Libero arbitrio di Allison Leotta

Segreti di letto nel tempio impenetrabile della politica americana

Un grido di donna rompe il silenzio. Al secondo piano dell’ala sud, due figure si agitano sul balcone. Una è maschile. La sagoma più piccola precipita agitando le braccia. La guardia di sicurezza rivolge di nuovo gli occhi verso l’alto e vede l’uomo guardare in basso, poi rientrare all’interno. Il locale corrisponde all’ufficio personale del deputato Lionel. Quel palazzo è il Campidoglio, la storica sede del Congresso, a Washington, il secondo edificio più importante degli Stati Uniti.

Anna Curtis è impegnata in palestra in un corso di autodifesa femminile quando la chiamano per dirle di raggiungere il luogo del delitto. È pubblico ministero, specializzata in crimini a sfondo sessuale, abusi e violenza domestica, la stessa professione esercitata per dieci anni dalla scrittrice Allison Leotta, autrice del secondo legal thriller in cui agisce la pm della Procura Federale. Il titolo è “Libero arbitrio”, edizioni Timecrime, 414 pagine, 12,90 euro.

La ragazza precipitata era una escort. In un sito, Trickadviser (una specie di Tripadvisor ad esclusivo ed alto tasso erotico commerciale), Caroline era classificata come la squillo più costosa e apprezzata di tutta Washington, quasi tutti dieci, il massimo, nei giudizi entusiasti pubblicati dai clienti.
Quando Anna si avvicina al corpo scomposto dall’impatto al suolo e con gli indumenti intimi in evidente disordine, si sente rivoltare lo stomaco. Si è occupata di tanti casi orribili, ma le vittime erano solo nomi e documenti negli atti, è la prima volta che si trova davanti a un cadavere sulla scena del crimine.

Emmel Lionel nega tutto. Detto il “Leone”, afroamericano, capelli sale e pepe, da 31 anni deputato di Washington DC, ha dalla sua il primo articolo della Costituzione, oltre al quinto emendamento: non possono torchiarlo, anzi, devono rispettarlo, stare alla sua disponibilità e produrre dettagliate richieste di autorizzazione per qualsiasi accertamento. È proprio quello su cui verte l’avvio procedurale dell’udienza immediata (sospetto delitto domenica, processo già lunedì), con le infinite eccezioni opposte dal difensore alla pubblica accusa, rappresentata da Anna e da Jack Bailey, il suo attuale compagno, papà di Olivia, sei anni, che proprio non la sopporta. Eppure, sulle prime aveva mostrato di adorarla, ma la gelosia si è affacciata una volta capito che stava prendendo il posto della mamma morta.

È difficile già solo perquisire lo studio del deputato in Campidoglio (lo chiamano curiosamente “rifugio”). Va fatto osservando regole tassative e le garanzie del parlamentare si estendono ai componenti più stretti dello staff. Altro ostacolo: infatti l’uomo sul balcone potrebbe essere stato un collaboratore.

Ci sono altri personaggi sui quali è utile dirigersi, per dare altre notizie sulla trama, evitando però di far trapelare indiscrezioni che potrebbero condizionare la lettura di questo buon thriller, confezionato da Allison Leotta (il primo romanzo con Anna Curtis è “La regola del gioco”, gennaio 2014, One-TimeCrime edizioni, Gruppo Fanucci).

Di Jack si è detto: uomo del cuore e superiore in Procura, a capo della Sezione Omicidi. Dalla parte degli investigatori spicca Samantha Randazzo, femminile il giusto ma anche tosta e con gli attributi da agente FBI.
Sul versante di Caroline, c’è Nicole, amica e collega di vita, molto più stropicciata e in crisi della splendida escort con le recensioni da laurea con lode. Ma si sa, l’abuso di crack e coca non fa bene al fisico e alla pelle e nemmeno alla “reputazione professionale”, che sembra contare moltissimo nella versione moderna del mestiere più vecchio del mondo.

Da che parte dirigersi per trovare l’assassino? Chissà, cherchez la famme. Questione di donne?