Le donne di Casa Altavilla. Storie di alleanze, guerre e cortei di Adriana Chirco

Le donne di Casa Altavilla. Storie di alleanze, guerre e cortei di Adriana Chirco , (Edizioni Kalòs, 2024) è un libro completo, frutto di un lavoro attento, meticoloso e approfondito che offre al lettore anche una prospettiva diversa e insolita di un periodo storico particolare, quel Medio Evo che vede la terra di Sicilia esercitare un ruolo cruciale non solo per il meridione di Italia, ma anche per l’intera Europa. E questo avviene anche in virtù di un intreccio legato a unioni matrimoniali e ai ruoli delle donne legate alla Casa degli Altavilla.

Occorre evidenziare in primis la particolare e accurata veste grafica, il colore rosa della copertina, a significare la declinazione al rosa della narrazione del periodo storico che si va ad affrontare.
L’autrice in questo suo prezioso lavoro pone particolare attenzione anche al lato architettonico del periodo normanno in Sicilia. Ad ogni capitolo del libro questa esemplare architettura viene difatti rievocata e evocata attraverso una serie di accurati inserti grafici.
Lo studio grafico della casa editrice Kalòs ha compiuto uno splendido e straordinario lavoro. Non è casuale che la copertina riproduca una finestra normanna e che all’interno tra un capitolo e l’altro vi siano delle soluzioni grafiche che derivano dai mosaici pavimentali e parietali del periodo normanno.

Un elemento di rilievo che viene esaltato all’interno è poi la cronologia degli eventi e le descrizioni accurate delle genealogie e l’intrecciata storia delle casate nobiliari che nel tempo si sono avvicendate nella famiglia degli Altavilla. Ne scaturisce e viene fuori un racconto di un ruolo delle donne che è stato in certo qual modo decisivo e determinante.
Adriana Chirco, architetto e storica dell’arte, cerca una chiave di lettura per approfondire e tornare a parlare dei Normanni, un tema che l’autrice ha più volte affrontato sotto il punto di vista dell’architettura normanna. Ora architettura e figure femminili dominanti si mettono insieme per dare vita a questo volume.

Volendo inquadrare il periodo storico in cui ci si muove, si tratta di un Medioevo che inizia all’incirca nel Novecento, quando alcune famiglie normanne si erano insediate intorno alla città di Rouen, in Normandia. I figli minori di queste partono per andare a prestare il loro servizio a cavalieri, re e feudatari di tutta l’Europa ma forte è il richiamo per la Sicilia dove vi erano ancora gli indesiderati Musulmani invisi da molte corti europee.
I Normanni erano soprattutto discendenti di due ceppi familiari, quali i Drengot e gli Hauteville, che accorsero nel meridione d’Italia mettendosi a disposizione dei Principi che trovano sul territorio italico.

“I normanni che si avventurarono in Italia all’inizio dell’XI secolo, conosciuti come fondatori del Regno di Sicilia, tra i più potenti d’Europa per quasi un secolo, trovarono in Italia un territorio ricco di tradizioni e culture, con linguaggi, denominazioni, strutture sociali e usi eterogenei: latini, bizantini, longobardi e arabi. A questi aggiunsero le proprie tradizioni portate dal Nord Europa, anch’esso in fermento a cavallo dell’anno Mille.”

Ben presto però assumono essi stessi il ruolo di conquistatori e di fatto nel giro di ottanta anni riescono ad assumere un ruolo cruciale nell’Italia meridionale, instaurandosi in una dinastia che in alcuni casi e in un primo momento nasce da sposalizi tra figure di personaggi dello stesso rango sociale. Sono infatti le figlie dei cavalieri che spesso arrivano direttamente dalla Normandia e via via acquisiscono nel tempo un potere sempre più importante ed esteso anche in una parte della Sicilia e nel Meridione d’Italia.

In questo libro protagoniste sono madri, sorelle, figlie, mogli, nipoti, suocere, cognate dei condottieri; l’altra metà del cielo “normanno” viene messo in luce, un aspetto inedito, un punto di vista diverso e originale della Storia. Un’accezione peraltro opposta a quella che abitualmente si ha di questo periodo storico medioevale in cui si pensa che le donne avessero un ruolo assolutamente marginale. In realtà è chiaro che sempre nei limiti del tempo che vivevano, sono invece queste figure ad avere un ruolo determinante sino a divenire, per alcuni periodi, vere e proprie regnanti Si trattava a volte di spose bambine inizialmente pedine nelle mani di padri e fratelli.

Palermo diviene una città snodo e punto di partenza con un fil rouge che legherà l’Isola a tutta Europa, attraverso una rete di matrimoni. È uno stuolo di donne che di fatto segnano e tessono le trame di un intero Regno che l’autrice prende in considerazione.
Si narra delle vicende di figure femminili notevoli, dalla longobarda Sikelgaita, moglie di Roberto il Guiscardo, a Costanza d’Altavilla, madre di Federico II. Tra di esse alcuni nomi pressoché impronunziabili di chiara origine norrena passando da Adelasia del Vasto, Margherita di Navarra e molte altre ancora delle quali ci si fa conoscere, tra Storia e leggenda il lato l’aspetto più umano.
Si scopre così come anche le varie anime del Regno siano conseguenze e derivazione di questi intrecci. Prevale l’aspetto mediterraneo, pur rimanendo il substrato culturale anche dei musulmani, come pure della gente del nord Africa e della zona orientale del Mediterraneo. Una sorte di Koinè che permane in questi luoghi come pure altrove ovunque approdano navi da posti diversi.

La storia e il destino di queste donne diviene emblematico di quello che è poi la frammentazione dell’Impero. Palermo continuerà ad essere la corte principale per la sua posizione, ma inizia la disgregazione.
È un libro che racconta in chiave inusuale una storia importante che ha vissuto la Sicilia che è stata protagonista nell’ambito del Mediterraneo. Il Regno di Ruggero II infatti comprendeva anche la Tunisia oltre la Sicilia e la Calabria e metà dell’Italia peninsulare e tutte le rotte da oriente ad occidente passavano dallo Stato Normanno.