione coraggiosa, quella di Giorgio van Straten, resa possibile dall’aiuto fornito dalle due figlie di Nada, Ambretta, divenuta americana, ed Elisabetta, sposata ad Empoli, che con generosità hanno messo a disposizione dello scrittore tutto il materiale che la madre aveva conservato in un prezioso e misterioso baule. La ribelle è una riflessione sui sogni della giovinezza, sull’inseguimento di ideali alti e forse ingenui, sull’energia di chi crede di poter vincere ogni ostacolo, ma anche sulla caduta delle illusioni che la vita riserva ai più coraggiosi.

La ribelle. Vita straordinaria di Nada Parri
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