

Ma che stupida ragazza
- Autore: Martina Maggiore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mursia
- Anno di pubblicazione: 2025
Quando l’amore finisce lascia ferite profonde nell’animo e nel fisico di chi ha amato con tutto sé stesso. La morte di un amore, scriveva la Fallaci, è come la morte di una persona: lascia lo stesso strazio, lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarsi a quel vuoto. Ma che stupida ragazza (Mursia, 2025) narra la fine di un amore, devastante per la giovane autrice di Riccione, Martina Maggiore, che nella scrittura del suo romanzo d’esordio ha ritrovato le forze per rialzarsi e per tornare a vivere con serenità. Ci sono storie che catturano dal primo istante, scrive Gabriele Parpiglia nella prefazione al libro, e questa è una di quelle, e ci insegna come non tutti i finali debbano necessariamente essere felici per essere preziosi.
Innamorarsi perdutamente a vent’anni: si inizia a vivere un sogno e ci si sveglia nel dolore. Le favole spesso nascondono volti oscuri, scrive l’autrice raccontando la sua storia d’amore con un noto artista durata circa quattro anni. Una giovane ragazza riservata di Riccione, divisa tra gli studi universitari a Bologna e piccoli lavori, con un rapporto speciale con la madre e un padre che, pur essendo andato via di casa quando lei era piccola, continuava a essere una presenza importante nella sua vita. Bologna è la citta che ha amato da subito: i portici, le vie e quel senso di familiarità difficile da spiegare. Le giornate all’Università, lo studio nella biblioteca dell’Archiginnasio e qualche allenamento in palestra. Lo vide lì, rimase sbigottita e dopo qualche giorno si incontrarono.
Quella sera fu solo l’inizio di qualcosa di speciale, una storia che avrebbe cambiato il mio modo di vedere il mondo.
Non era stato un colpo di fulmine: tutto era nato in maniera tranquilla e senza aspettative e il loro sentimento era cresciuto. Una condivisione non solo di emozioni ma di quotidianità, di impegni nel lavoro e anche di sapere insieme staccarsi dai ritmi della città, andando a camminare lungo i colli bolognesi tra panorami mozzafiato. Martina condividerà con lui la preparazione ai tour, ai diversi spostamenti, seguendolo o imparando ad aspettarlo.
Una relazione di coppia divisa tra impegni in giro per l’Italia, nei luoghi del cuore dove tornavano per nuove scoperte, e nella loro normale quotidianità: sempre più complici e sempre più uniti. Guardare il cielo di notte illuminato dalle stelle, passeggiare lungo la spiaggia alla ricerca di conchiglie, camminando nelle vie di Londra o perdendosi nelle luci di New York. Martina era innamorata perdutamente di quell’uomo che, come un ragazzo, pucciava nella tazza del caffè e le rubava il cibo dal piatto; in cuor suo sapeva che apprezzava la leggerezza della sua età e forse lo completava.
Tutto sembrava un sogno fino a quando scoprì i suoi tradimenti: tristezza, confusione, dolore, ma scelse di non dire nulla e rimanere in silenzio. Una lotta tra la paura di rivelare e la volontà di preservare il loro amore. Il senso di inquietudine aumentava e non riusciva a superare quella ferita nel cuore, fin quando la situazione, con i tradimenti che continuarono, divenne insostenibile: un peso emotivo devastante.
Si era persa cercando di non perdere chi amava. Ed è stato così che piano piano cadde in un vuoto enorme. La delusione, le bugie, sentirsi poco più che un nulla e poi il senso di abbandono.
Mi ritrovai in una situazione in cui il dolore emotivo si traduceva in dolore fisico, e quel dolore mi stava letteralmente portando via.
Fino alla depressione, un abisso oscuro, scoprendo da sola che la scrittura le avrebbe salvato la vita. Il fallimento non è perdere, è solo un reindirizzamento. L’amore può finire, sempre; bisogna avere il coraggio di ammetterlo.
Il dolore può essere devastante, ma ci insegna anche. Ci insegna che quando cadiamo a pezzi abbiamo la possibilità di decidere quali pezzi tenere e quali sostituire, di rinascere a nuova vita.
Ma che stupida ragazza è una storia di un amore totalizzante, pensato meraviglioso e invece zoppicante. Martina Maggiore ha imparato, come scriveva l’indimenticata Clara Sereni, a reinventare per non mangiarsi il cuore. Fondersi senza confondersi, senza smarrire sé stessi e i propri confini. Il giusto insegnamento a non perdere mai la speranza e continuare a credere nell’amore, perché ad ogni fine corrisponde un nuovo inizio.

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