Salvatore Quasimodo è uno degli esponenti di maggior rilievo dell’Ermetismo che aveva una sua precisa concezione sul ruolo del poeta rispetto alla società: egli non può mai, in nessun caso, essere passivo poiché col suo operato va a modificare il mondo e le sue sorti. Il lavoro del poeta mira, secondo Salvatore Quasimodo, a scuotere l’uomo nel profondo del suo animo e deve avere una valenza etica.
Considerato il valore della poesia per Quasimodo, nel secondo periodo della sua vita troviamo quella più pregnante e che ha lasciato più tracce ai posteri poiché caratterizzata da temi di cronaca con valenza sociale di opposizione al regime fascista e alla guerra, che causa un gran dolore di cui il poeta stesso è stato testimone.
Vediamo insieme quali sono le più belle e importanti poesie di Salvatore Quasimodo.
Salvatore Quasimodo: le poesie più belle
Le opere di Quasimodo, complesse e molto variegate sia a livello di forma che a livello di contenuti e intenti, sono degne di nota. I temi sviluppati dal poeta sono connessi maggiormente a solitudine, sradicamento dell’uomo e, particolarmente, alle brutali conseguenze della guerra sull’esistenza umana. Vediamo ora alcune tra le più importanti e più belle poesie di Quasimodo:
- “Ed è subito sera”, 1942: tra le più conosciute poesie di Salvatore Quasimodo, è una delle più corte e delle più significative. Grazie a questo componimento si ha un’idea precisa di cosa significhi concretamente essere Ermetici. La poesia si compone di soli tre versi che, in origine, facevano parte di un altro componimento, Acqua e terra (gli ultimi tre versi);
- “Alle fronde dei salici”, 1946: questa poesia è stata inserita nella raccolta Giorno dopo giorno del 1947 ed è stata scritta subito dopo l’armistizio con le truppe anglo-americane in occasione dell’occupazione nazista di Milano. Il componimento in questione perde i connotati ermetisti per diventare mezzo di una riscoperta dei valori della società collettiva. Con questo componimento Quasimodo analizza e riflette sul valore della poesia stessa, che rimane silenziosa e privata del suo valore davanti alla morte e all’orrore provocati dalla guerra.
- “Uomo del mio tempo”, 1946: anche in questo caso il tema centrale è la guerra e ciò che essa porta. Anche questa inserita nella raccolta Giorno dopo Giorno, il tema centrale è il costante ritorno della guerra. Da quando era primitivo l’uomo continua, nonostante le perdite e il dolore che provoca, a fare la guerra. La sola differenza? Che la combatte con armi più sofisticate rispetto ai rudimentali strumenti della preistoria. Questa poesia è frutto del profondo sconvolgimento interiore causato nel poeta e vuole essere un avvertimento, come un promemoria, per le nuove generazioni che devono impegnarsi affinché l’orrore della guerra non abbia modo di ripetersi.
- “Alla nuova luna”, 1958: scritta nel 1958 nello stesso anno la poesia vinse il Premio Viareggio, un grande riconoscimento per Quasimodo che l’anno successivo sarebbe stato insignito del Nobel. La poesia fa riferimento al lancio dello Sputnik, nell’ottobre del 1957, che avrebbe inaugurato l’era della “corsa allo Spazio”. L’autore in questi versi celebra la nuova Creazione dell’intelligenza laica degli uomini, equiparandola alla Creazione di Dio nella Genesi quando creò il cielo e la terra e infine pone le stelle a illuminare il cielo. Ma in questi versi Quasimodo ci mette anche in guardia sui progressi della scienza e della tecnica che conducono l’uomo ad affiancarsi “senza timore” all’onnipotenza divina. La lirica è scritta sottoforma di preghiera e si conclude con una parola che sembra riconciliare azione umana e azione divina: “Amen”.
- “Vento a Tindari”, 1920: una lirica intrisa di nostalgia in cui il poeta, che ormai vive lontano in una grigia città del Nord Italia, rievoca i luoghi della sua infanzia, in particolare il promontorio siciliano di Tindari, nei pressi delle isole Lipari. Il ricordo assale il cuore del poeta suscitando un’emozione intensa, cui segue la paura di precipitare perché sopraffatto dal richiamo del sogno.
- “Ariete”, 1929: quando il sole entra nella costellazione dell’Ariete è segno che l’inverno è ormai trascorso. In questa poesia Quasimodo descrive l’imperscrutabile moto dei cieli che preannuncia la nascita della stagione nuova, la primavera, descritta nei versi attraverso la sua rappresentazione mitica che riprende gli schemi classici della tradizione virgiliana.
- “Autunno”, 1932: tratta dalla raccolta L’oboe sommerso, questa poesia ci immerge nella luce calante di quello che sembra essere un tramonto precoce. Quasimodo descrive la stagione autunnale con un sentimento di tenero abbandono, trasformandola in una metafora della condizione mortale. Nel finale infatti si definisce come “una povera cosa caduta che la terra raccoglie”.
- “Ora che sale il giorno”, 1942: in questa poesia Quasimodo si concentra sull’attimo prima dell’alba, quando la notte sembra sciogliersi nel lento avanzare della luce. Il tema principale è la solitudine dell’esule che vive lontano dalla propria terra e lo scarto tra la “vita sognata” e la “vita vera”.
- “Già la pioggia è con noi”, 1958: il ritorno della pioggia è il leitmotiv che dà inizio al canto in cui il poeta descrive la necessità di un cambiamento riflettendo profondamente sul significato dell’esistenza umana che, nella sua brevità, si contrappone all’eterno ritorno del ciclo delle stagioni.
- “Auschwitz”, 1956: l’unica, struggente poesia di Salvatore Quasimodo dedicata alla Shoah. In questi versi troviamo un importante monito contro l’antisemitismo. Il poeta si rivolge a un interlocutore immaginario, un soldato, e si appella alla sua coscienza, ma infine immagina che persino quel soldato sia morto in quella lunga scia di vittime del rogo di Auschwitz. Persino la morte, conclude il poeta, è stata sepolta nell’inferno del campo di concentramento nazista.
- “Specchio”, 1966: in questa poesia, contenuta nella sua ultima raccolta Dare e avere, Salvatore Quasimodo parla di rinascita e descrive la primavera come il compiersi di un miracolo, come una sorta di epifania spirituale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le migliori poesie di Quasimodo
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