Meraviglie del piccolo mondo accanto di Alberto Luchitta

Ricevo un libro che è un piccolo gioiello di arte multimediale, Meraviglie del piccolo mondo accanto, di Alberto Luchitta, scrittore, poeta, fotografo, pittore, storico (Dantebus edizioni, pp. 97, 2023), con prefazione di Massimo Gherardini.
È un prosimetro (prosa e poesia), a cui si aggiungono fotografie ammalianti del paesaggio, scattate nelle diverse ore del giorno con varie luci ed ombre, come metafora di stati d’animo.
Molte fotografie sono perfino misteriose, come le pietre in cui l’artista vede, immagina e infine estrae da esse volti umani. Queste occupano una sezione importante del volume, intitolata "Storie di pietra".
Dico “estrae” non a caso, la sua è un’invenzione; inventare deriva dal latino “invenire”, venire fuori dalla propria interiorità. Si assiste a un felice connubio tra l’interno e l’esterno del mondo, a una completezza in cui sfavillano il bello e il vero.
Il paesaggio amato ritratto anche nelle poesie, che contiene lo spirito ovunque, è Duino Aurisina, un borgo in provincia di Trieste.

La magia della vita ci cattura. Senza dubbio Duino Aurisina è il paradigma del creato, capace di contenere l’universo illimitato, l’immenso, come è accaduto per la piccola Grado di Biagio Marin. Come Biagio, Alberto Luchitta sa unificare terra e cielo, con l’attenzione verso la natura dipinta con tocchi pastellati di gentilezza, pura poesia stilnovista: l’amore per la natura e per la donna sono saldamente intrecciati e si identificano, sono Anima che impregna la materia e la trasfigura.

Segui il fluire del vento / Che sussurra accanto … / Afferra la sua chioma! / Ti porterà oltre le nubi / Del mesto quotidiano / E giungerai dove siedono / Le tre Grazie Signore, / Bellezza, Dolcezza e Speranza / Anime pure del regno di Poesia / Che tracceranno per te … La via dell’infinito …

Duino Aurisina illustrata è tutta concretezza, dal cibo tipico del luogo alle voci della gente, ma piena di luce, il mare bacia il Carso con le sue pietre bianche come si baciano gli innamorati.
Nel testo trova posto anche la Storia, il valore ed il coraggio antico degli Istri che sconfissero i Romani nel 186 a.C. Riassaporiamo le lacrime incancellabili suscitate dalle guerre; sotto una fotografia mesta e nel contempo fiabesca del fiume Timavo (immortalato anche dai versi di Virgilio nell’Eneide, dove Antenore di ritorno da Troia si rifugia proprio qui, prima di fondare Padova), si legge:

Presso le "bocche" del Timavo caddero migliaia di soldati italiani, austriaci ed ungheresi tra il 1915 e il 1917.
E le anime di quei giovani sono ancora qui e come impavidi lupi gridano: «No alla guerra!

Insieme all’autore percorriamo il sentiero Rainer Maria Rilke dove il grande poeta, ospite dei conti di Duino, passeggiando e contemplando, iniziò a comporre la sua opera maggiore, la più profonda e metafisica, le Elegie duinesi, di cui Luchitta riporta in esergo i versi sibillini:

“… il vuoto entrò in quella / vibrazione che ora ci rapisce e ci consola e ci aiuta”.
(Rainer Maria Rilke, “Elegie Duinesi”, Prima Elegia)

Perché il vuoto? Ecco l’inclusione della poesia nella fisica moderna, i versi si apparentano con la scienza (siamo cariche bioelettromagnetiche e vuoto intelligente, coscienza pura), facendo della realtà un unicuum.
"Il vuoto è pieno e il pieno è vuoto", recita un antico sutra orientale. Ciò non è diverso dall’incipit biblico occidentale. Rilke è un mistico che cerca e trova il collegamento dello spirito umano con l’origine universale, riverberata nel paesaggio e in noi. Tale è pure il nostro artista che possiede anche una vena favolistica, evidenziata nell’amore dell’acqua per la fontanella e il muro austero di pietra su cui è costruita.

Nel bellissimo apologo del cane che resuscita, aiutato da altri piccoli animali generosi (donano parte della loro energia vitalizzante al corpo inanime), l’autore rivela il suo animismo totale, dimostrando che la vita non muore mai. È un grande messaggio spirituale proposto con grazia e intuizione.