

Castigat ridendo mores: questo adagio latino può definire in pieno la satira, arma potentissima che gli scrittori nel corso dei secoli hanno usato per esaminare i mali della società a loro contemporanea.
Nella letteratura inglese gli esempi più noti e più vicini a noi di satira sociopolitica sono senza dubbio Jonathan Swift e George Orwell. Entrambi maturarono sin dagli esordi un interesse sincero verso l’analisi sociale non concependo quindi la letteratura come otium ma al servizio della società.
Jonathan Swift, irlandese protestante quindi più vicino alla classe egemone britannica, tuttavia non dimenticò mai di appartenere per nascita a un popolo bistrattato e quasi schiavizzato dagli inglesi e nei suoi numerosi pamphlet con garbo e ironia descrisse lo stato della nazione irlandese colpendo duro ne Una modesta proposta (citato nel film italiano anni Settanta, Signore e signori) dove con glaciale aplomb invitava ad allevare i piccoli irlandesi alla stregua di vitelli da macello per risolvere contestualmente la miseria e la fame atavica nell’isola irlandese.
Più sottile perché apparentemente travestito da libro quasi infantile (tale è spesso considerato anche ai nostri giorni) I viaggi di Gulliver allarga l’occhio osservatore e immancolito all’intera società civile europea per concludere che l’umanità non si è mai tolta di dosso la sua innata bestialità e che anzi in realtà gli animali nella loro ingenua esistenza sicuramente risultano migliori degli esponenti della razza umana.
George Orwell (nella foto), vissuto circa duecento anni dopo, ha tratto ispirazione e tesoro dall’opera swiftiana. Si nota l’impronta di Swift in particolar maniera ne La fattoria degli animali , mirabile racconto lungo che spiega apparentemente sotto forma favolistica i vari passaggi che portarono al fallimento effettivo la rivoluzione bolscevica in Russia. L’impronta satirica lascia il passo a una visione distopica e quindi quasi terrorizzante nel capolavoro assoluto di Orwell: 1984.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La satira sociopolitica nella narrativa
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