Lenin ha camminato sulla luna. La folle storia dei cosmisti e dei transumanisti russi
- Autore: Michel Eltchaninoff
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2022
Sviluppare la potenza della mente. Governare i fenomeni cosmici e atmosferici. Progettare colonie umane nello spazio. E persino resuscitare i morti.
In sintesi, quello che mai ti aspetteresti del bolscevismo sovietico, altrimenti iconico per la rigida adesione agli ambiti del reale e del marxismo. Eppure è vero: allo sfumare del XIX secolo, gli obiettivi para-(fanta)scientifici di cui sopra fanno il paio col culto di Lenin (la sua imbalsamazione propedeutica a una futura resuscitazione del corpo) e del proletariato fucina dell’uomo nuovo.
Un’antinomia solo apparente, che coniuga niccianesimo, sovietismo e cosmismo, cioè la dottrina filosofica che fa capo a Nikolaj Fëdorov (1829-1903): certezza sul destino e lo sviluppo sconfinato dell’umanità, evoluzione cosmica, sconfitta della malattia e, come si diceva, persino della morte, generazione di una razza di immortali. Tutt’altro che quisquilie di facile presa, se è vero che l’influenza cosmista agisce sui credo di artisti e intellettuali come Gorskij, Solov’ёv, Tolstoj, Dostoevskij.
E se è altrettanto vero che oggi come oggi Vladimir Putin non disdegna di occhieggiare (citandolo) all’eredità di Nikolaj Fëdorov. E che Sergej Brin (informatico di origine russa fondatore di Google) trasferisce su coordinate capital-transumaniste teoria e prassi tipiche del cosmismo. E che il pluri-miliardario Elon Musk rilancia in pompa magna la pazza idea della colonizzazione cosmica...
Si intitola Lenin ha camminato sulla luna. La folle storia dei cosmisti e dei transumanisti russi (edizioni e/o, 2022, traduzione di Luisa Doplicher) il saggio che il docente di filosofia russa Michel Eltchaninoff dedica all’argomento: la filosofia cosmista, sottaciuta in Occidente, esplica dunque moventi e scenari culturali e politici, della Russia attuale.
Negli anni Sessanta-Settanta del Novecento il cosmismo è presente nella cultura anticonformista sovietica, soprattutto nei movimenti spiritualisti. Fëdorov viene riscoperto. Dugin cita con la perestrojka di Michail Gorbačëv, che avrebbe permesso al cosmismo di propagarsi in tutta la società. E in quel novembre 1991, poco prima della caduta del regime, Dugin formula una previsione: ‘La fine del comunismo politico e ideologico non corrispondew a quella del cosmismo russo, pensiero molto profondo e interiorizzato”. Conclude accennando alla possibile convergenza tra il cosmismo russo e quello statuinitense (che identifica con il movimento New Age) sotto la guida di organizzazioni mondialiste ufficiali, come l’UNESCO o il Club di Roma, o di altre più occulte.
Come dire che, aggiornate le sue apparenze ai tempi del globalismo, il “complottismo cosmista” tracima dalla Russia degli antichi padri della patria al resto del pianeta dove ancora fa proseliti.
Che ci si creda o meno (ma la lucidità dell’inchiesta di Eltchaninoff induce a crederci) questa del cosmismo risulta un’atipica storia russa che valeva la pena riesumare dagli sterminati retroterra sociali e culturali (che fanno il paio a quelli antropo-geografici) dell’ex Unione Sovietica.
Michel Eltchaninoff licenzia insomma un saggio utile e pregnante, in cui convergono senza frizioni, utopismo socialista, metafisica, ortodossia religiosa, cristianesimo, scienza e fantascienza, letteratura e filosofia russe. Davvero ottimo
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