Low Cost (Torino-Dublino solo andata) di Mauro Fiorio Plà

Mauro è piemontese, inutilmente alto, magro come la consolazione di chi arriva secondo; Mauro è laureato in sociologia, uno di quei 600 sociologi che si laureano ogni anno nella sola Torino e che non servono a nessuno; Mauro fa parte di quella che qualcuno ha definito la “generazione low cost” alla quale hanno fatto credere che sarebbe bastato seguire le proprie inclinazioni e tutto sarebbe andato nel migliore dei modi e che invece con un lavoro precario e una vita conseguentemente tale, guarda al di là delle Alpi e ogni tanto le scavalca, magari con un volo Ryan Air.

Mauro, il protagonista di Low cost (Torino – Dublino solo andata), è un ragazzo politicamente scorretto, un antieroe cinico e serio e, nello stesso tempo, sbruffone ed ottimista, come solo un italiano all’estero sa contraddittoriamente essere. Si trasferisce in Irlanda negli anni dell’Italia Campione del Mondo e del miracolo della Tigre Celtica; quello che trova sono fiumi di birra, pioggia fitta, donne che vanno in giro mezze nude, amici e nemici, musica e ancora birra, tanta birra, e poi le asettiche sale d’aspetto dove tutte le razze si mescolano in attesa dell’ennesima intervista per un lavoro di data entry che uno scimpanzé ben addestrato potrebbe fare alla grande. E poi le serate in cui, per portarsi a letto l’ennesima bionda con i sensi offuscati dall’alcol, si può fingere di essere amici di Bon Jovi o un reporter inviato speciale.

Mauro Fiorio Plà guida il lettore attraverso un viaggio che è, prima di tutto, un viaggio attraverso le aspirazioni, le difficoltà, le curiose e grottesche vicende di un giovane italiano in terra straniera che, al di là di tutto, in fondo ci crede ancora al proprio sogno e che, senza cadere nella facile tentazione delle lamentele, si tira su le maniche e pensa che alla fine, in qualche modo, ce la potrà fare.

Un libro divertente, leggero, realistico; una guida indispensabile per chi sta meditando di valicare le Alpi e per chi non si è mai mosso da casa e che, col suo lavoro statale ben pagato, non sa cosa si è perso.

Il napolentone è un italiano, più precisamente del centro-nord, che quando è in Italia critica la mentalità furbesca in voga nel meridione ma quando è all’estero fa finta di possederla.

Fantastico.

L’autrice di questa recensione è una scrittrice emergente: clicca sul suo nome per conoscerla meglio!