Milly Vodović di Nastasia Rugani

Molto difficile parlare di questo romanzo della scrittrice francese Nastasia Rugani, Milly Vodović (La Nuova Frontiera, 2023), che ha per protagonista un gruppo di ragazzi americani. I giovani vivono nella piccola cittadina di Birdtown, intrisa di razzismo e violenza.

Si chiamano Swan Cooper, Douglas e Archie Adams. Sono viziati, arroganti, prepotenti, sanno di poter contare sulle loro famiglie bianche, sulla loro agiatezza, in particolare sul potere della madre degli Adams, che è la “sceriffa” della città.
Si confrontano con la famiglia Vodovic di esuli, in fuga dalla guerra serbo bosniaca: ci sono il giovane Almaz, la sorellina dodicenne Milly, il cugino Tarek. I Vodovic sono islamici, sono scuri, vivono con la madre Petra, grande indefessa lavoratrice, e il nonno, Deda, in un quartiere povero, “Le Piane Rosse”, e sono bullizzati dal gruppo dei ragazzi bianchi.

Durante una violenta lite finita male Almaz resta ucciso, e si sa bene chi lo ha colpito a morte. Tutto il romanzo è incentrato sulla figura della coraggiosa Milly, detta “Milky”, che vive tra realtà e fantasia, non riesce a credere che non rivedrà suo fratello, anzi immagina di vederlo mentre nella sua mente compaiono immagini inquietanti, coccinelle, insetti, una strana ragazza dal cui zaino cola il sangue di Almaz, Popeline e una figura ambigua, il Mangiacuori.
Così la piccola Milly, che voleva incontrare Michael Jackson, che amava le canzoni, la musica, la poesia, finisce per incontrare la madre di Douglas, una strana scrittrice, molto malata, di nome Daisy Woodwick.
La donna è malata terminale, accudita dal figlio, e tuttavia accoglie Milly con simpatia: tra le due nasce una sorta di affetto, di vicinanza complice, da cui il figlio Douglas rimane molto colpito, tuttavia non riesce ad accettare la ragazzina, che pure lo attrae, in lui è più forte la solidarietà con il gruppo razzista dei suoi amici balordi.

Di questo strano romanzo, Milly Vodović, che deve essere stato molto difficile tradurre dal francese da parte della bravissima Camilla Diez, la cosa che colpisce di più il lettore sono le immagini oniriche, il linguaggio figurato, stilisticamente interessante, molto ricco di metafore e di tante allusioni simboliche; anche se a volte ci si perde quasi nello scorrere delle pagine, tanto sono complicati i nessi che legano la successione delle vicende narrate.
Tra violenza e poesia, tra crudeltà e voglia di vendetta, seguiamo la storia di Milly-Milky-Regina nella sua breve e dolorosa esistenza, in un luogo che somiglia all’Inferno, dove alla fine:

Resta solo un retrogusto schifoso di sconfitta e di solitudine.