La vita oltre la vita
- Autore: Raymond Moody
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Corbaccio
- Anno di pubblicazione: 2019
Il saggio La vita oltre la vita (pubblicato nel 1977 negli Oscar Mondadori e nel 2019 riedito per Corbaccio con la traduzione di A.L. Zazo e E. Craveri), in cui Raymond A. Moody jr. compie una ricerca sui casi di pre-morte di persone ritornate in vita, è diventato un classico sull’argomento. Il libro è estremamente affascinante. L’interrogativo sull’immortalità dell’anima e la sua sopravvivenza ha assillato da sempre il pensiero umano, ha coinvolto il sentimento, alimentato la fede e ha percorso i territori della poesia.
Il dr. Moody, psichiatra, spinto da confidenze eccezionali, le ha raccolte in modo ordinato. Il suo studio è durato otto anni. Le dichiarazioni delle persone clinicamente morte e rianimate concordano tutte sulla persistenza della loro coscienza slegata dal corpo, sull’esistenza di un corpo spirituale, di un essere di luce amorevole, personale, la cui presenza estremamente appagante le induceva a desiderare di restare per sempre in quella dimensione differente dalla nostra.
Nella dedica al dottor Ritchie l’autore aggiunge:
"All’Uno che egli mi ha fatto intravedere".
Il riferimento all’Uno è di natura filosofico religiosa. Siamo nel campo delle esperienze non ripetibili in laboratorio ma non per questo meno importanti, non per questo meno probanti. La scienza materialista dovrebbe ampliare il suo concetto relativo a quanto è scientifico, se le esperienze di persone situate in diverse parti del mondo, di differente estrazione sociale, cultura e religione, sono concordi nel descrivere lo stesso fenomeno. Scrive Elisabeth Kubler-Ross nella prefazione all’edizione Mondadori:
"Dobbiamo avere il coraggio di aprire nuove porte e di ammettere che gli strumenti scientifici di cui attualmente disponiamo sono insufficienti per molte nuove ricerche."
Moody afferma di non porsi l’obiettivo di convincere nessuno riguardo alla vita post mortem. Vuole soltanto essere testimone di una realtà che costituisce una casistica molto nutrita.
Che cos’è il fenomeno morte e quando essa può essere dichiarata tale? Esistono diversi modi di considerarla:
1) assenza di segni vitali clinicamente riscontrabili, come il cuore che non batte più, cessazione del respiro, pressione così bassa da non poter essere più misurabile, raffreddamento, dilatazione delle pupille. Ciò per un tempo che arriva a 5 minuti, ma sono stati riscontrati casi in cui la persona ha ripreso a vivere persino dopo 20 minuti di assenza.
2) morte come cessazione di attività cerebrale.
3) perdita irreversibile delle funzioni vitali.
Quanto sperimentato non è frutto di allucinazione, la quale è un’alterazione psichica legata al funzionamento del cervello.
Vediamo le fasi di questi casi: l’abbandono del corpo è preceduto da un profondo senso di pace. A volte si odono suoni celestiali, a volte stridenti. Il morente percepisce la realtà fisica in cui ancora si trova, mentre gli astanti non possono partecipare alle sue esperienze e i medici lo dichiarano morto. Segue l’attraversamento di un tunnel buio. Segue l’incontro con altri esseri spirituali:
"Esseri che sembravano giunti per aiutarli nel loro viaggio oppure, in due casi, per comunicare che non era ancora giunto il tempo della morte e che il morente doveva ritornare nel suo corpo fisico."
L’incontro con un essere di luce è un’esperienza beatifica:
"L’amore e il calore che il morente sente emanare dall’essere di luce sono assolutamente inesprimibili e il morente se ne sente completamente circondato, si sente completamente sereno e accettato alla presenza dell’essere. Prova verso la luce una irresistibile attrazione magnetica".
Segue l’esame della propria vita, che scorre in immagini veloci, come se fosse un film. La visione è sollecitata dall’essere di luce. Si tratta di acquisire consapevolezza, non di un processo né di una condanna.
Abbiamo poi l’attraversamento di un confine, a volte reso da una distesa d’acqua, o dalla nebbia, o di una porta o solamente da una linea. Sono elementi di valenza simbolica, che poeti e artisti conoscono benissimo.
Segue il ritorno per un compito da svolgere sulla terra.
Tutte le persone riemerse dall’ignoto vivono un successivo cambiamento radicale: per loro acquista importanza l’attimo presente, gustano la vita con gratitudine, non temono di morire, sono in ascolto empatico, a volte telepatico persino, dei propri simili. I problemi personali e sociali vengono affrontati con serenità.
L’autore conclude con un condizionale che attesta la sua posizione antidogmatica:
"Sarebbe allora vero che ci è impossibile capire a fondo ‘questa’ vita fino a quando non possiamo in qualche modo intravedere quello che ci attende nell’ ‘altra’ ".
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