Esce oggi per Einaudi Storia da dentro, l’ultimo romanzo di Martin Amis, scomparso il 19 maggio scorso. Lo scrittore britannico era uno dei massimi autori della letteratura post-moderna inglese. Aveva settantatré anni e da tempo era malato di tumore all’esofago; la notizia della sua morte è stata data attraverso un comunicato dalla moglie, l’ereditiera uruguaiana Isabel Fonseca. In vita, Amis era stato spesso descritto come una “literary rock-star”, il “Mick Jagger del mondo letterario”: i suoi romanzi venivano descritti come arguti, provocatori, linguisticamente audaci e la sua vita personale non era da meno. Forse è stata l’ultima celebrity, così sopra le righe, della letteratura.
Di recente il film tratto dal suo romanzo La Zona d’Interesse è stato portato al Festival di Cannes 2023 dal regista Jonathan Glazer. La pellicola di Glazer, Zone of Interest, sembra essere destinata a dividere il pubblico poiché unisce alcuni espedienti da cinema horror a scene di tragico umorismo nel tentativo di narrare la vita quotidiana all’interno del campo di concentramento di Auschwitz.
Nei romanzi di Martin Amis troviamo dibattiti e riflessioni sugli sviluppi culturali e politici del Novecento, ma anche un dialogo costante tra fiction e non fiction che ribalta ogni convenzione letteraria corrente.
Scopriamo di più sulla vita dell’autore e sulla sua autobiografia postuma ora pubblicata da Einaudi.
Martin Amis: tra vita e letteratura
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Il suo libro d’esordio Il dossier Rachel lo aveva proiettato sulla scena letteraria nel 1973, mostrando la straordinaria e lacerante invenzione linguistica di questo giovane autore “figlio d’arte”. Martin era infatti l’erede dello scrittore britannico Kingsley Amis, ma il suo rapporto con il padre fu tumultuoso e caratterizzato da un perenne conflitto.
Kingsley non apprezzò mai l’opera di Martin e arrivò persino a denigrarla pubblicamente, tanto che l’autore era solito considerare i suoi veri padri letterari i romanzieri Vladimir Nabokov e Saul Bellow.
Il secondo romanzo Dead Babies, pubblicato nel 1975, raccontava un fine settimana di eccessi e dissolutezza e trasformò Amis in una vera e propria rockstar della letteratura. I suoi libri venivano spesso considerati disturbanti, anche per l’uso cupo che l’autore faceva della satira.
L’opera forse più celebre di Martin Amis è Money (1984), definita come il “messaggio di un suicida”. La trama narra le tormentate vicende di un uomo di nome John Self, un regista trentacinquenne che si muove tra il caos efficientissimo della Grande Mela del XX secolo tra eccessi e vizi e un malcelato male di vivere. Un altro suo capolavoro è ritenuto La freccia del tempo che presenta una peculiarità narrativa molto originale, in quanto narra una storia, l’esistenza del medico nazista Tod T. Friendly, raccontandola completamente a ritroso, partendo proprio dal momento della morte: il protagonista è quindi come un Benjamin Button che, attraverso la coscienza, ripercorre la propria vita ringiovanendo.
Parla di Olocausto anche il romanzo Zona di interesse (2019), protagonista del Festival di Cannes proprio in questi giorni; ma non è l’ultimo libro di Martin Amis. L’estrema fatica letteraria dello scrittore rockstar, Storia da dentro, è stata portata in libreria dalla casa editrice Einaudi proprio oggi ed è un’autobiografia romanzata che ci consegna intatta la sua voce, la sua visione del mondo. Forse la sua ultima risposta.
“Storia da dentro”: l’autobiografia postuma di Martin Amis
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L’ultimo libro di Martin Amis, Storia da dentro (Einaudi, 2023, titolo originale “Inside Story”, Ndr), è una riflessione autobiografica - e meta-fantastica - sulla sua vita, sulle sue amicizie e sulla politica contemporanea. La critica ha avuto difficoltà a definirlo: un saggio, un’autobiografia o un memoir? Alcuni l’hanno classificato come “un’antologia autunnale delle opere di Amis”. Ricordando una frase citata in Herzog di Saul Bellow - "Ogni uomo ha il suo gruppo di poesie" - Kevin Power riassume così l’enigma di genere del libro:
Che cos’è Inside Story? Un romanzo? Un memoir? Forse è semplicemente un’antologia - riassuntiva - delle poesie di Martin Amis.
Al principio del libro Amis confessa che quest’opera rischiava di non essere portata a compimento. La prima bozza risaliva a circa dieci anni fa e recava il titolo di Vita. A novel , ma l’autore cessò di scrivere dopo circa 100mila parole e si sedette su una spiaggia dell’Uruguay sentendo che improvvisamente non sentiva più suo ciò che aveva scritto.
Storia da dentro si configura come la seconda parte della prima autobiografia di Amis, Experience, ma in realtà è anche molto di più, perché non è un’opera lineare ma complessa, stratificata e soprattutto variegata. Molte pagine sono dedicate alla riflessione sulla scrittura stessa, al ritmo dei paragrafi, alle differenze tra trattino e punto e virgola, all’etimologia stessa delle parole. Si intrecciano l’osservazione più brillante al melodramma più elevato. Viene trattata l’eterna rivalità con il padre, scrittore famosissimo e prolifico. Ritorna anche il tema della storia, caro ad Amis, dalla riflessione sull’Olocausto alla caduta delle Torri gemelle sino alla società contemporanea. L’autore stesso non lo definiva un’autobiografia romanzata, sostenendo - come il suo idolo Saul Bellow - che alla fine è il tono dell’autore che conta, il suo “blaterare”, nient’altro.
La morte è uno dei temi principali del libro, un’antagonista da cui non si può sfuggire e che pare accelerata dai ritmi frenetici della società contemporanea. Nel corso delle pagine Amis riflette a lungo sulla morte di Larkin, Bellow e Hitchens. Fa tornare in vita anche il fantasma immaginario della sua ex, Phoebe Phelps, e commenta la morte della sua matrigna, Elizabeth Jane Howard, autrice della saga dei Cazalet.
In conclusione Martin Amis si prefigura la fine della sua vita da scrittore. Raggiunti i settant’anni, si dice, appare parecchio improbabile che lui scriva ancora lunghe opere di narrativa. Forse potrà dedicarsi ai racconti brevi, oppure semplicemente starsene zitto a leggere. Ed è così che vorremmo immaginarlo ora, in pace, in un possibile paradiso mentre se ne sta tranquillo, semplicemente “zitto a leggere” godendosi il meritato riposo dopo aver tanto scritto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Martin Amis: esce oggi la sua autobiografia postuma “Storia da dentro”
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