In una foto il pesce-gatto albino sembra piuttosto Dracula. Ha appena strappato un fondale di scena e lo ha trasformato in mantello di forgia vampiresca. In un’altra foto il cantautore-minotauro sembra, invece, un clone di Rocky Balboa con una spruzzata di barba e qualche chilo di troppo. Ancora: nel b/n livido di impronta neoneorealista Tom Waits è fissato nel milieu dei binari di una ferrovia: un rimando a Chaplin (“Il monello”) e uno a Zampanò di Fellini. Di contro c’è il ritratto di Vinicio Capossela che più agghindato e multicolor di così solo le statue dei santi in processione nelle feste di paese.
L’occhio dietro l’obiettivo è di Guido Harari, ritrattista di facce, palchi, strade, vite, sogni di rock and roll, che ha dischiuso i cancelli della miniera dei suoi archivi e proprio con i volumi dedicati a Tom Waits (l’iconoclasta-beatnik per eccellenza) e a Vinicio Capossela (lo chansonnier-polimorfo-colorato per eccellenza) inaugura una nuova collana fotografica per Tea Libri (“Le fotografie di Guido Harari”).
La copertina è spessa, cartonata, le pagine di pregio, fitte degli scatti molteplici di Harari, antitesi visionaria alla posa studiata, al ritratto costruito, all’agiografia su sfondo ad hoc. Per insistere ulteriormente con gli esempi: nel volume su Waits si può ancora trovare il Nostro in declinazione stazzonata, a un tavolo di bar (boccale di birra quasi a dividere il p.p.); luciferina in cucina, alle prese con i corpi contundenti più che coi fornelli; homeless con sfondo di catapecchia; che ingaggia un tu per tu col microfono, in concerto.
“Con le tue foto devi farmi dimostrare vent’anni di meno (…) vedi bene che ci decomponiamo ogni giorno di più: siamo cadaveri in vacanza”.
E’ stato il diktat del song wrigter al fotografo (giudicate voi, sfogliando questo libro, se la missione è stata compiuta o no).
Nel book fotografico su Capossela, il cantautore è uno e plurimo, così come risulta nella vita, fuori e dentro al palco. Lo si incrocia dal barbiere, in una Rimini amarcordiana (ancora Fellini), a mollo tra le acque, a terra per strada, con banjo, con fisarmonica, con band dal vivo, ed anche nella circostanza è un visibilio dello sguardo rocker.
Ciascun libro è introdotto da sintetici retroscena sugli scatti (a cura dello stesso Harari), costa 15 euro (una cifra abbordabile, se rapportata all’eleganza di forma e contenuto), e - ciò che più conta - si pone come occasione appetibile per i lettori “tout court”, non soltanto per quelli interessati alle cose di musica. Il “tocco” naturalista di Harari travalica i generi, è un marchio di fabbrica, una garanzia di eleganza e anti-convenzionalità al tempo stesso. Si attendono con estremo interesse ulteriori volumi della raccolta.
Remain in light. 50 anni di fotografie e incontri. Ediz. illustrata
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