Lustro è termine polisemico: si tratta, infatti, di una parola che può assumere più significati e che può essere correttamente utilizzata sia come aggettivo che come sostantivo.
Per comprendere che cos’è un lustro e a quanti anni corrisponde occorre, quindi, innanzitutto, distinguere i differenti significati della parola che, però, possono essere tutti ricondotti a un’unica etimologia.
Rivolgiamoci quindi, innanzitutto, alla storia della lingua, in questo caso latina, per scoprire qual è l’origine del termine lustro. Il verbo lustrare, legato al sostantivo lux (luce), aveva, nella lingua degli antichi romani, il significato di illuminare. L’aggettivo lustrum, che da esso deriva, è direttamente connesso alla luce, alla luminosità, alla lucentezza e, quindi, dato il grande impatto visivo del termine è facilmente comprensibile come sia stato presto riferito, nella sua accezione figurata, anche all’onore, alla gloria, alla fama e al prestigio.
È incerto se questa prima accezione del termine sia in qualche modo collegata (per alcuni studiosi lo è, per altri no) al sostantivo lustrum (a sua volta legato al verbo luere, che significa aspergere), con il quale si indicava il rito di purificazione della lustratio. Il rito, che non era celebrato per espiare una qualche colpa ma solo per attrarre il favore della divinità e prevedeva sacrifici di animali e aspersioni di acqua con le fronde degli olivi e dell’alloro, era officiato ogni cinque anni dai censori quinquennali, al termine del loro mandato e del censimento ovvero della conta degli abitanti alla quale erano appositamente preposti.
Che significa lustro? I differenti significati del termine
Ora che abbiamo chiarito l’etimologia della parola lustro è opportuno indagare quali sono i differenti significati che da essa discendono.
Una prima accezione del termine è quella che rimanda al campo semantico della luce, della brillantezza, della pulizia e del nitore.
Se utilizzato come aggettivo, infatti, lustro può essere un sinonimo di lucido, riferito a superfici e pavimenti, talmente lisci e splendenti da riflettere la luce. Nella stessa accezione, seppur in senso figurato, l’aggettivo lustro può essere riferito agli occhi: occhi lustri sono, infatti, quelli che luccicano per le lacrime, per la febbre o per la commozione, mentre una faccia lustra è quella delle persone grasse, caratterizzata da una pelle tesa e lucente.
Come sostantivo maschile lustro può essere utilizzato sia per indicare la qualità della lucentezza, quando si dice, ad esempio:
- il lustro dei pavimenti;
- il lustro che tanti anni fa avevano i mobili;
sia per indicare la sostanza lucidante con la quale si puliscono mobili, superfici o anche oggetti:
- dare il lustro ai mobili;
- il lustro per le scarpe;
Anche come sostantivo lustro può essere usato in accezione figurata, per indicare prestigio, onore, fama o anche una persona (o una cosa) che è motivo di vanto, di gloria:
- dare lustro alla patria;
- essere il lustro della famiglia;
Da questa stessa accezione semantica derivano anche parole composte che richiamano lo stesso significato: il lustrascarpe, ad esempio, era l’artigiano che, fino ai primi decenni del Novecento, ripuliva, lucidava, rendeva brillanti le scarpe, facendo sedere i clienti su un’apposita poltrona posizionata lungo le vie principali delle grandi città.
Che cos’è un lustro?
Se riflettiamo ancora sull’etimologia della parola chiarita sopra, riusciamo a capire facilmente come il termine che stiamo analizzando possa aver assunto anche un’altra accezione, del tutto diversa da quella presentata nel paragrafo precedente.
Quando, infatti, ci chiediamo che cos’è un lustro, è altrettanto corretto rispondere che si tratta di un’unità temporale che corrisponde a cinque anni. I censori quinquennali, infatti, celebravano il rito della lustratio ogni cinque anni, per questo il termine lustrum passò a indicare l’intervallo di tempo che intercorreva tra una celebrazione e l’altra, ovvero, appunto, cinque anni.
In questo caso il termine, dal sapore un po’ rétro, da intendere sempre come sostantivo maschile, indica un periodo di tempo di cinque anni, un quinquennio, ed è proprio del linguaggio alto o aulico. Già utilizzato in questa accezione nella lingua latina, dove fungeva da vera e propria unità di tempo al quale si aggiungevano gli anni per quantificare un periodo più lungo (un periodo di 18 anni veniva indicato, ad esempio, con la parafrasi: tre lustri e tre anni), il termine lustro si ritrova nei componimenti poetici e nei testi arcaici. Si considerino, ad esempio, i seguenti versi di Giacomo Leopardi:
“Non ti dolga di tua poca dimora /in questa piaggia trista, e non ti caglia / ch’ancor del quarto lustro non se’ fora” (Appressamento della morte, I, vv. 115-117)
Se li rendessimo con una parafrasi otterremmo:
Non ti dispiaccia della tua breve permanenza in questo luogo triste e non darti pensiero che ancora non sei fuori dal quarto lustro;
ovvero:
Non ti dispiaccia della tua breve permanenza in questo luogo triste e non darti pensiero che ancora non hai compiuto i vent’anni di età;
Lustro: a quanti anni corrisponde?
Come già detto sopra, il lustro corrisponde a un periodo di cinque anni, un lasso di tempo lungo anche se non eccessivamente prolungato.
Gli appassionati di curiosità scientifiche, poi, si sono dati la briga di calcolare a quanti giorni corrisponda un lustro: la domanda è interessante perché non ammette una risposta univoca. Per rispondere occorre, infatti, considerare quanti sono gli anni bisestili compresi nell’arco di tempo considerato: certamente ne troveremo almeno uno anche se potremmo trovarne anche due, per questo un lustro potrebbe corrispondere a:
- 1826 giorni
365x4)+366], se nel quinquennio vi è un solo anno bisestile;
- 1827 giorni [(365x3)+(366x2
, se nel quinquennio ci sono due anni bisestili;
Ovviamente, si tratta, più che altro di una curiosità colta, come già detto il termine lustro è proprio del linguaggio alto e aulico, della terminologia della poesia; difficilmente, quindi, qualcuno esprimerà un arco di tempo della durata di alcuni anni ricorrendo al termine lustro, anche se sa perfettamente cos’è e a quanti anni corrisponde.
Lustro: alcune curiosità su questa parola
Lustro è anche una particolare tecnica decorativa della ceramica che, mediante l’utilizzo di impasti speciali e di una complesso procedimento di cottura, permette di ottenere il colore dell’oro o del rubino con sfumature cangianti o iridescenti. Si tratta di un processo sofisticato che venne introdotto in Italia dalla Spagna, nella seconda metà del XV secolo, grazie ai manufatti provenienti dal porto di Maiorca.
Lustro, infine, è anche il nome di un rapper italiano, originario di Foggia, che approdato sulla scena musicale con la formazione hip hop dei Microphones Killarz, lo scorso anno ha pubblicato il suo nuovo album da solista: si intitola L’anno della luce (sarà un caso?) e Scappa è l’ultimo singolo estratto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lustro: cos’è e a quanti anni corrisponde?
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