La torre dei matti di Marco Scarlatti

Se sei destinato a morire, chi è il colpevole?

chiede una didascalia sulla copertina di La torre dei matti (Delos Digital, 2024), romanzo che come caratteristica ha di gettare chi legge in uno stato d’inquietudine, potendo da subito fare congetture senza avere nessuna certezza. Non solo sull’identità dell’assassino, ma anche su quella della vittima stessa, essendoci più persone in lizza, che lo resteranno fino alla fine. Un testo di pregio, non per niente è un romanzo arrivato finalista al Premio Tedeschi 2022 del Giallo Mondadori, avendo tutte le carte in regola per fare breccia nel lettore.
Il romano Marco Scarlatti, già reduce da disparati successi in concorsi letterari importanti, ha confezionato per Delos Digital, precisamente nella collana Odissea Crime, una storia che parte dalla profezia di una cartomante, secondo la quale il 2 di novembre morirà un amico che il protagonista non vede da anni. Un verdetto che modificherà il destino di tante persone, a ben dire. Tale soggetto principale è Matteo, un medico sulla quarantina, che rimane molto turbato dalle parole nefaste udite, pur non sapendo a chi riferirsi per impedire la malasorte.

Nel giro di poco, però, Matteo farà l’incontro fortuito non con uno, bensì con tre dei suoi vecchi amici, che non frequentava da tempo, e la situazione diventa ancora più difficile. Chi di loro dovrebbe proteggere? Per non addossarsi il senso, Matteo trova un valido espediente e li invita tutti quanti in un vecchio casolare di campagna, proprietà dei suoi nonni, dove lui da piccolo andava a trascorrere le estati e ora disabitato. All’arrivo, però, i quattro amici trovano una sgradita sorpresa: dal comignolo del rudere esce del fumo e all’interno della struttura c’è vita. Si scopre presto che vi abbiano trovato rifugio cinque ragazzi molto più giovani, scappati da una comune e che sembrano avere più di qualche segreto da nascondere. La convivenza forzata con questi sconosciuti non tarda a dare frutti negativi, poiché Matteo e i suoi amici rimangono isolati senza più possibilità di fuggire dal casale, mentre inizia una rapida scia di morte. L’assassino è uno di loro, come negarlo? Ma come fare per individuarlo?
Senza contare che il tutto avviene all’ombra della cosiddetta Torre dei Matti, una costruzione alta che incombe sul casale, portandosi appresso un’aura negativa. Un’antica storia che aleggia ancora, accaduta agli inizi del Novecento, dove pare vi siano stati altri amici segregati al suo interno e morti in circostanze misteriose. L’intera faccenda si dipana in quattro giorni, dal 30 ottobre al 2 novembre, seguendo due registri narrativi diversi: un presente che mostra le scene al casale in modo diretto, alternato da alcuni capitoli al passato, per permettere al lettore di riassumere la storia di Matteo e capire cosa esattamente lo abbia portato lì.

Tanti sono i colpi di scena e le atmosfere cupe. Tanta è l’inquietudine per la sorte dei protagonisti, che porta a voler leggere le pagine a oltranza, pur di sapere quale sia la sorte. Un romanzo ricco di personaggi, dove non si fatica a seguire la vicenda, merito dell’abilità dell’autore che tiene sempre un taglio cinematografico e appassionante.
Non solo Marco Scarlatti scrive molto bene, utilizzando una prosa ricca che talvolta rasenta il poetico, ma è anche molto bravo a creare suspense e a dare di continuo tematiche, come spunto di riflessione. Le declinazioni del giallo si fondono in una trama per nulla esente dalla pura indagine, in cui si intersecano altresì l’introspezione psicologica dei personaggi, tipica del genere noir, e qualche scena che tocca note horror, per confluire in un delirio collettivo in cui tutti sono in balia di un destino ma, allo stesso tempo, lo vorrebbero contrastare. Non ultimo lo scenario isolato, ideale, la fa da padrone con un casolare di campagna e un bosco, dove regna solo spavento e morte. Un colpevole si nasconde nel gruppo, ma lo avevamo già detto. Non resta quindi che consigliare il romanzo e augurare a tutti buona lettura.