Modus in rebus
- Autore: Riccardo Ferrazzi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Morellini editore
- Anno di pubblicazione: 2023
Al centro del libro Modus in rebus (Morellini editore, 2023) c’è un mistero che l’autore, data voce a una donna, Maite, oggetto d’amore totale da parte del narratore, imprevedibilmente svela nel prologo.
Vittorio è un trentenne milanese, che ama la Spagna e la frequenta assiduamente. Da Madrid raggiunge Salamanca, la città universitaria, e lì si accompagna con un gruppetto di amici: Fernando, Javier, Miguel Angel: quest’ultimo è figlio di un ricco possidente, German Garcia, che allevava tori. Poi li aveva venduti al rivale, Eleuterio Diaz Herrero, che gestiva la Plaza de Toros.
Miguel Angel interromperà gli studi per diventare torero. Nel gruppo c’è una donna, Maite, della quale tutti si innamorano, anche Victor, ma lui in modo quasi ossessivo; la ragazza infatti è sfuggente, come i suoi occhi, e non sembra mai dire la verità. Quando un giovane carismatico sacerdote, Don Augustin, viene trovato morto, ucciso con una banderilla nella schiena, e una testa di toro di cartapesta sul volto, cominciano i misteri che accompagneranno l’intera esistenza di Victor.
Il caso dell’omicidio viene rapidamente accantonato dal poliziotto incaricato dell’indagine, come se fosse qualcosa di troppo scabroso, da occultare sicuramente. Compaiono vari personaggi, un certa Gloria, che accetta una notte d’amore con Victor, che così si trova intrappolato in una serie di bugie che lo allontanano da Maite, che, pure, lui è certo di amare ricambiato.
Passa molto tempo, vent’anni, e l’ormai cinquantenne Vittorio è tornato a Milano, ha lasciato la sua attività imprenditoriale che lo aveva portato in giro nel mondo. Ora incontra un ex collega, Sergio Viganò, un libraio, che a via Procaccini ha aperto una piccola libreria ed una casa editrice. In quel luogo si radunano vari scrittori, in una specie di salotto letterario, di cui fa parte una donna insolita, Bianca, anche lei autrice insieme a un gruppo di anonimi che si fanno chiamare “Tristeros”. Ma un autore di punta, amico del libraio, viene trovato cadavere, chiuso a chiave dall’interno di casa sua, Turchetti.
Cominciano le indagini, forse si tratta di un delitto, a cui ne segue un altro, altrettanto misterioso. Bianca scompare, Vittorio si sente in trappola, avendo finanziato la libreria di cui si trova erede.
L’autore, Riccardo Ferrazzi, si cimenta in una storia davvero troppo complicata, nella quale dubbi ed equivoci si susseguono, dove i tempi del racconto si confondono, le donne nel tempo cambiano identità, nome, connotati.
Una storia d’amore e morte, di viaggi fra una Spagna mitica e amata, la città di Salamanca in cui si muore durante una corrida, una sfida estrema tra l’uomo e il toro, un po’ Hemingway un po’ Matteo Nucci, il suo epigono italiano.
Maite è una donna speciale, forse un’assassina, ma non per Victor, che continua ad amare i suoi occhi sfuggenti e innamorati, fino a soccombere, perché al centro di un intrigo più grande di lui.
Est modus in rebus, dice la massima latina, e lo scrittore la fa sua, ripetendola ripetutamente, sin dal titolo, per spiegare come si può vivere con metodo, cercando di superare i muri del mistero e della incomunicabilità con mondi che non lasciano spazio alle spiegazioni razionali. Milano e il suo mondo dell’editoria, il Parco dei mostri di Bomarzo, la meseta castigliana, Madrid e Salamanca, la stazione di Roma, l’autostrada…
In fondo all’autostrada mi aspettava un futuro di solitudine, in una città che prometteva smog d’inverno, afa d’estate e melanconia tutto l’anno . Dovevo tornare in Spagna. A far che? Non lo sapevo, ma sentivo che ci sarei tornato.
Un libro inquietante, tra ragione e follia, sospeso tra due mondi entrambi sconosciuti, pieno di interrogativi esistenziali a cui non viene data risposta.
Non si vive una vita e poi si muore: si vive e si muore contemporaneamente, ogni giorno. Mi sono reso conto di aver amato la vita e ho scoperto che la morte mi ama.
Romanzo d’amore, noir, poliziesco, pastiche letterario, perdita della memoria: c’è tutto, in questo romanzo, forse troppo.
Recensione di Elisabetta Bolondi
Riccardo Ferrazzi vive a Milano. Ha pubblicato tre romanzi: Cipango!, N.B. Un teppista di successo, Il Caravaggio scomparso. Intrigo a Busto Arsizio. Ha tradotto Mark Twain, Federico García Lorca, Vicente Blasco Ibáñez, Haroldo Conti e altri. Ora approda in libreria con un libro intitolato Modus in rebus, edito da Morellini editore. Che cosa sta a significare la locuzione latina, che è il titolo del libro? Traducibile con “Esiste una misura nelle cose”
è tratta dall’opera Satire di Quinto Orazio Flacco ed è una frase che viene spesso pronunciata per esprimere la necessità di una saggia moderazione e per richiamare al senso della misura.
Nel libro, nello specifico, è pronunciata dal personaggio protagonista, Vittorio, nei confronti della donna amata da sempre, Maite. In particolare:
“Est modus in rebus. C’è una legge nella natura. Ci sono limiti oltre i quali non si può essere nel giusto.”
Vittorio Fabbri vive un amore mai consumato, ma totale e idilliaco, per Maite. Ma lei sembra contraccambiare in modo ambiguo, al punto da disorientare completamente l’uomo. Ma chi è veramente Maite?
“Era imprevedibile. Eppure mi bastava vederla da lontano per provare l’euforia del primo stadio dell’ebbrezza, e in quella condizione era fin troppo facile fraintendere le sue risate o i suoi silenzi. (…) Ci sono giorni in cui il volto di Maite è qui nella mia mente e mi blocca il respiro.”
Maite viene coinvolta nell’uccisione di don Agustin, un prete dai molti segreti e dalle troppe ombre oscure:
“A don Agustin era stato imposto il cognome Perez, ma era un trovatello. Aveva vinto tutti i concorsi. Era ordinario di Filosofia teoretica, il cattedratico più giovane di Spagna. Aveva seguito e prestigio. Quando predicava nei paesi i parroci dovevano installare altoparlanti sui sagrati. (…) Però nelle alte sfere c’erano opinioni discordi sul suo conto.”
Il prete viene ucciso e il viso mascherato da toro. Perché? Cosa significa questa simbologia? Perché dopo questa morte Maite fugge dalla Spagna e non dà più notizie di sé? Qual è il suo ruolo? L’uccisione viene immediatamente occultata dalle stesse autorità preposte all’indagine, e il tutto archiviato frettolosamente. Perché?
Passano gli anni e Vittorio non dimentica, torna in Spagna, con la segreta speranza di ritrovare l’amore della sua vita. Ma nulla è. Così non gli resta che tornare a Milano, dove incontra Sergio Viganò, libraio. I due diventano soci di una libreria, dove spesso si svolgono eventi culturali di vario genere. Tutto bene, fino a che il maestro Turchetti, penna di punta dei tanti autori che lì si avvicendano, viene trovato morto nella sua stessa abitazione. Un caso da camera chiusa di classica investigazione. Chi è stato? Tanti misteri, e anche qui Vittorio fa conoscenza di una donna, Bianca, che, guarda caso, somiglia molto all’indimenticabile Maite. Anche lei dopo questa morte sparisce nel nulla. Quale è il fil rouge, se c’è, che lega questi fatti criminosi?
Ambientato parzialmente in terra spagnola, a Salamanca,
“Nel mare della Castiglia, Salamanca è un’isola sull’orizzonte, una scultura colossale che nasconde un messaggio indecifrato nei massi grigi del ponte romano, nei blocchi di pietra rosa di Plaza Mayor, nel selciato della viuzza che tutti conoscono come la calleja e che anch’io, salmantino di adozione, frequentavo, partecipando al rito dell’aperitivo.”
Il romanzo si rivela essere una lettura avvincente. Un noir con tanti misteri, tante storie d’amore sotterranee, tante coincidenze e ossessioni irrisolte, molti conflitti e tanta paura. Scritto con uno stile preciso, colto, a tratti dialogico, il libro ha una trama compatta e lineare, ricca di colpi di scena. Adatto a chi ama i noir di grande atmosfera narrativa. Buona lettura!
Recensione di Ornella Donna
Modus in rebus
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Modus in rebus
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