C’è un uomo che gira l’Italia e l’Europa armato di carta e penna. Il suo nome è Ma Rea. Stende pagine scritte al sole nelle strade, nei vicoli e nelle piazze delle grandi città: sono versi che richiamano i passanti. Li invitano a fermarsi, a ritagliare del tempo per la bellezza nella frenesia di tutti i giorni.
Quel signore che sembra il protagonista di una favola d’altri tempi è un poeta errante ed esiste davvero. Si chiama Andrea Masiero e vive a Bologna dove ha sede il suo laboratorio creativo. Ma in questo inizio 2024 le sue poesie si trovano in giro per Genova, Torino, Firenze, Padova.
Sono le ultime tappe di un percorso ormai lunghissimo, scopriamolo insieme.
La poesia errante di Ma Rea
Sono le alte maree di poesia errante come comunicano i suoi avvisi social, dove si firma Ma Rea, da una contrazione del suo nome. O Stendiversomio, fusione tra stendibiancheria e versuro, l’aratro in dialetto veneto, che simboleggia il processo creativo di scavo nell’inconscio necessario alla creazione di versi poi stesi al sole ad asciugare. Ma è anche uno speciale servizio meteo che fa l’eco alla mania odierna di prevedere le variazioni del tempo: prima ci sono gli avvisi sui social.
Poi arrivano i fogli bianchi, plastificati per garantirne la durata, che fanno la loro comparsa nei centri urbani.
Sono messaggi discreti, spesso velati da una garbata ironia. Così nascono:
Verrà la vita e avrà i tuoi sogni. E tu sogna.
O ancora:
Folti sguardi sgualciti colgo tra le serate appassite di questa passione.
Tra fermate poetiche e surgelamenti
Sono parte di un progetto ampio e articolato che, iniziato nel 2014, prevede molteplici forme espressive. Ci sono, ad esempio, le fermate poetiche.
Fate attenzione ai luoghi dove andate, potreste incontrarne una all’improvviso e lei è lì per voi. Se la incontrate prestatele un attimo di attenzione, quello è il luogo ideale per iniziare un viaggio inedito ed inaspettato. Non serve il biglietto e non c’è attesa. Basta solo uno scambio di sguardi e il viaggio è fatto. La durata dipende da voi. Potete scendere quando volete, la fermata è lì per voi in direzione poetica ed errante.
O i “surgelamenti”, piccoli pesci poetici richiusi in una vaschetta e abbandonati nel banco dei surgelati dei supermercati di città. Sono destinati ai pigri, a chi ha momenti di sconforto e a chi è dentro un inverno emotivo. Poesia da scongelare nel momento del bisogno.
Ma i versi si trovano su oggetti di ogni genere, sui cestini dei rifiuti, le paline del tram, sono stampati sulla carta igienica o su un foglio lasciato tra le pagine del libro di una bancarella. Altre volte riproducono la forma della biancheria intima stesa nei vicoli.
La funzione della poesia errante di Ma Rea
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I libri di Ma Rea si trovano nelle librerie: con Gli Elefanti Edizioni l’autore ha realizzato Composizioni sul lastrico di una memoria (2019), Poesie di un poeta sparso (2018) e Di palo in frasca (2021).
Nel 2023 pubblica Te lo dò io il narcisismo: Narrazione foto-letteraria di una esperienza immersiva.
Ma la funzione principale della poesia errante per Ma Rea resta offrire un’esperienza, uno squarcio nel tempo.
La sua missione:
Restituire la dimensione poetica agli oggetti e alle nostre azioni quotidiane. Non che non ce l’abbiano, ma semplicemente non siamo più abituati a vederla.
Allora ci pensa la poesia. Le parole escono dai libri e vanno per le strade. I canali della comunicazione odierna fanno appello alla curiosità. Strappano un sorriso, suscitano una riflessione. E ci fanno sentire meno soli.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi è Ma Rea, il poeta errante che porta i suoi versi in giro per l’Italia e l’Europa
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