È stata approvata anche al Senato in via definitiva la legge Levi, che fissa un tetto agli sconti che le librerie possono fare sui libri (fisici e digitali). Cerchiamo di capirne di più.
Cosa cambia con la Legge Levi?
A partire dal 1 settembre 2011, le librerie non potranno più fare sconti liberi, ma fino ad un massimo del 15 per cento sui prezzi di copertina.
In casi particolari (offerte all’interno di un salone del libro o destinata a organizzazioni no profit, biblioteche, musei pubblici, scuole.) si potrà arrivare al 20 per cento di sconto.
Il tetto massimo di 25 per cento sarà raggiungibile in alcuni casi eccezionali, come le campagne promozionali realizzate direttamente dagli editori, e per massimo un mese. E’ escluso però il mese di dicembre, ovvero sono bloccati extrasconti nel periodo natalizio.
Chi ha voluto la legge Levi?
Legge bipartisan - La legge anti-sconti prende il nome dal senatore Riccardo Levi (Pd), che vi si è dedicato da due anni. Relatore della legge è Franco Asciutti (Pdl).
Molti editori si erano mossi a favore della legge, chiedendo che venissero regolamentate le promozioni relative al mercato dei libri e venissero bloccate soprattutto le offerte di ipersconto delle librerie online (in primo luogo il colosso Amazon, sbarcato da poco in Italia). La legge è da molti chiamata in modo informale proprio "Anti-Amazon".
L’editore Giuseppe Laterza ha così dichiarato:
“La legge consente ai rivenditori indipendenti di mettersi al riparo dalla concorrenza selvaggia e dalle massicce campagne di sconto delle grandi catene, dei supermercati e dei siti di vendita online come Amazon".
Legge Levi: in difesa di editori e librai, ma contro i consumatori?
Se da un lato la legge andrà a tutelare gli editori e i piccoli librai (bloccando la concorrenza delle grandi catene di distribuzione e librerie online che fidelizzano i clienti con numerose offerte e sconti), da un altro lato chi ci perde è il consumatore, che con la stessa quantità di soldi potrà permettersi un numero più esiguo di titoli da leggere.
Al di là del contrasto con la campagna del governo a favore della lettura, la legge potrebbe addirittura violare l’articolo 3 della Costituzione Italiana, secondo il quale:
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
A questo si appellano le associazioni dei consumatori. I liberali dell’Istituto Bruno Leoni hanno avviato una petizione segnalando che la legge contrasterebbe anche con l’articolo 41 della Costituzione Italiana e con il principio comunitario di libera concorrenza.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Legge Levi: stop agli sconti sui libri dal 1 settembre 2011
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