Metodi per sopravvivere di Guðrún Eva Mínervudóttir

Nella vita si vive o sopravvive? Bella domanda mi verrebbe da dire, perché forse il vivere oggi è diventato un po’ più un sopravvivere, nel senso che a volte ci accadono cose che non ci aspettavamo e il loro esserci porta dei cambiamenti e trasformazioni non sempre prevedibili e controllabili.
Lo dimostra anche Metodi per sopravvivere di Guðrún Eva Mínervudóttir, edito da Iperborea e tradotto da Silvia Cosimini.

Il protagonista è Aron Snær un bambino abbandonato dal padre e con un madre a tal punto debilitata da non riuscire a prendersi cura del figlio, a nemmeno di se stessa. Questo bambino che sembra non avere speranza di un futuro migliore, si imbatterà in Arni, Borghildur e Hanna e loro lo aiuteranno a trovare le cose belle che la vita riserva e che lui sembra non aver mai provato in modo vero (un bagno caldo, dei vestiti puliti, un pranzo decente, qualcuno con cui parlare per non sentirsi soli).

In realtà procedendo nella lettura del romanzo dell’autrice islandese ci si rende conto che lo stesso Aron con il suo esserci e vivere a sua volta diventa un “toccasana” per questi personaggi con i quali si relaziona, perché la sua innocenza “bambina” è qualcosa di potente che smuove gli animi di Árni, Borghildur e Hanna.
Aron è solo al mondo, non ha punti di riferimento saldi nella vita, ma con questi tre amici trova una sorta di nuova famiglia: un padre, una madre e anche una sorella, certo non di sangue, ma di emozioni ed esperienze che gli donano quello che la sua di famiglia, così sfaldata, non è stata in grado di dargli. Dall’altra parte, i suoi comprimari, grazie a Aron, comprendono qualcosa in più del loro carattere e vissuto, tanto da cominciare a mettere in atto dei cambiamenti.

Árni inizia a fare i conti con sé stesso, con l’età che avanza e con Alfons il suo cane così dinamico e iperattivo da diventare difficile da seguire. Borghildur, vedova, trova una nuova energia nel prendersi cura del piccolo ed è un fare che la fa sentire viva.
Hanna, è un’adolescente con un rapporto un po’ complicato con il cibo da cui si mantiene sempre a debita distanza. Lei parla ad Aron per sostenerlo, ma infine si renderà conto che sarà lei a ricevere un importante aiuto dal piccolo.

Il tutto si sviluppa nella cittadina di Rejkiavik che fa da sfondo e scenografia a una storia di vite fragili dove l’empatia, la condivisione e lo stare vicino per prendersi cura del prossimo scatenerà una vera e propria catena di azioni e reazioni.

Queste situazioni presenti in Metodi per sopravvivere di Mínervudóttir, non faranno altro che far maturare Aron e chi gli gravita attorno, perché tutti diventeranno più consapevoli del fatto che la vita a volte è davvero complicata e il vivere in essa diventa davvero un sopravvivere, ma se lo si fa con qualcuno che ci capisce, tutto, compreso ciò che sembra insormontabile, si può superare.