Manuale del guerriero della luce
- Autore: Paulo Coelho
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Casa editrice: Bompiani
Manuale del guerriero della luce di Paulo Coelho è un manuale di 160 pagine e piccolo come dimensioni per cui facilmente trasportabile. I testi raccolti nel volume sono stati pubblicati tra il 1993 e il 1996.
In quest’opera l’autore ancora una volta si lascia trasportare dal pensiero orientale, soffermandosi sulla tematiche del guerriero della luce, da cui il libro trae il titolo. Ogni pagina contiene un consiglio per i guerrieri, cioè ogni essere umano in grado di seguire la luce, per condurlo verso il cammino spirituale. Piccoli trucchi ed espedienti con i quali l’autore invita alla ricerca interiore, tematica ricorrente nelle opere di Coelho, per meglio affrontare la quotidianità. Un assaggio di come, con piccoli sforzi e ottimismo, si possono migliorare comportamenti e atteggiamenti lungi dall’essere considerati degni di nota.
Ma chi è il guerriero della luce?
“Il guerriero della luce è colui che è capace di comprendere il miracolo della vita, di lottare fino alla fine per qualcosa in cui crede, e di sentire allora le campane che il mare fa rintoccare nel suo letto.”
Gratitudine, amore, coraggio, misericordia, perseveranza, sono solo alcuni dei criteri sui quali l’uomo dovrebbe soffermarsi e riflettere nel corso della sua vita. Si parla di battaglia non intesa come scontro fra corporazioni bensì una battaglia spirituale che deve essere combattuta al fine di giungere alla luce avendo come unico avversario il nostro Io.
“La prima qualità del cammino spirituale è il coraggio”
attraverso questo si prende parte al Buon Combattimento, pronunciando le giuste parole: Sì, Amore, Dio.
Il libro può essere letto aprendolo da qualsiasi pagina, perchè contiene tracce che non seguono un filone temporale. Il linguaggio è scorrevole, con dialoghi tra maestro e guerriero. Si apre con un prologo in cui un bambino e una donna dialogano su una spiaggia riguardo al suono della campane di un tempio, che egli pare non udire e si chiude con l’epilogo in cui la donna svela il mistero al piccolo e sottolinea:
“Un guerriero non cerca di essere coerente: apprende, piuttosto, a vivere con le sue contraddizioni.”
Annoverato come profeta del nuovo millennio, Coelho presenta un’opera aperta a tutti, breve, a tratti incisiva, che può essere colta come summa della spiritualità oppure vista con occhi di diffidenza dai più scettici come una sorta di ricetta new age.
Manuale del guerriero della luce
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È un piccolo libro azzurro con il titolo a caratteri d’oro, ai quali si associa una scimitarra, anch’essa dorata: Manuale del guerriero della luce di Paulo Coehlo (Bompiani edizioni, p.156, 1997, traduzione di Rita Desti). L’autore è notissimo in tutto il mondo per il suo L’alchimista, romanzo fiabesco iniziatico, mitico ormai. Anche il piccolo Manuale che è succedente al primo best seller ha sicuramente guidato il cammino esistenziale di una generazione, affascinata da un autore dedito da sempre alla scoperta dei tesori dell’anima. Coehlo predilige una scrittura oracolare, che diventa convincente perché tocca le passioni e conduce alla presa di coscienza del lettore sul suo stato interiore. Porta di conseguenza all’accresciuta capacità di scelta e autodeterminazione.
Il guerriero è una metafora. Eraclito ha individuato sempre la lotta tra due principi contrari antagonisti nell’universo, nel macrocosmo; lotta che si ripropone nel microcosmo-uomo. Per il filosofo presocratico il "fuoco", energia primordiale, mette in moto, dinamizza la scena e conduce lentamente all’equilibrio delle forze. Anche Coehlo qui sposa la visione eraclitea. In modo tradizionale e immaginale i due principi, nello stile magico-religioso per lo scrittore diventano l’angelo e il diavolo, sempre compresenti nel nostro spirito, voci sotterranee da ascoltare in sacro raccoglimento.
‹Un guerriero sa che un angelo e un demonio si contendono la mano che impugna la spada›.
Anche lui dichiara di aver conosciuto due maestri con opposte tendenze, integrandosi a vicenda. In modo significativo dedica ad essi il libro sapienziale:
‹A S.I.L. / Carlos Eduardo Rangel / e Anne Cárriere, / maestri nell’uso del rigore / e della compassione›.
Riportare una dedica è doveroso quando in essa sono presenti due principi fondanti dell’essere. Per chi possiede conoscenze cabalistiche non sarà difficile riconoscere nel "rigore" e nella "compassione" le due colonne portanti del Tempio; chi si appassiona di taoismo nelle due parole riconoscerà lo yin e lo yang.
Nel prologo, Coehlo invita all’ascolto profondo della Natura - un bambino è sulla sponda dell’oceano a contemplarlo - ed è questa mistica comunione la condizione necessaria per riuscire a sentire il suono di campane sommerse dalle acque in un tempo remoto; esse sono un altro simbolo di quella voce sorgiva che, sola, può guidarci nel mare delle tempeste.
‹Un guerriero della luce presta attenzione agli occhi di un bambino. Perché quegli occhi sanno vedere il mondo senza amarezza›.
È questo il primo insegnamento che una donna misteriosa con il capo velato (Iside?) dà al guerriero che tutti siamo. Il secondo:
‹Un guerriero della luce non dimentica mai la gratitudine. [...] egli non dimentica mai gli amici, perché il loro sangue si è mescolato con il suo sul campo di battaglia›.
La luce dunque non è unicamente portatrice di conoscenza astratta ma è intimamente unita all’etica. Non può esserci vittoria nel conseguire il proprio intento se vengono calpestate le leggi dell’armonia universale. Il guerriero accetta le proprie passioni, le vive con un atteggiamento duplice, non certo facile da mettere in atto:
‹le sue decisioni sono prese con coraggio, distacco e, talvolta, con una certa dose di follia›.
Dove inizi il distacco e dove la follia, ciascuno deve scoprirlo da sé, con l’ausilio di Dio, della preghiera e dell’angelo. Ciò fa apparire il guerriero superstizioso, ma egli non si cura di tali dicerie superficiali. Sa osservare i difetti altrui e sondare se anche lui li possiede, perché ‹gli uomini sono sempre un ottimo specchio›. E ‹I vincenti non ripetono lo stesso errore›. ‹La perseveranza è favorevole› ma perseverare non significa essere insistenti e importuni, è necessario attendere il tempo migliore per il proprio agire.
‹Un guerriero della luce non passa i giorni tentando di rappresentare il ruolo che altri hanno scelto per lui›.
Ecco alcune sentenze chiave nate nel cuore, per realizzare il proprio destino. Ognuno possiede i suoi doni e nessuno è migliore di un altro, ma unico. Ritorna il compimento della "Leggenda Personale" che tanto entusiasmo aveva suscitato nei lettori de L’Alchimista. Il guerriero
‹Sa che il potere della gazzella consiste nell’abilità delle sue zampe. E quello del gabbiano nella precisione con cui afferra il pesce. [...] Allora cerca di sapere su cosa può contare. E controlla sempre il suo equipaggiamento, composto di tre cose: fede, speranza e amore. Se queste tre cose sono presenti, egli non ha alcuna esitazione nell’andare avanti›.
Qui riconosciamo le tre virtù teologali. Esse vengono dall’alto, per tutti. Farne uso è l’apprendimento necessario, alla scuola di combattimento che è la vita.
Nessuno può giudicare i sogni del prossimo.
‹Mentre medita, il guerriero non è se stesso, ma una particella dell’Anima del Mondo›.
‹Un guerriero sa che la stella più lontana dell’Universo si manifesta nelle cose che stanno intorno a lui›.
‹C’è un ordine che lo guida›.
Coelho riconosce il pensiero antico dell’unità del Tutto, espresso in massime di facile comprensione, se si presta orecchio al mormorio delle campane in fondo al mare (metafora contenuta nel prologo) senza pre-giudizi. Bellissime le immagini usate riprese dalla Natura:
‹L’acqua di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare. Fragile alla sorgente, a poco a poco acquista la forza degli altri fiumi che incontra. E, a partire da un certo momento, il suo potere è totale›.
Le citazioni sono sapide come un frutto maturo e, come le ciliegie, una tira l’altra. Nel leggerle il respiro di fa più profondo, più calmo, l’anima diventa lieta e sorridente, fiduciosa, mahatma dicono gli orientali, grande anima.
Al momento del trapasso il guerriero
‹sa che la sua spada è sacra, e che deve obbedire agli ordini di Colui al quale ha offerto la sua lotta›.