- Da questo libro di Liliana Segre e Gherardo Colombo è stato tratto un brano scelto per la traccia dell’Esame di Maturità 2022.
In occasione della Giornata della Memoria 2021, nel volume La sola colpa di essere nati (Garzanti 2021), Liliana Segre e Gherardo Colombo dialogano ripercorrendo un periodo atroce del nostro passato, condannando allo stesso tempo qualsiasi forma di ingiustizia e sottolineando il fatto che simili tragedie non debbano più ripetersi.
“Per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”
è stata la motivazione che ha portato Liliana Segre negli scranni rossi del Senato della Repubblica, quando il 19 gennaio 2018 il Presidente Sergio Mattarella l’ha nominata Senatrice a vita. Dunque vivere per testimoniare ciò che è stata la Shoà italiana, perché Segre è scampata al capo di sterminio di Auschwitz quando non aveva ancora 15 anni. Raccontare e dare testimonianza di quel calvario, rivolgendosi soprattutto alle giovani generazioni nelle scuole e negli incontri pubblici. Spronare i ragazzi e incitarli a essere protagonisti della storia e di questo momento, per prendersi la loro parte di responsabilità, perché il razzismo e l’antisemitismo sono ancora presenti, incitandoli a non avere colpa dell’altro, di quello che a torto viene considerato “diverso”, solo perché scende da un barcone in cerca di salvezza.
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Le giovani generazioni non ricordano “Mani Pulite”, quella serie di inchieste giudiziarie condotte nel nostro Paese nella prima metà degli Anni Novanta da parte della Procura di Milano e altre varie procure giudiziarie, che portarono alla luce un sistema corrotto che coinvolgeva in maniera collusa la politica e l’imprenditoria italiana. Fondamentale è stato il contributo di Gherardo Colombo alle indagini e ai processi nell’ambito dell’operazione “Mani Pulite”. Ricordiamo che Colombo, per oltre trent’anni magistrato, dal 2007 si dedica alla riflessione pubblica sulla giustizia attraverso l’associazione “Sulle regole”.
Esiste una sorta di “liaison intellettuale” tra Segre e Colombo, entrambi ogni anno incontrano migliaia di studenti recandosi nelle scuole a parlare di giustizia e il riferimento essenziale per tutti e due è la Costituzione. Art. 3:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
L’articolo 3 ha sempre accompagnato Liliana Segre, perché è l’esatto contrario di quello che ha subito. Per questo la senatrice a vita ha voluto costituire in Senato una commissione contro l’odio:
“Perché ho visto l’odio applicato, che si è preso le persone che amavo, l’odio che l’indifferenza di tanti non ha voluto contrastare”.
Gherardo Colombo è nato nel giugno del 1946, la II Guerra Mondiale non l’ha vissuta, ha solo sentito i brandelli dei racconti della nonna materna. Liliana Segre ha consigliato all’ex magistrato di vedere il film Il giardino dei Finzi Contini di Vittorio De Sica, tratto dal romanzo di Giorgio Bassani, se voleva sapere come era la vita degli ebrei in Italia prima e dopo le leggi razziali. Consiglio che ci permettiamo di girare alle giovanissime generazioni. Ciò che si evince dal film e dal libro è come si sia dato corso a una mastodontica esclusione, alla sostanziale cancellazione di tante persone, in modo “naturale”, senza che nascessero dubbi, che si riflettesse e si facessero domande o, magari, si sentisse ripugnanza. Appare spontaneo, riflette Colombo, riportare quella situazione ai giorni nostri, esistono differenze abissali, ma lo spirito di intolleranza, l’acquiescenza verso l’eventualità di privare le persone addirittura della loro identità sembrano gli stessi. Da qui è nata la curiosità di Colombo di sapere come Liliana Segre avesse vissuto la cesura tra il prima e il dopo.
“La mia era una famiglia ebraica quieta, tranquillissima, in cui non c’era nulla di rivoluzionario. Convivevamo con il fascismo senza particolari difficoltà”.
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