La sirena di Posillipo
- Autore: Paolo Jorio
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2024
Un affresco straordinario della Napoli e dell’Italia tra fine Cinquecento e l’inizio del Seicento: è quello che disegna in un grande romanzo storico, pieno di personaggi reali e tanti altri di fantasia, Paolo Jorio, uomo colto, giornalista, saggista, direttore di musei, che riesce a far vivere davanti agli occhi stupiti dei lettori una serie di vicende che ebbero per protagonisti uomini e donne provenienti dalle più illustri casate italiane, che mescolandosi per matrimoni ed alleanze strategiche, dettero vita a un periodo che conosciamo come “Manierismo”, quando cioè dal Rinascimento trionfante si passa all’età barocca.
La protagonista quasi assoluta di questa affascinante storia si chiama Adriana, nasce a Napoli nel 1586, da Cornelia, proveniente da una famiglia romana decaduta dal proprio titolo nobiliare, e Francesco Basile, esperto speziale e farmacista, noto negli ambienti della nobiltà e della corte vicereale.
Dal matrimonio, un’alleanza di convenienza, nascono vari figli, il più celebre dei quali, Giambattista, sarà l’indimenticato poeta e scrittore, a cui si deve Lo cunto de li cunti, che avrà meritata fama letteraria nei secoli a venire.
Nel lungo romanzo, che vede la straordinaria crescita di Adriana, dalla voce angelica, a cui verrà dedicata un’istruzione musicale raffinata, che le consentirà di esprimere al meglio le sue doti naturali, divenendo una star dell’epoca, amata, osannata, ammirata per la sua grazia, cultura, fascino, capacità di ammaliare i suoi ascoltatori come la mitica sirena, la cui voce incantava gli eroi dell’epica classica.
Parallela alla storia di Adriana si sviluppa nel romanzo quella della sua rivale, una ragazza del popolo, anche lei fornita di voce e prorompente bellezza, proveniente dalla “ruota”, dove venivano abbandonati alle cure delle suore i bambini non voluti; insieme a lei Cosimo, figlio illegittimo del duca di Mantova, Vincenzo Gonzaga, e di una donna incapace di tenerlo con sé.
I due trovatelli crescono insieme in convento, ma presto ne usciranno per attraversare le vicende storiche che nella città italiana più popolosa del tempo, incontrando sul loro cammino i personaggi più significativi di quella capitale popolata di nobili, cardinali, principi, prelati, che attraverso matrimoni si spartivano eredità, patrimoni, territori, titoli nobiliari, feudi. La trama del romanzo è lunga e complessa, sarà il lettore che si inoltrerà nei casi dei Vicerè che si susseguono sul trono napoletano, dei cardinali che a Roma decidono le sorti di intere regioni, mentre Francia e Spagna si contendono il potere nella penisola. I Gonzaga, i Carafa di Stigliano, papa Clemente VIII, donna Olimpia Aldobrandini, donna Carlotta Orsini, il cardinale Scipione Borghese, i Savoia, si alternano nella narrazione ai grandi artisti letterati del tempo.
Troviamo le Accademie, la presenza a Napoli di Caravaggio, accolto con tutti gli onori malgrado la sua pessima fama, a Roma di Giacomo della Porta, l’architetto della villa Aldobrandini, e ancora il grande poeta Giambattista Marino, “È del poeta il fin la meraviglia”, il suo verso più famoso.
Tuttavia al centro del racconto resta la bella Adriana, sposata a Muzio, madre di figlie di cui soprattutto Leonora seguirà la orme materne.
Accompagnate dall’arpa e dalla tiorba, con una voce straordinaria, interpretando arie, villanelle, madrigali , precedute da una fama ottenuta in concerti in tutte le corti europee, Adriana diventa una vera diva.
Il lungo soggiorno nelle nebbie mantovane, ospite dei Gonzaga, con la sola fedele compagnia del nano napoletano Semola, non intaccherà la sua celebrità; il rapporto stretto con il fratello Giambattista, interrotto bruscamente quando la vita privata dello scrittore potrebbe nuocere alla sua fama e alla sua esistenza irreprensibile, raccontano anche dell’ambizione sfrenata di una donna che con i suoi soli mezzi era riuscita a raggiungere vette impensabili per le donne a quel tempo: la rivalità con Angela, la vedrà vincitrice assoluta di una lotta strenua fra due esistenze diverse soprattutto per la diversa provenienza familiare e sociale.
Il libro, pur molto lungo e dettagliato nella descrizione di ambienti e città diverse, si legge con grande curiosità e interesse: tanti inserimenti del dialetto napoletano rendono la narrazione variata e coinvolgente, consentendo ai lettori di entrare in luoghi poco noti: corti nobiliari e taverne popolari, circoli letterari esclusivi e antri miserabili.
Il mare, il Vesuvio, le sue inevitabili eruzioni i viaggi disagiati in carrozza, i rimedi elementari fatti di erbe medicinali che il bravo farmacista Francesco e il suo aiutante Cosimo elargiscono a una corte ricca e sfarzosa ma condannata a esistenze perlopiù brevi, falcidiate da gotta, malattie incurabili e sconosciute, epidemie diffuse, talvolta veleni.
Il Seicento napoletano raccontato con ricchezza di particolari, folcloristici e colti, quello di una società fatta di grandi ingiustizie, di soprusi, di privilegi, ma comunque colmo di straordinarie bellezze e ricchezze naturali, artistiche, antropologiche, musicali: il racconto del miracolo del sangue di San Gennaro, una delle pagine più interessanti del romanzo, cha mi ha letteralmente incantato.
La sirena di Posillipo
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